Cittadini
Confapi: con l’applicazione del payback sanitario,le aziende che forniscono medicale alla sanità pubblica costrette a chiudere
Il payback, inserito nel decreto aiuti bis, che definisce le regole per una compartecipazione delle imprese allo sforamento dei tetti regionali di spesa sanitaria , “va assolutamente abolito o quanto meno riformato” tuona il Vice Presidente Vicario Nazionale e Presidente Regionale Api Sanità, Michele Colaci.
Da cinque anni dalla sua introduzione è rimasto inapplicato a seguito di accordi nella Conferenza Stato-Regioni e deve continuare a rimanere sospeso, non si possono aggiungere altri aggravi alle imprese che partecipano, regolarmente, a gare pubbliche di forniture medicali, sostiene Confapi.
Se non si dovessero prendere urgenti provvedimenti, le aziende del comparto si troverebbero a dover sborsare costi aggiuntivi per circa 2,6 miliardi di Euro, su tutto il territorio nazionale; costi irregolari e insostenibili per le aziende, afferma Michele Colaci.
Il meccanismo del payback è fortemente vessatorio verso quelle imprese che forniscono materiale medicale alla pubblica amministrazione, perché dovrebbero farsi carico, in percentuale, dello sforamento dei tetti di spesa della pubblica amministrazione, responsabilità per definizione in capo all’organo tecnico-amministrativo e politico; situazione inaccettabile, afferma Michele Colaci.
Per questo motivo chiediamo di abolire immediatamente questa norma, per non mettere, definitivamente in ginocchio, le imprese del settore, chiude il presidente.
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