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Cultura

Autori self relegati in un’area specifica, polemica al Salone del Libro di Torino 2023

Gabriele Farina

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C’è una polemica squisitamente tecnica che sta montando in questi giorni intorno al prossimo Salone del Libro di Torino e riguarda il fenomeno degli autori self. Quegli autori che, per scelta o necessità, hanno deciso di non pubblicare con una casa editrice ma in proprio, direttamente con uno dei tanti servizi che lo permettono (il più usato dei quali è probabilmente Amazon).

Gli autori self quest’anno saranno obbligati ad esporre in uno spazio dedicato, tutti insieme. Lo spazio esisteva già nell’ultima edizione ma era stato abbastanza un fiasco. Così, immaginiamo per implementarlo e dargli forza, la novità di quest’anno è che gli autori self potranno stare solo in quello spazio.

Per i meno addentro alle questioni del Salone questo vuol dire che non potranno esserci stand di collettivi di autori, di gruppi misti in altri spazi del Salone. Fino allo scorso anno gli stand erano venduti indifferentemente, ora saranno venduti solo agli editori.

Questa scelta causa almeno due tipi di problemi diversi. Il primo è squisitamente organizzativo (e finanziario): i collettivi che riuniscono libri editi da case editrici e self dovranno dividersi in due spazi o rinunciare ad uno dei due spazi. E’ quello che capita ai tanti collettivi di autori, che ora sono in seria difficoltà.

Il secondo problema è invece qualitativo. Lo spazio self del Salone accoglie chiunque paghi (non può e non deve fare una selezione qualitativa). Ed è noto che nelle pubblicazioni self (per loro stessa natura) ci sono ottimi libri e schifezze assolute, proprio perchè manca il filtro selettivo della casa editrice. Quel filtro viene invece fatto dai collettivi di autori, che decidono se quello specifico libro self merita di essere presente al proprio stand.

Una questione che forse c’è ancora tempo per affrontare e risolvere.

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