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Tutti i dati sulle imprese nate e morte a Torino nel 2022 della Camera di Commercio

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Presentati in Camera di commercio a Torino i dati della tradizionale indagine sulla natimortalità imprenditoriale torinese nel 2022, un bilancio annuale sullo stato del tessuto economico locale, tra nuove aperture, cessazioni e settori con andamenti diversificati.

“La crisi pandemica e quella dei costi dell’energia hanno messo a dura prova tutto il sistema produttivo, comprese le micro e piccole imprese: i numeri dell’indagine, che registrano comunque una lieve crescita, mostrano, malgrado i fattori critici e congiunturali, una certa resilienza del nostro tessuto imprenditoriale – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio Torino. – Ricordo che l’ente camerale è a disposizione per offrire a tutti i neo imprenditori consulenza gratuita e specialistica per l’avvio di nuove imprese più solide e durature”.

Le imprese torinesi

Il tessuto imprenditoriale torinese a fine 2022 si compone di 223.025 sedi d’impresa. Il numero, che rappresenta il 52% delle imprese piemontesi e il 3,7% di quelle nazionali, cresce per il terzo anno consecutivo, dopo oltre un decennio di calo ininterrotto, pur a fronte di dinamiche anomale connesse al periodo pandemico.

Per oltre il 95% si tratta di microimprese – con meno di 10 addetti – mentre le piccole rappresentano il 3,8% e le medie e grandi – con almeno 50 addetti – meno dell’1%.

Le nuove iscrizioni (12.804) superano le cessazioni (11.317 al netto di quello di ufficio), con un saldo positivo pari a 1.487. Ma dopo il calo degli anni scorsi, le cessazioni hanno fisiologicamente ripreso ad aumentare, mentre le iscrizioni hanno subito un ridimensionamento rispetto al 2021, registrando i valori più contenuti degli ultimi dieci anni, superiori soltanto al dato del 2020.

Il tasso di crescita registrato è pari allo 0,67%, collocandosi più vicino al dato italiano (0,79%) che a quello piemontese (0,25%). Nel grafico si evidenzia con chiarezza il rimbalzo dopo il periodo pandemico che tuttavia rallenta nel 2022.

Tasso di sopravvivenza

Con la ripresa delle cessazioni, si ferma al 71,4% il tasso di sopravvivenza medio a distanza di 3 anni dall’apertura (nel 2021 era pari al 73,8%). Il dato è comunque ancora superiore ai tassi rilevati dieci anni fa (nel 2013 al 61,6%), segno della capacità del tessuto imprenditoriale di strutturarsi, contenendo il turn over.

Settori di attività economica 2022

L’andamento nel 2022 è variegato a seconda dei settori. I servizi alle imprese si confermano il primo settore per consistenza (il 26,5% del totale) e continuano a crescere, così come le costruzioni sostenute dai bonus governativi; buona anche la crescita dei servizi alle persone, mentre commercio e agricoltura, dopo un 2021 di lieve ripresa, tornano a registrare una variazione negativa insieme a turismo e industria.

Servizi prevalentemente orientati alle imprese (+1,0%; il 26,5%)

Primo settore per numero di imprese nel torinese (58.997), i servizi alle imprese nel 2022 registrano il terzo incremento della consistenza più importante (+1,0%). Tra i vari comparti, il più rilevante è quello delle attività immobiliari (il 31,7%), in aumento rispetto al 2021 (+0,2%). Seguono, per ordine di importanza, le attività professionali, scientifiche e tecniche (il 19,6% del totale; +2,0%), dove ricadono le attività di consulenza, le agenzie pubblicitarie, le attività di design specializzate, tutte in crescita. Aumentano anche i servizi di disbrigo pratiche, le imprese di pulizia, le attività di promotori e mediatori, la produzione di software e i servizi di elaborazione dati e hosting. In calo i trasporti di merci, i servizi postali e le attività di corriere che nel 2021 avevano invece segnato un buon incremento.

Commercio (-1,2%, il 24,0%)

Il commercio chiude l’anno 2022 con 53.562 attività (il 24,0% del totale, secondo settore per consistenza) e con una diminuzione del -1,2% dopo un 2021 di lieve ripresa. All’interno del settore crescono solo due macrocategorie: il commercio e riparazione degli autoveicoli (+1,7%) e il commercio al dettaglio al di fuori di banchi, negozi e mercati (+3,0%), grazie all’ottimo trend del commercio on-line (+9,5%).

In calo invece il commercio al dettaglio in sede fissa e quello ambulante.

Per quanto riguarda il dettaglio diminuiscono quasi tutte le tipologie di esercizi commerciali: abbigliamento e calzature, negozi di frutta e verdura, macellerie, panetterie e negozi di dolciumi. La crisi colpisce anche le edicole, le cartolerie, i negozi di articoli sportivi che nel 2021 erano invece cresciuti. Scendono le ferramenta, i negozi di mobili e di utensili per la casa. Incremento per le farmacie e i fiorai.

Per quanto riguarda il commercio ambulante, calano tutte le tipologie di banchi: frutta e verdura, carne e pesce, abbigliamento, prodotti tessili, fiori, bigiotteria e articoli casalinghi.

Costruzioni (+2,2%, il 15,6%)

Con uno stock di 34.779 imprese, per la terza volta il settore delle costruzioni fa registrare un incremento pari al +2,2%: crescono i lavori di costruzione specializzati tra cui tinteggiatura e posa in opera di vetri, i lavori di completamento e finitura degli edifici, la posa in opera degli infissi. Lieve aumento anche per l’installazione di impianti elettrici e idraulici. In leggera crescita anche le costruzioni di edifici.

Industria (-1,6%; l’8,9%)

Sono 19.945 le imprese dell’industria manifatturiera, in forte decrescita rispetto al 2021 (-1,6%). La diminuzione è stata trasversale a tutti i principali settori, fatta eccezione per i mezzi di trasporto (il 3,3% del totale) che, dopo anni di contrazione, nel 2022 registrano un +0,2%, grazie alle attività di fabbricazione di aeromobili, veicoli spaziali e dei relativi dispositivi (+4,6%).

Guardando i cali più rilevanti, sono le apparecchiature elettriche ed elettroniche, tra cui la fabbricazione di computer e altri componenti, a registrare la variazione maggiormente negativa. Al secondo posto per calo, le imprese della meccanica, che già nel biennio precedente erano in forte sofferenza e, al terzo, i prodotti chimici e farmaceutici. In calo anche la metallurgia e i prodotti in metallo, primo settore della categoria per numero di imprese, così come la fabbricazione di strumenti e forniture mediche, l’industria alimentare e delle bevande, l’industria tessile e dell’abbigliamento, le imprese della carta e editoria.

Istruzione, Sanità e Servizi pubblici, sociali e personali (+1,7%; il 7,6%)

Con 16.930 imprese registrate, i servizi alla persona crescono del +1,7%, in linea con l’andamento evidenziato nel 2021. Analizzando gli incrementi più rilevanti, al primo posto si colloca l’istruzione (tra cui corsi sportivi e ricreativi, formazione culturale, corsi di formazione e di aggiornamento professionale, tutti in crescita). Al secondo posto per incremento la macrocategoria delle attività sportive, di intrattenimento e artistiche dove crescono le attività di gestione di impianti e i club sportivi, le creazioni artistiche e letterarie, ma diminuiscono palestre e discoteche.

Le attività di assistenza sanitaria e sociale sono l’insieme che vedono il terzo incremento: qui rientrano gli aumenti degli studi medici specialistici, degli studi odontoiatrici e degli altri servizi di assistenza sanitaria (attività di fisioterapia, paramediche e i laboratori di analisi cliniche).

Continua la crescita dei centri estetici, delle pompe funebri, degli studi di tatuaggi e piercing, dei servizi di cura degli animali da compagnia, dei servizi di organizzazione feste e cerimonie e dello sgombero cantine e solai.

Stabili i parrucchieri, in diminuzione le lavanderie.

Servizi di alloggio e ristorazione (-0,8%; il 7%)

La categoria, che conta 15.505 imprese, registra un calo per il secondo anno consecutivo principalmente imputabile al trend dei bar, che con un -2,7% proseguono la flessione già evidenziata negli anni scorsi. Dal 2013 ad oggi il torinese ha perso oltre 1.070 bar ed esercizi assimilati.

Continua la crescita dei ristoranti e – dopo l’esplosione registrata nel 2021 – si stabilizzano i take-away; calano le pasticcerie e gelaterie. Boom dei bed & breakfast e affittacamere (+9,9%) mentre continua a scendere il numero degli alberghi tradizionali.

Agricoltura (-0,7%; il 5,2%)

Con 11.638 imprese (il 5,2% del totale) nel 2022 il settore torna a calare (-0,7%) dopo il leggero rialzo del 2021. Scendono le attività di coltivazione di cereali e ortaggi, ma anche l’allevamento di animali.

Categorie di imprese

Le imprese straniere

Con 31.000 unità, prosegue la significativa dinamica espansiva delle imprese straniere, che sono giunte a rappresentare il 13,9% del tessuto imprenditoriale provinciale. Il tasso di crescita è ampiamente positivo (+4,24%), ma in riduzione rispetto al 2021 (+6,3%).

Nel 2022 prosegue per la componente straniera il processo di rafforzamento di tutte le attività economiche: in particolare per le costruzioni, primo settore per consistenza, in cui è coinvolto il 32,3% delle imprese straniere, che aumenta del 6,4% e per quello dei servizi alle persone, il 9% del totale, con un +5,2%. Più debole l’incremento delle imprese del commercio (+0,9%), che rappresentano il secondo settore per presenza di imprenditoria non italiana (il 25,8%).

Sono 41.061 le posizioni imprenditoriali straniere, in aumento rispetto al 2021 del +3,4%. Gli imprenditori stranieri si caratterizzano per essere più giovani: il 7%, infatti è sotto i 30 anni (contro il 4% di quelli italiani) e solo il 3% risulta essere un ultrasettantenne (a fronte del 16%). Le due nazionalità più numerose sono la rumena (23,1%) e la marocchina (14,5%).

Le imprese artigiane

Nel 2022 prosegue, per il secondo anno consecutivo, il trend di crescita delle imprese artigiane, dopo oltre un decennio di contrazione. Raggiungono infatti quota 59.818 unità, con un tasso di crescita positivo, pari al +0,54%. È l’edilizia (il 42,8% del totale) che guida l’andamento di crescita, mentre risultano in diminuzione sia l’industria manifatturiera, che rappresenta il secondo settore per importanza, sia quello dei servizi alle imprese e quello del turismo.

Le imprese femminili

A fine 2022 sono 49.734 le imprese femminili registrate nel torinese, il 22% del tessuto imprenditoriale complessivo, dato in linea sia con la media nazionale sia con quella piemontese. Il tasso di crescita è positivo,+0,33%, anche se inferiore a quanto registrato lo scorso anno (+1,31%) e a quanto rilevato sul territorio italiano (+0,64%). Nel 14% dei casi si tratta di imprese straniere e nell’11% di imprese “under 35”.

Sono i servizi prevalentemente orientati alle imprese il primo settore delle attività in “rosa”, in crescita del +2% rispetto all’anno scorso, seguiti dal commercio, il 26,7% e in decrescita del -1,6%. Nei servizi alle persone si concentra il 15,5% delle imprese mentre nel turismo il 9%.

Le imprese giovanili

Nel 2022 sono 21.355 le imprese under 35, il 9,6% del totale. La variazione di consistenza rispetto al 2021 è negativa (-71 unità), in conseguenza della riduzione delle iscrizioni e dell’incremento delle cessazioni. Il 25,6% delle imprese giovanili si concentra nel commercio, seguono i servizi alle imprese e le costruzioni. La forma giuridica preponderante è l’impresa individuale che rappresenta il 79,7% del totale.

Lo studio completo.

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