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Alessandria

Vecchio ristorante di Acqui Terme riconvertito a piantagione di marijuana, c’erano 1200 piante

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I Carabinieri della Compagnia di Acqui Terme hanno smantellato una vera e propria “centrale” di produzione di marijuana, scoprendo, a seguito di una minuziosa attività d’indagine, una piantagione di canapa indiana allestita e occultata all’interno di un immobile abbandonato da tempo sulle colline acquesi, in passato sede di un ristorante, i cui ampi locali erano stati “riconvertiti” a sale per la messa a dimora, la crescita e la successiva raccolta del prodotto finito.

All’interno della struttura è stato rinvenuto tutto il necessario per una produzione su larga scala, testimoniata dalla presenza di 67 lampade alogene per favorire la crescita delle piante, del valore commerciale di circa 600 euro l’una, 3 apparati industriali di condizionamento per mantenere un clima costante tutto l’anno, del valore di circa 21.000 euro complessivi, e un impianto di irrigazione professionale.

All’interno sono state rivenute 1.200 piante di varie dimensioni, dalle più giovani nella stanza “nursery”, piccole ma già rigogliose, pronte per essere trasferite nelle stanze in cui veniva completata la crescita e il successivo raccolto del prodotto finito, in un ciclo produttivo senza soluzione di continuità. Oltre alle piante, erano presenti 45 sacchi di plastica sottovuoto con all’interno la marijuana essiccata e conservata, per un peso complessivo di circa 23 chilogrammi.

Lo stabile e la “centrale” erano condotti da un giovane che vi dimorava e che si occupava dell’attività delittuosa, attualmente irreperibile.
Gli accertamenti effettuati presso l’azienda del Servizio Elettrico hanno consentito di accertare che la corrente utilizzata per il funzionamento dei diversi impianti era stata abusivamente prelevata a monte del contatore di riferimento, con un ammanco stimato in circa 200.000 euro.

Si valuta che la fiorente attività di produzione e spaccio stroncata potesse fare incamerare illegalmente circa 45.000 euro al mense, come provento dalla vendita al dettaglio della sostanza stupefacente.
Le piante venivano tagliate e poste sotto sequestro unitamente ai materiali utilizzati per la coltivazione, a disposizione dell’A.G. competente per le successive determinazioni.

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