Cittadini
Sfrattati dopo 87 anni di lavoro i Perosino-de Coster dall’imbarco del Re a Torino
Dopo due tentativi falliti di sfrattare la famiglia Perosino-de Coster dall’imbarco del Re al Valentino sulle sponde del Po, oggi, mercoledì 15 febbraio, polizia e ufficiale giudiziario mandato dal Tribunale di Torino hanno proceduto con lo sgombero del locale, usato anche come abitazione dagli ex-titolari, lì dal 1936.
La disputa con il Comune di Torino va avanti dal 2012 quando per l’applicazione di una legge regionale che assegnava all’amministrazione comunale la proprietà degli immobili presenti sulle rive del Po, anche quelli di proprietà privata.
I Perosino da parte loro sono convinti di essere dalla parte del giusto dato che, come scrivono sul sito del locale, “da dieci anni siamo in giudizio contro il Comune di Torino per rivendicare, convinti delle nostre ragioni, il diritto di poter continuare a vivere e lavorare all’Imbarco acquistato, ristrutturato, ampliato e gestito dalla nostra famiglia con amore e dedizione per 85 anni (ora 87 anni, ndr). In ogni momento potremmo essere sfrattati dal luogo acquistato da nostro nonno Alberto Perosino nel 1936 per costruire barche da fiume, dove Graziella Perosino è nata nel 1940 e vive tuttora insieme a Gianni, dove noi siamo cresciuti, dove la nonna Anna iniziò negli anni ’60 l’attività di solarium estivo e noleggio barche, dove Graziella dal 1987 avviò il ristorante ed il bar, dove molti di voi avranno passato giornate e serate di festa, svago o relax”.
Il Comune chiedeva ai Perosino di pagare un credito di 300 mila euro, ma la famiglia si è sempre rifiutata, anche di rateizzarla, e da parte loro hanno proposto a Palazzo Civico di annoverare – senza costi – l’imbarco tra i Beni comuni, organizzando iniziative sociali e sportive aperte alla Città.
Oggi però si è arrivati con l’epilogo della vicenda: i Perosino-de Coster se ne vanno e oltre alle valigie si portano via con l’aiuto di amici, arrivati con un camion in viale Virgilio 53, gli arredi e la mobilia. La sentenza del 26 novembre del 2018 della Corte d’Appello di Torino ha dato ragione all’amministrazione, l’imbarco del Re è di proprietà del Comune.
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