Cuneo
La denuncia di due musiciste: alla Baìo di Sampeyre per le donne è impossibile suonare
Torna la Baìo di Sampeyre, storica festa che coinvolge tutta la Val Varaita e che si tiene a cadenza quinquennale. Un evento importante, quindi. Quest’anno però ci si avvicina nel segno delle polemiche per un’esclusione che, seppure legata alla tradizione, risulta in effetti discriminate e decisamente anacronistica. Riportiamo la denuncia di Chiara e Sara Cesano, un duo di violiniste escluse dalla festa.
Scrivono:
È ufficiale: a Febbraio ritorna la Baìo di Sampeyre, tra le feste tradizionali più antiche e importanti delle Alpi. Ma è una festa a cui ci è stato vietato di suonare.
Per chi non la conoscesse: è una tradizione secolare che rievoca la cacciata dei saraceni dalla Valle Varaita e unisce storia, cultura, musica e festa da tantissime generazioni, in un corteo festante rappresentato da figuranti in costume tradizionale che durante le tre giornate sfila per le vie del paese accompagnato da gruppi di suonatori.
Alla Baìo la musica è indispensabile.
I brani suonati sono quelli tradizionali di Sampeyre che conta decine di melodie da ballo, spesso arricchite da molteplici varianti locali.
Numerosi di questi sono stati composti da uno dei più importanti musicisti della valle: Juzep da’ Rous, violinista che ha svolto il suo servizio come suonatore della Baìo per circa settant’anni, portando in vita un repertorio popolare senza eguali.
Questo video è dedicato a lui e al suo lavoro: il violino in Valle Varaita è da sempre stato lo strumento principe della musica tradizionale, antecedente al semitoun e alla fisarmonica.
Negli ultimi anni si dice che il numero di violinisti in valle si sia drasticamente ridotto e per la Baìo gli organizzatori devono cercare musicisti da fuori.
Eppure a Sampeyre di musicisti ce ne sono eccome, ma hanno un imperdonabile difetto: quello di essere donne.
Una delle caratteristiche della Baìo è che solo gli uomini possono parteciparvi: sono uomini i segnuri e i sapeur, l’arlechin e cavalíe, sono interpretati da uomini i personaggi maschili e sempre da uomini sono interpretati i personaggi femminili come l’espuzo e la vieio.
Ma la figura del musicista è a parte: nella Baìo il suonatore non interpreta nessuno, è al servizio della festa per fare quello che fa tutti i giorni dell’anno: suonare. L’assenza di musicisti donne non è una regola, ma un dato di fatto nella comunità montana fino al secolo scorso.
Ma la comunità cambia, e “La tradizione non consiste nel conservare le ceneri ma nel mantenere viva una fiamma”, diceva Jean Jaurés.
Quest’anno abbiamo proposto agli Abà di partecipare come suonatrici alla Baìo di Piaso.
La risposta è stata lapidaria: “Siete escluse dalla partecipazione alla Baìo in quanto donne”, nessuno spazio al dialogo e al confronto, solo la fretta di chiudere il discorso il prima possibile; con toni sprezzanti e intimidatori, ci è arrivato anche il divieto di suonare alla “chiamata” del 6 Gennaio (la tradizione vuole che il giorno dell’Epifania il popolo esca in strada a chiedere agli Abà se si farà la Baìo), una situazione di festa dove tutta la popolazione è coinvolta, libera da regole e prescrizioni, fino ad oggi l’unico momento in cui era ammessa una donna musicista. Quando si chiede un passo in avanti, qualcuno preferisce farne tre indietro.
Fortunatamente insieme alle scarne risposte ufficiali e all’imbarazzante silenzio sulla questione da parte dei musicisti incaricati dagli Abà, è arrivato anche un grosso sostegno dai sampeyresi, segno che anche in un contesto come la Baìo la comunità è sempre più avanti rispetto a chi comanda.
Questo messaggio vuole essere uno spunto di riflessione sul concetto di cosa vuole e debba essere una tradizione per essere mantenuta viva, per questo condividiamo con voi i nostri pensieri e siamo aperte al confronto: come Juzep da’ Rous siamo suonatrici popolari che amano le proprie radici, rispettano le tradizioni e cercano di trasmetterle.
W LA BAÌO!
Chiara e Sara Cesano
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