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Cronaca

Alla piscina comunale di Torino scritte in favore di Cospito, anarchico condannato al 41bis

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“No 41bis” e “Alfredo libero”. Non è chiaro quando siano effettivamente comparse, ma sui muri della piscina comunale di Torino campeggiano queste frasi in favore di Alfredo Cospito. L’anarchico è in carcere dal 2012 per aver piazzato, tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, la cui esplosione non fece vittime.

Cospito stava scontando i 10 anni per l’attentato all’ad di Ansaldo Roberto Adinolfi, e da più di cinquanta giorni ha intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le condizioni detentive a cui è sottoposto. Ha perso più di 20 chili, come testimoniato dalla dottoressa Milia, incaricata dall’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini di verificare le condizioni di salute del detenuto. “Condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni Non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese”, ha dichiarato durante il processo tenutosi nel blindatissimo Palagiustizia di Torino.

Lunedì 19 dicembre, però, il tribunale di sorveglianza di Roma ha confermato la reclusione in regime di 41-bis per i prossimi 4 anni per Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di Sassari.

La riqualificazione del reato in strage politica implica la trasformazione della pena di Cospito in ergastolo ostativo, il regime detentivo del “fine pena mai” che impedisce alla persona condannata di accedere a misure alternative e altri benefici come liberazione condizionale, lavoro all’esterno, permessi premio, semilibertà.

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