Cronaca
Torino, decapitato per un fidanzamento truffa: chiesta la conferma dell’ergastolo per l’omicida
Per l’efferato delitto commesso il 9 giugno 2021 il pg Alberto Benso, in Corte di assise d’Appello, ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Mohamed Mostafa, 25enne cuoco originario del Bangladesh processato a Torino con l’accusa di avere strangolato e decapitato Mohamed Ibrahim, suo coetaneo, lavapiatti in una pizzeria.
Stessa pena era stata chiesta in primo grado: i pm avevano contestato la premeditazione e la crudeltà escludendo l’aggravante dei futili motivi. Oggi invece il difensore ha sollevato dei dubbi sull’utilizzabilità delle dichiarazioni rese dall’imputato per la traduzione fatta dagli interpreti.
“Nessuno di loro – ha spiegato l’avvocato a La Stampa – era un professionista e nessuno parlava bene l’italiano. Ci sono state traduzioni abnormi. Durante le indagini sono state raccolte frasi con dei concetti che a me sembrano senza senso. E nel primo processo i giudici dovettero tentare di interpretare quanto diceva l’interprete”.
L’omicidio
Il movente è da ricercarsi nella mancata restituzione di un debito o in quello che gli stessi pm hanno definito, basandosi sulle dichiarazioni dell’imputato, un “fidanzamento truffa”. Si è infatti scoperto che Mostafa versava denaro da destinare in Bangladesh a una giovane parente della vittima poiché gli era stato fatto credere che lo avrebbe sposato; il matrimonio invece non ebbe luogo.
Il delitto è stato commesso nella casa della vittima in corso Francia a Torino. Dopo una caccia all’uomo, Mostafa era stato fermato mentre scendeva da un treno proveniente dalle Valle di Susa, poi era arrivata la confessione.
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