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Ambiente

Cecità diffusa, la crisi climatica nella nuova installazione di Rebor a Torino

Sergio Lanzillotta

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Nuova installazione di Rebor a Torino. Oggetto dell’opera dello street artist del rosa stavolta è la crisi climatica e l’incapacità di noi tutti di affrontare più marcatamente la questione.

Spiega l’artista:

Amitav Ghosh «questa nostra epoca, così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l’epoca della Grande Cecità»?
Sono partito ispirandomi al graduale ritiro del ghiacciaio Thwaites, vasto e immenso ammasso di ghiaccio dell’Antartide che sta perdendo la sua grandezza per via del surriscaldamento dell’acqua del mare. Questo fenomeno è dovuto a grandi cambiamenti nello schema dei venti e delle tempestenell’Emisfero Sud, che a loro volta dipendono dalla crisi climatica influenzata dall’essere umano. La luce del sole incontra la superficie terrestre: gli oceani assorbono buona parte della sua energia sotto forma di calore perché l’acqua ha una capacità termica di assorbimento molto maggiore rispetto all’aria. Questo porta ad un aumento della temperatura delle acque.

“Per far fronte a questi incresciosi problemi, nel 2015 le Nazioni Unite firmano i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile conosciuti come ”Agenda 2030”, in cui al numero 13 vi è l’azione climatica. Sempre nello stesso anno, in Francia, si firmano gli Accordi di Parigi riguardo la riduzione delle emissioni di gas serra”.

“Negli anni l’attenzione politica è aumentata, ma ancora non basta. Serve più dedizione e azione da parte dei governi di tutto il mondo. Il pensiero comune della gente ricorda “Don’t look up”, film Netflix, ovvero: finché la crisi non mi riguarda personalmente, non è un mio problema. Ma questo modo di pensare va a paralizzare la nostra capacità di agire e di salvarci in tempo, perché le conseguenze possono essere catastrofiche: inondazioni, tornado, caldo, siccità sono solo alcuni degli effetti della crisi climatica”.

“Il glaciologo Olaf Eisen avverte che la fusione dei ghiacciai è un “grido d’allarme che ci esorta a cambiare la nostra vita”.
Il modo in cui consideriamo il mondo circostante, come interpretiamo la realtà e gli eventi che accadono può influenzare la nostra azione per l’ambiente, per il mondo e i suoi problemi. Dovremmo uscire dalle vecchie abitudini, guardando la crisi climatica da un’altra prospettiva, per poter distinguere e analizzare quello che ci circonda. La crisi climatica è già in atto e si può ancora cambiare. C’è bisogno di creatività. Non rimaniamo ciechi!”.

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