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Nella provincia di Torino 8416 annunci Airbnb, ma servono delle regole

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Il fenomeno degli affitti turistici brevi continua a crescere nella provincia di Torino con 8.416 annunci pubblicati sul portale Airbnb (erano 7.548 nel 2019), di questi 4.900 riguardano la sola città di Torino. L’indagine è stata realizzata da Federalberghi Nazionale per stimare le dimensioni del fenomeno, chiedere alle Istituzioni di vigilare sul fenomeno e prevedere, per i privati che affittano appartamenti a turisti, lo stesso trattamento previsto per le strutture turistico- ricettive regolari.

Secondo l’indagine condotta da Federalberghi del numero complessivo di annunci pubblicati nella provincia di Torino l’81,9% (6.892 appartamenti) riguarda unità abitative intere (non in condivisione con il proprietario), 4.723 annunci (56,1%) riguarda appartamenti a disposizione oltre i sei mesi e 4.111 annunci (48,8%) afferiscono a host che gestiscono più alloggi in una dinamica imprenditoriale.

Nelle Valli Olimpiche si contano invece 1.342 annunci: guidano la classifica Claviere con 356 annunci, Sestriere con 342 e Bardonecchia con 262 appartamenti in affitto. Nella giornata in cui la Corte di Giustizia Europea rigetta il ricorso di Airbnb stabilendo, in sostanza, l’obbligo per il portale di riscuotere e versare allo Stato italiano la cedolare secca sugli affitti brevi, il presidente di Federalberghi Torino Fabio Borio invita gli organi di vigilanza e le istituzioni locali a porre attenzione sul tema nel territorio torinese.

“Questa indagine smaschera di fatto alcune delle bugie che vengono abitualmente raccontate su questo fenomeno – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – la maggior parte degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti, non si tratta di attività occasionale ma spesso condotta stabilmente e in moltissimi casi non si tratta di un mero sostegno al reddito, ma a tutti gli effetti di un’attività economica strutturata. Chiediamo agli organi di vigilanza e alle Istituzioni locali di mettere sotto la corretta luce questo fenomeno a partire dal Codice Identificativo Regionale e di prevedere, per chi affitta a fini turistici, le stesse regole che valgono per le nostre imprese al fine di poter competere ad armi pari sullo stesso mercato”.

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