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Crisi alla Liabel di Biella, a rischio 19 dipendenti su 32

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Liabel nel morso della crisi. Lo storico marchio biellese, fondato nel 1851 a Pettinengo da Bernardo Belli, rischia di perdere 19 dipendenti su 32. Lo hanno annunciato i  rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil durante l’assemblea dei lavoratori.

A rischio, spiegano i sindacati, gli addetti a disegno e taglio dei capi di biancheria intima. Una tegola sulla testa a completamento dei passaggi di proprietà che, invano, hanno cercato di risollevare le sorti del marchio.

Nel 1993 la Liabel viene acquisita interamente dall’americana Sara Lee e nel 1998 lo stabilimento chiude; nel 2001 Liabel viene acquisita da Eminence Homme (capofila nel mercato francese dell’intimo).

Vengono lanciati sul mercato altri marchi, come Athena by Liabel; l’offerta merceologica si amplia, acquisendo in licenza marchi assai noti quali Cacharel (fascia di età 0-14) e Fiorucci.

Nel 2019 l’azienda viene ceduta all’israeliana Delta Galil.

Adesso l’annuncio dei licenziamenti: “Sono professionalità molto specifiche e molto poco presenti in provincia – dice a La Stampa il segretario dei tessili Cgil Filippo Sasso -. Non sarà semplice ricollocarli anche in un momento in cui le imprese del territorio sono alla ricerca di personale. A meno di riqualificarli con corsi professionali che però dovrebbero essere pagati dalla Liabel. Ci preoccupa il messaggio che abbiamo ascoltato dai loro vertici, che non c’è margine per garantire loro provvedimenti per ridurre le conseguenze sul piano sociale”.

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