Società
Avrebbe compiuto 100 anni il partigiano Eugenio Fassino, diede vita ad una delle prima bande partigiane
Il partigiano Eugenio Fassino, padre dell’ex sindaco di Torino Piero, avrebe compiuto oggi 100 anni. E’ lo stessoPiero Fassino a ricordare la figura del padre:
“Oggi 10 marzo 2023 mio padre Eugenio avrebbe compiuto 100 anni. E invece un destino crudele ha spezzato la sua vita nel maggio 1966 a 43 anni.
Un uomo coraggioso, generoso, ricco di passione civile.
Il 10 settembre del 1943, a 20 anni, ha dato vita in Val Sangone a una delle prime bande partigiane costituitesi in Piemonte per mettere fine alla guerra, sconfiggere il fascismo e liberare il Paese. Ha combattuto per 18 mesi al comando di centinaia di giovani, molti caduti da eroi per restituire libertà all’Italia. È stato uno dei liberatori di Torino, entrando in città con i suoi uomini nella notte del 24 aprile. E insieme agli altri comandanti partigiani volle che i compagni di lotta caduti fossero sepolti tra le montagne dei loro combattimenti nell’Ossario partigiano di Forno di Coazze che sul frontone porta inciso “Usque ad finem et ultra Comites”, compagni di lotta fino alla fine e oltre.
Ai suoi ragazzi ha continuato a essere sempre vicino , come un fratello premuroso, aiutandoli a reinserirsi, soccorrendoli nel momento del bisogno, accompagnandoli nelle loro scelte di vita.
Tornato alla vita civile ha avviato un’attività imprenditoriale, condotta con successo fino al momento della sua morte, che lo colse improvvisa proprio alla scrivania del suo ufficio. E anche in quell’impegno professionale fu uno straordinario tessitore di relazioni umane che gli guadagnarono stima e autorevolezza in ogni interlocutore. Così come con passione e generosità visse il suo impegno politico di dirigente del Partito Socialista e di amministratore locale. Era un uomo allegro e semplice, pieno di curiosità e interessi, amando la vita in ogni sua dimensione. Un uomo colto, con il gusto della lettura testimoniato dall’enorme quantità di libri sparsi in ogni angolo della nostra casa.
E’ stato un marito affettuoso ricambiato di un amore profondo da Carla la compagna della sua vita. Ed è stato un padre premuroso, presente, dedito a trasmettermi ogni giorno sapere, esperienza, conoscenze.
Mi ha trasmesso i valori forti della Costituzione e dell’antifascismo, la passione politica, il senso delle istituzioni, il dovere di spendersi per migliorare la società e per il bene comune. Mi ha educato al rispetto di ogni persona e a considerare che “anche nell’uomo più distante da te c’è una verità che devi comprendere”, straordinaria lezione di laicitá.
Se ne è andato troppo presto, nel pieno della mia adolescenza, lasciando un vuoto doloroso che non si è mai colmato. Ma continuando a essere il punto di riferimento di ogni scelta della mia vita. Il suo esempio, i suoi insegnamenti, la sua lezione di generosità’ mi hanno accompagnato ogni giorno. E oggi vivo questo compleanno dei cento anni di Papà’ Eugenio con immensa gratitudine e infinita nostalgia.”
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Lucio Andreoli
14 Dicembre 2024 at 11:40
Sbaglio o Eugenio Fassino si macchiò di un crimine orrendo, partecipando, in qualità di capo di un gruppo di partigiani (“banda Carli”) allo stupro di gruppo di una ragazza, di cognome Marcincini, -fu stuprata da tutti e 36 i “partecipanti”, incluso il Fassino. La povera vittima fu selvaggiamente stuprata da questo enorme branco animalesco davanti agli occhi della madre, poiché non fu trovato in casa il fretello della vittima, Silvano Marconcini, ufficiale dell’esercito repubblicano, un militare fascista che il gruppo di partigiani voleva assassinare.