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I delitti dei sette giusti, intervista con Luisa Ferrari

Gabriele Farina

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Nuova avventura per il commissario Aurelio Baldanzi, nato dalla penna di Luisa Ferrari. La nuova avventura, I delitti dei sette giusti, Fratelli Frilli Editori, lo vede partire dalla sua Torino, spostarsi nell’astigiano e poi andare in trasferta in Abruzzo, sulle tracce di un professore morto all’Istituto di Anatomia Patologica di Torino e di un’antica leggenda.

Baldanzi è l’antitesi dei commissari, eppure ha un suo preciso modo di lasciarsi travlgere dai casi che gli tocca affrontare. Trovate qui la recensione completa del libro, che potete leggere prima o dopo l’intervista con Luisa Ferrari.

Torna il commissario Baldanzi, anche se lui sarebbe probabilmente rimasto tranquillo a casa. Come è nata la nuova avventura?

È nata quasi per caso…lo scorso anno sono stata invitata ad una presentazione dell’Antologia Frilli 2021 a Calascio, in provincia dell’Aquila, perché il mio racconto era ambientato proprio tra L’Aquila e Rocca Calascio, la celebre rocca a picco sul vuoto e circondata da splendide montagne. Nel corso della presentazione mi è stato chiesto, forse seriamente forse un po’ per gioco, di ambientare proprio li il romanzo successivo e così è stato. Un’avventura che parte da Torino, passa per Rocca D’Arazzo nell’astigiano e approda nel magnifico borgo di Calascio. E Baldanzi, che adora l’Abruzzo, ne è felice.

Si parte sempre dall’Istituto di Anatomia Patologica di Torino, è il posto al mondo che ami di più?

È il posto al mondo cui sicuramente sono più fedele visto che credo sia l’unico, nel mio girare, che frequento da ben oltre vent’anni. Un posto che sa di storia, entrarci è varcare mura che videro scienziati illustri, un vero piacere per l’animo!!

Il viaggio questa volta ci porta fino in Abruzzo sulle tracce di un’antica leggenda…

Leggende, i Sette Giusti, alte montagne che celano segreti… sì, Baldanzi è abbonato alle storie complicate che paiono non trovare soluzione. Cambiano i paesaggi, ma il resto pare seguirlo come un oscuro karma o forse meglio detto, trattandosi di Baldanzi, come la nuvola di Fantozzi.

Veniamo a Baldanzi. Con l’età i suoi rapporti con le donne non mi sembra stiano migliorando…

Eternamente nevrotico, sottilmente anaffettivo e totalmente inaffidabile con la sventurata Ornella, terribilmente appassionato nelle direzioni sbagliate… direi che non ha alcuna chance di miglioramento. Non c’è cattiveria, solamente tanta insicurezza mentre il timore di dover dare più di quanto può lo porta a chiudersi. Ma in lui batte ancora un cuore da ragazzino, che lo tradisce costantemente. I casi da risolvere… c’è tempo anche per quelli, ma pare sempre che le sue priorità siano altre.

E questa volta si trova anche a subire una convivenza forzata con una giovane ragazza…

Il peggio che gli potesse capitare! Ma l’affinità che li lega renderà la convivenza fin piacevole, dopotutto gli basta poco per essere quasi felice.

Come sta cambiando libro dopo libro il tuo commissario?

Baldanzi si rende conto degli anni che passano, in Cadaveri e tacchi a spillo era un ragazzotto maturo, in La Villa dei Cadaveri sentiva il peso di una maturità che non accettava. Qui vede tutto con occhio più adulto, se mai questo termine possa essergli congeniale, forse aiutato dalla contemplazione dell’orizzonte dalle alte montagne abruzzesi.

Ritroveremo presto Aurelio Baldanzi?

Baldanzi è drammaticamente pigro quanto abitudinario, certamente tornerà presto. Torino, le colline astigiane e, chissà, forse di nuovo l’Abruzzo aspettano di vederlo in azione, anche se lui non è così ansioso di tornare. Aspetta, sono le indagini a venire da lui e non il contrario… e sarà solo questione di tempo.

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