Cittadini
Gestione disabili al Pala Alpitour di Torino: vi racconto come è stata trattata mia madre al concerto di Morandi
Nuove polemiche per la gestione degli spettatori disabili al Pala Alpitour di Torino. L’episodio che iportiamo è accaduto in occasione del concerto di Gianni Morandi del 23 marzo 2023. A raccontare quanto accaduto è Simone Schinocca, regista teatrale e fondatore di Tedacà. Siamo natiralmente a disposizione per riportare su queste pagine la risposta dei responsabili del Pala Alpitour.
“Caro Gianni Morandi hai chiesto di taggarti. E lo faccio per raccontarti del sorriso che hai donato alla mia mamma stasera ma anche per dirti che per l’organizzazione al di fuori del palco, per quella che sarebbe dovuta essere la sicurezza, per il Pala Alpitour e per la nostra città ho provato solo Vergogna!
La mia mamma 79 anni disabile.
Oggi mi sono pure accertato chiamando il centralino del PalaAlpitour che ci fosse un’organizzazione a sostegno dell’ingresso al palazzetto per le persone disabili ed eventuali carozzine a supporto vista anche la notevole distanza fra i pochissimi posteggi disabili e gli accessi. Naturalmente mi era stato detto di sì. Per mamma Ines era una sorpresa.
Te la faccio breve… arrivati ai posteggi lascio la mia mamma li, vado all’ingresso disabili (uno dei più lontani) e mi sono sentito dire che non c’era nessuna carrozzina e il servizio di accoglienza si occupava della persona solo dal momento dell’ingresso e di chiedere ai vigili. Torno ai posteggi e i vigili mi dicono che non possono fare nulla. Chiedo anche di accompagnarci in macchina fino all’ingresso, mi dicono che è impossibile. Ripercorro i 500 metri per arrivare all’ingresso e mi sento rispondere “che non è un problema loro”. Inizio a bollire di rabbia chiedo di parlare con un responsabile dell’organizzazione che dopo qualche minuto, a debita distanza, mi dice di prendere la macchina e che mi farà il favore di farmi entrare dal retro di via Filadelfia. FARMI IL FAVORE? Ma favorire al meglio l’accesso per una persona disabile non è un favore, è un dovere. Sono nero. Ma ancora non esplodo. Torno ai posteggi disabili, faccio risalire mia mamma e si va nel retro. Dall’altra parte un “ragazzetto” della sicurezza mi fa entrare. Mi fa mettere comunque lontano dagli accessi. Entriamo e lui inizia a dirmi che i nostri posti sono dall’altra parte dell’arena. Ormai non ho più pazienza dico di darci qualunque posto l’importante sia vicino. Lui continua a dirmi che dobbiamo andare dall’altra parte. Gli chiedo se la mia mamma può mettersi nell’area carrozzine con una sedia che è a pochi metri, mi dice di no e ci propone dei posti in fondo al primo anello da raggiungere con una meravigliosa scala ripida. Non ci vedo più, mi sembra incredibile di come non colga come mia madre non ce la faccia più a camminare. Vedo una sedia libera nella zona carrozzine e faccio sedere mia madre. Lui protesta ancora e alla fine scompare. Parte il concerto. Sono nero. Sto in piedi dietro mia madre. Lei ti adora Gianni. Dopo essersi ripresa dalla stanchezza sorride e canta. Finisce il concerto. Aspetto che la gente defluisca. Riesco e vado a prendere la macchina. Rientro lo stesso ragazzetto mi fa strada e di nuovo vorrebbe che mi fermassi lontanissimo rispetto a dove mia mamma mi sta aspettando (su una sedia che ho recuperato io). Non ci vedo più. Ormai la gente è defluita, con la macchina non mi fermo dove lui mi indica e vado lentamente vicino alla porta in modo che lei debba fare solo qualche passo. E qui arriva il meglio. Il ragazzetto viene raggiunto da un suo collega che infilano le seguenti frasi… CHE COSA L’HAI PORTATA A FARE… QUI SI ENTRA CON LE PROPRIE GAMBE… ABBIAMO FATTO UN FAVORE A FARLA ENTRARE… UNA CARROZZINA A SUPPORTO, NON SIAMO MICA UN OSPEDALE.
Esplodo. Non ci vedo più dalla rabbia e dall’umiliazione. Questa è l’organizzazione e il livello di accoglienza e supporto a persone disabili dell’arena grandi eventi della nostra città. Per finire lo steward sopraggiunto fa la foto alla mia targa come a voler minacciare chissà quale ritorsione.
Sono nero. Guido verso casa. Sono muto e allibito. La mia mamma rompe il silenzio. “Mi hai fatto un regalo bellissimo. Gianni mi ha fatto tanto divertire, ma non devo più venire in un posto del genere”.
No mamma il problema non sei tu e la fatica dei tuoi anni. Tu dovresti poter entrare a tutti gli eventi che vuoi. Ma un posto che stacca migliaia di biglietti a caro prezzo non è immaginabile che non abbia un reale sistema a supporto, vista anche la distanza enorme tra i pochi posteggi disabili e gli accessi. Le persone che ci lavorano non possono dire frasi come quelle che ci siamo sentiti dire. L’accesso e l’accoglienza delle persone più fragili dovrebbe essere una priorità assoluta. No mamma il problema non sei tu!
Caro Gianni tu sei meraviglioso. Ma il fuori è stata solo Vergogna!”
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