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Cronaca

L’anarchico Cospito rischia l’ergastolo, tribunale di Torino blindato in attesa della sentenza

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Il Palagiustizia di Torino accoglie oggi l’ultima udienza del processo per le bombe di Fossano. La corte d’Assise d’appello deve pronunciarsi per rideterminare la pena, così come indicato dalla Cassazione, per Alfredo Cospito e per la compagna Anna Beniamino, considerati ideologi del Fai (Federazione anarchica informale).

Cospito è in carcere dal 2012 per aver piazzato, tra il 2 e il 3 giugno del 2006, due ordigni a basso potenziale presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano, la cui esplosione non fece vittime.

L’anarchico rimarrà comunque in carcere poiché sconta i 20 anni già inflitti per l’attentato, proprio quello per cui rischia l’ergastolo per “strage politica”. Per evitare che l’anarchico detenuto a Sassari nel regime del 41 bis potesse uscire per scadenza dei termini, il procuratore generale Francesco Saluzzo ha agito d’anticipo, mandando in esecuzione la parte di condanna considerata sicura per questo procedimento.

Alfredo Cospito stava scontando i 10 anni per l’attentato all’ad di Ansaldo Roberto Adinolfi, e da più di quaranta giorni ha intrapreso uno sciopero della fame per denunciare le condizioni detentive a cui è sottoposto. Ha perso più di 20 chili, come testimoniato dalla dottoressa Milia, incaricata dall’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini di verificare le condizioni di salute del detenuto. “Condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni Non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese”, ha dichiarato durante il processo.

La riqualificazione del reato in strage politica implica la trasformazione della pena di Cospito in ergastolo ostativo, il regime detentivo del “fine pena mai” che impedisce alla persona condannata di accedere a misure alternative e altri benefici come liberazione condizionale, lavoro all’esterno, permessi premio, semilibertà.

Anche Anna Beniamino, detenuta a Rebibbia (non in 41 bis) sta portando avanti la scelta di privarsi del cibo. Entrambi sono apparsi in videocollegamento dal carcere per rendere dichiarazioni spontanee.

Fuori dal Palagiustizia è presente un presidio degli anarchici che sarebbero almeno 150, anche da fuori Torino; alta l’attenzione della Digos.

Partito un corteo di solidarietà con slogan, striscioni, scritte sulle vetrine delle banche. Pare che alcuni anarchici abbiano aggredito un barista: una delle ipotesi è che lui abbia tentato di difendere le vetrine del suo locale dagli imbrattamenti ma le ragioni dell’aggressione non sono ancora chiare. L’uomo è stato ferito alla testa. Linee 13, 56, 71, Star1 deviate dalle ore 13.40 su percorsi alternativi.

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