Cultura
Un caffè per l’assassino, intervista con Pamela Luidelli
Ho avuto il piacere di scrivere un’introduzione per il nuovo libro di Pamela Luidelli, che ringrazio per la fiducia. Si chiama “Un caffè per l’assassino”, edito da Horti di Giano, ed è il seguito (o una seconda avventura se preferite) di “Un caffè per la vittima”, di cui avevamo parlato a suo tempo.
Nella mia introduzione (che non riporterò qui perchè è bene che la leggiate nel libro) provo a spiegare perchè finiamo per innamorarci di Beatrice Testaccio, la sfortunata e pasticciona protagonista dei due romanzi di Pamela Luidelli. Riguarda l’immedesimazione ma va un po’ più a fondo del normale processo che coglie un lettore quando scopre un personaggio letterario.
Beatrice, che si è ormai integrata nel piccolo paese di Castel Lassù, sulle rive del Lago Maggiore, inciampa in un nuovo omicidio. Ci inciampa letteralmente, perchè è lei a scoprire il cadavere mentre corre, praticamente calpestandolo. Parte così la nuova avventura, che mette a serio rischio la vita della protagonista, impegnnata a gestire la zia, l’ex fidanzato che sta ospitando in casa, il Maresciallo con cui forse questa volta scoccherà la scintilla definitiva e tutta una serie di personaggi che l’autrice è abile a tratteggiare e che formano il variegato panorama di abitanti di quel Presepio che è Castel Lassù.
Pamela Luidelli, la tua Beatrice si è ambientata a Castel Lassù ma sembra non essere destinata ad una vita serena. Cosa accade questa volta?
Per quanto Beatrice dopo mesi sia riuscita a entrare nel cuore della maggior parte della popolazione di Castel Lassù, a qualcuno la sua presenza crea invidia e gelosia. E così la sua rivale in affari Annunciata Albume cerca, come sempre, di metterle i bastoni tra le ruote cercando di rubarle la sua affezionata clientela. Questa volta decide di utilizzare tutti i suoi risparmi per invitare una band musicale e uno chef stellato a Castel Lassù, auspicando di portare la sua pasticceria alla popolarità. Ovviamente tutto si ripercuoterà in maniera negativa su tutto il paese, compresa Beatrice.
Come è nata l’idea di questo romanzo?
L’idea è nata mentre ero in viaggio con mio marito. Ammiravo dal finestrino della macchina il panorama circostante, e i quel momento stavo ascoltando una canzone di un noto cantante italiano. Venni folgorata dall’idea di portare la musica nel piccolo borgo di Castel Lassù. Mi sono divertita molto a giocare con il nome del cantante, chissà se qualcuno indovina a chi mi sono ispirata?
Un paese piccolo e chiuso in cui arrivano un (ex) famoso cantante ed uno chef stellato. E’ la società moderna che ormai è totalmente globalizzata?
Direi di si. Quando posso viaggio e noto che spesso i piccoli borghi per attirare i turisti di ogni nazionalità si devono reinventare e cosa c’è di meglio se non attirarli con della musica e riempiendo le loro pance con delle prelibatezze culinarie?
Il racconto ha tratti tosti e tocca temi importanti. Beatrice questa volta rischia davvero tanto…
Ho voluto di proposito trattare argomenti forti, intensi di cui si parla poco o solo quando capitano sciagure simili, purtroppo, tempo dopo, spesso ricadono nel dimenticatoio. Ho voluto ricordare tutte quelle persone che si sono ritrovate loro malgrado invischiate in una fitta ragnatela internazionale di situazioni pericolose. Ovviamente tutto stemperato con un po’ di ironia. Come sempre mi diverto a toccare temi quotidiani come amore, invidia e gelosia aggiungendo un pizzico in più di pepe. E sì, questa volta la nostra Beatrice ha rischiato davvero tanto, ma non so se abbia imparato la lezione! Di una cosa sono sicura: dopo tutte le avventure passate Beatrice avrebbe bisogno di una bella vacanza, ma il destino ha in serbo per lei ben altro…
Come è cambiata Beatrice rispetto al primo romanzo?
Beatrice ha un’indole che difficilmente cambierà, si ritrova a fare sempre i conti con il passato sebbene sia alla perenne ricerca di un futuro migliore. Solare di natura, sempre pronta ad aiutare gli altri, ma con un caratterino… Per quanto cerchi di cambiare il suo aspetto fisico con diete ed esercizi non riesce a raggiungere i risultati sperati, ma non demorde. Inciampa sempre in cose che non la riguardano, ma non riesce proprio a farsi gli affari propri. Per lei la verità deve sempre venire a galla e ovviamente lotta perché questo accada. Questa è Beatrice! In questa nuova avventura direi che forse è un poco più irrequieta, e la paura emerge profondamente in lei lasciandole dei segni che si porterà per il resto della vita.
Ci parli della vivace copertina del libro?
E’ stato un onore collaborare con il simpaticissimo fumettista Fabrizio De Fabritiis, autore della copertina. Sono del parere che questa copertina rispecchi pienamente questa nuova avventura di Beatrice: il cielo cosparso di note visto che la trama si concentra sulla musica, l’aeroplano che porta una ventata di novità nonché i volantini del concerto, la tazzina di caffè che non poteva mancare visto che tutto si svolge in un bar. Non manca la mitica 500 gialla che Beatrice spesso carica come un mulo e la utilizza come se fosse una discarica, seminascosta dentro un garage. A proposito, chissà cosa altro nasconderà quel garage? E come nei migliori gialli non può mancare una lente d’ingrandimento.
E’ già pronta una nuova avventura per Beatrice Testaccio? Secondo me al bar Nemesi ci sono dei caffè pronti “per il maresciallo”, “per il testimone”, “per l’indagato” e chissà per quanti altri protagonisti del thriller classico…
Più di un lettore ha descritto Castel Lassù come la Cabot Cove all’italiana e devo dire che mi ha fatto un enorme piacere. Continuerò a scrivere su Beatrice, non solo perché è un personaggio che piace, probabilmente perché rispecchia il genere umano con tutte le sue debolezze e le sue qualità, ma anche perché quando invento una nuova trama è terapeutico anche per me. Quindi avanti tutta!
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