Piemonte
Torino, Massimo Ranieri sul palco del Teatro Colosseo
“Non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, io ne ho ancora tantissimi”, esordisce così Massimo Ranieri, al secolo Giovanni Calone, artista immenso che ieri ha trovato un Teatro Colosseo super sold out, pronto ad abbracciare ancora una volta uno degli eroi della musica, del teatro, del cinema e della cultura italiana.
Il suo nuovo tour, sul palco con nove musicisti, si intitola “Tutti i sogni ancora in volo”, verso ormai immortale di quello che è forse il suo più celebre cavallo da battaglia “Perdere l’amore”, che lo consacrò come vincitore a Sanremo 1988; lo vede impegnato in una lunga cavalcata che attraversa quasi sessant’anni di carriera.
E parte proprio da questo suo nuovo lavoro discografico, che è anche un libro, che lo vede cantare sulle parole di autori del calibro di Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi, Pacifico e Giuliano Sangiorgi per citarne alcuni e a curare gli arrangiamenti niente di meno che Gino Vannelli.
La prima parte ospita alcune di queste canzoni, brani di grande freschezza, come “Asini”, “Canzoni con le ruote”, “Questo io sono”, che la dicono lunga sulla voglia e sull’attitudine da eterno ragazzo di Massimo, che ricorda continuamente al suo pubblico di sognare sempre e di averne sempre di nuovi.
Alterna qualcuno dei suo assi, come “Se bruciasse la città” e poi “Rose rosse”, al suo essere istrione e attore di teatro, dove oltre a cantare, recita e balla da artista consumato, vedasi il vero show su “Pigliate ‘na pastiglia”, celebre brano di Renato Carosone.
Ci sono tutti i suoi quasi sessant’anni di carriera, i quattordici milioni di dischi venduti in tutto il mondo, con più di trenta album pubblicati a partire dal primo, registrato a soli tredici anni come Gianni Rock.
Ama raccontare la “sciagurata” scelta del suo primo nome e come invece fu fortunata la seconda scelta (di Massimo Ranieri, ndr), da parte dei responsabili dell’allora sua casa discografica. Con una vita così non si può non viaggiare sul filo dei ricordi, ogni volta che si sale sul palco, il Sanremo vinto nel 1988 con una canzone immortale, Perdere l’amore, i tantissimi brani celebri, dal già citato “Rose rosse” e “Se bruciasse la città”, oltre a “Erba di casa mia” e soprattutto “Vent’anni”. Senza dimenticare la sua capacità unica di rivisitare la canzone napoletana, unendo la forza del suo canto ad una grande eleganza.
Ancora una volta Massimo Ranieri è stato capace di mettersi a nudo, come artista unico, poliedrico, ma al tempo stesso indefinibile, sicuramente mai appagato e mai stanco, felice come un bambino ogni volta che sale su un palco. Un personaggio amatissimo che, a settant’anni appena compiuti, continua ad avere l’entusiasmo e l’attitudine di un ventenne, in continua ricerca del futuro. Tutto il suo show parla di speranza, di futuro e di sogni a cui non bisogna rinunciare mai. Oltre due ore di spettacolo, un palco magnifico, luci e suoni davvero splendidi, una crew assolutamente affiatata.
“E adesso andate via, Voglio restare solo”, questo verso è il segnale, che purtroppo siamo alla fine, ma sulle note di “Perdere l’amore” si soffre un po’ meno, la lacrimuccia ci accompagna all’uscita, ma siamo sicuro che lo rivedremo con la sua voglia, eterna ed intatta, di salire su un palco
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