Ambiente
Coldiretti Torino organizza un corso per abilitare gli agricoltori alla difesa diretta dai cinghiali
Parte questa sera il primo corso di Coldiretti Torino per abilitare gli agricoltori alla difesa diretta dai cinghiali senza dover chiedere un intervento ai cacciatori o ai guardiacaccia. Inizialmente era limitato a 60 posti ma gli uffici Zona dell’organizzazione agricola sono stati letteralmente travolti dalle richieste. Gli allievi oggi sono 120. Il programma e l’esame finale del corso sono stati approvati dalla Città Metropolitana. Questo corso fa parte di un pacchetto di richieste di Coldiretti Torino rivolte alla Città Metropolitana ma anche alla Regione e agli Enti parco per attuare un vero depopolamento della specie e per snellire le procedure di intervento dopo le segnalazione di danni da parte delle aziende agricole.
Nel 2022 nei soli uffici di Zona di Coldiretti Torino sono state redatte richieste di rimborso danni da cinghiale per oltre 800mila euro. Inoltre, aumentano i casi di PSA al confine con la Liguria.
«Al termine del corso questi agricoltori potranno difendere i propri campi – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Ma non è sufficiente. Siano davvero preoccupati per l’aumento di casi di Peste Suina Africana. Sono ormai oltre 360 le carcasse di cinghiali scoperte positive al terribile virus che dai boschi tra Liguria e Piemonte potrebbe rapidamente diffondersi anche alla provincia di Torino minacciando gli allevamenti di suini».
Così, Coldiretti Torino fa gli auguri al nuovo commissario straordinario per il contrasto alla peste dei cinghiali e chiede che il cambio di Commissario porti un cambio di passo e si impieghino tutti i mezzi necessari per diminuire drasticamente il numero di questi animali nelle campagne e alle periferie dei centri abitati. «Speriamo davvero che la sostituzione del commissario straordinario alla lotta alla PSA Angelo Ferrari con il direttore dell’Istituto zooprofilattico di Marche e Umbria, Vincenzo Caputo, possa imprimere una svolta nel contrasto all’epidemia. Un contrasto che, finora, è stato quasi inesistente con risultati bocciati dagli stessi numeri diffusi in questi giorni dove il virus sembra in preoccupante crescita. Al nuovo commissario chiediamo che, di fronte all’evidente insufficienza del contributo di cacciatori in braccata e selecontrollori, si valuti con estrema serietà l’utilizzo dell’esercito per raggiungere risultati soddisfacenti in tutto il territorio metropolitano torinese».
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