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Case sfitte e studenti fuorisede senza un posto letto: l’Università e il Politecnico di Torino avviano il progetto “Student Housing”

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Nella giornata di ieri (mercoledì 11 gennaio) è stato presentato nel Salone del Rettorato il progetto “Student Housing”. Promosso dall’Università e dal Politecnico di Torino, l’obiettivo dell’iniziativa è offrire appartamenti e stanze agli studenti e alle studentesse dei due atenei, sfruttando tutte quelle locazioni che non sono affittate, a causa di sfratti, morosità, affitti in nero e ristrutturazioni. Secondo un’indagine del dipartimento di Managment, sono circa 50 mila gli alloggi sfitti a Torino, ovvero il 15% del totale, a fronte di più di 44 mila studenti e studentesse in cerca di un posto letto. L’università ha pensato di ristrutturare queste strutture, contattando poi i/le proprietari/e e le relative banche, mettendo a punto una piattaforma che permetta a domanda e offerta di incontrarsi.

“Student Housing” prevede, per chi possiede gli alloggi, di rivalutarli grazie alla ristrutturazione e di coprire i costi di quest’ultima grazie all’affitto dello studente. Chi affitta invece potrà godere di una garanzia di qualità dello stato dei locali e dovrà sostenere il costo di spese condominiali, TARI e, ovviamente, il canone di affitto. Tuttavia non sono imposti limiti ai locatori e alle locatrici per quanto riguarda il costo al metro quadro imponibile all’affittuario/a: si apre così uno scenario (del tutto lecito) in cui, poiché non vi è l’obbligo di valutare il locale e quindi avere il tetto massimo di prezzo imponibile, i proprietari e le proprietarie potrebbero (salvo buona fede) approfittare delle tasche degli studenti e delle studentesse per alzare il canone di affitto con la scorciatoia di una anche minima ristrutturazione.

Nel progetto è specificato, ma senza vincoli, che è favorito un arredamento di seconda mano e una fornitura energetica sostenibile. Questo porterebbe ad un effettivo miglioramento di tutte quelle strutture che, costruite molti anni fa, non rispettano gli standard di inquinamento e di consumo. Nota positiva anche per l’effetto di scoraggiamento del mercato immobiliare nel costruire nuove strutture sul suolo torinese, già sfruttato a sufficienza.
“I fuori sede che studiano e vivono a Torino, internazionali e nazionali, sono oggi parte significativa e importante della popolazione torinese – ha dichiarato il Rettore di UniTo, Stefano Geuna, durante la conferenza di presentazione – Segno anche di come la città sia cambiata negli ultimi anni anche grazie all’Università con la sua crescente attrattività. Torino Student Housing rappresenta una grande opportunità per aumentare il potenziale di recettività e gli standard di qualità. Incontrare questi nuovi bisogni è oggi una priorità inderogabile per gli Atenei.”

Il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco, ha insistito sulle iniziative collaterali che il progetto consentirebbe: “Gli studenti stranieri che formiamo ai nostri valori sono una grande opportunità per il Paese di attenuare gli effetti della denatalità. Particolarmente meritorio poi quello che sapremo realizzare per l’accoglienza degli studenti provenienti da Paesi poveri o da zone di guerra”.

La previsione è di mettere a disposizione circa 10 mila appartamenti nei prossimi 5 anni; durante questa prima fase di avvio, le risorse saranno dedicate allo sviluppo della piattaforma ed avviare cantieri pilota per mappare tempistiche e risorse necessarie.

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