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Nomina nuova direzione del Salone del Libro, Lagioia: “Non parteciperò”
Da oggi, lunedì 21 novembre, è online sul sito www.circololettori.it l’avviso della manifestazione di interesse, indetta dalla Fondazione Circolo dei lettori, per nominare il soggetto cui affidare la futura direzione del Salone Internazionale del Libro di Torino a partire dall’edizione 2024 e fino all’edizione 2026.
Una nomina importante su cui si è espresso il direttore uscente della manifestazione, Nicola Lagioia:
Care e cari,
vi scrivo per condividere una notizia di cui molte e molti sono al corrente.Il Salone Internazionale del Libro di Torino ha da poco pubblicato la “manifestazione di interesse” propedeutica alla nomina della nuova direttrice o del nuovo direttore della manifestazione. Io ho deciso che non parteciperò e non presenterò domanda.
Inoltre, non parteciperò al processo di selezione e nomina.È una decisione presa e annunciata oltre un anno fa ai titolari del marchio, alle colleghe e ai colleghi di lavoro, alla sindaca e poi al sindaco di Torino, al presidente della Regione Piemonte, ai sostenitori della manifestazione, a molti editori. Naturalmente, se avessi partecipato non è detto che avrei vinto, ma il fatto è che con l’edizione di maggio 2023, dopo 7 anni, considero conclusa la mia esperienza di direttore del Salone.
È stata una storia per me incredibile, bellissima. Quando fui chiamato a dirigere il Salone, nell’autunno del 2016, c’era una situazione critica, alla quale sono seguite situazioni potenzialmente catastrofiche (al rischio della scomparsa della manifestazione, nel 2017, aggiungo il fallimento della vecchia Fondazione sotto i debiti accumulati negli anni precedenti; nonché la pandemia).
Abbiamo dovuto salvare il Salone diverse volte, affrontando avventure (aggiungo i non pochi cambi di assetto amministrativo e istituzionale) a dir poco rocambolesche.
La bella notizia è che il Salone non è stato solo salvato, ma stabilizzato, rilanciato, innovato, rafforzato. Oggi è una delle fiere editoriali di maggiore solidità e successo al mondo.
Dunque, perché ho preso questa decisione proprio quando l’emergenza era finita e il Salone sembra andare spedito con il vento in poppa? Provo a raccontarlo brevemente. Sono motivazioni solo mie (alcune anche private), non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno.
* Credo sia giusto andare via quando puoi lasciare a chi arriva una situazione di comprovata forza e stabilità, se non ottimale decisamente migliore di quella che avevi trovato tu.
* Credo di avere dato il massimo consentito al mio talento e alle mie capacità. Non ci ho dormito la notte, per questo bellissimo Salone. Ma proprio perché le capacità di tutti noi sono limitate, toccato il limite delle mie, ho pensato fosse bene lasciare.
* Per i ruoli di responsabilità istituzionale (il marchio del Salone è privato, buona parte del finanziamento pubblico) credo sia salutare un ricambio, anche molto prima dei “raggiunti limiti di esercizio”.
* Durante la mia direzione, il Salone è andato ogni anno meglio degli anni precedenti. Dunque, di successo in successo, il rischio era che il ricambio di cui sopra non arrivasse mai. Ho preferito favorirlo io. Ringrazio tutte coloro e tutti coloro (fuori e dentro l’istituzione) che mi hanno chiesto di ripensarci. Grazie per la stima, ma ancora di più grazie per avere compreso e accettato la mia decisione. L’amicizia con molte e molti di voi spero durerà per sempre.
* Aspetto importante: ho impostato il Salone sin dall’inizio come un lavoro di gruppo. Assumendomi le mie responsabilità, ma preferendo di gran lunga la collegialità alla verticalità. I successi del Salone sono i successi di tutto il gruppo di lavoro, non sono miei più di quanto appartengano a chiunque di questo gruppo ne abbia fatto o ne faccia parte.
* Quando sono arrivato pensavo mi sarei dovuto occupare “solo” del programma editoriale. Mi sono trovato a fare molte altre cose, a muovermi in contesti istituzionali, politici, economici, organizzativi di cui ignoravo il funzionamento e in certi casi l’esistenza. “Nuota o annega”, ho imparato a nuotare. Ho imparato ad avere un diverso atteggiamento, una diversa pratica delle cose. Imparare a mediare fino allo sfinimento, per esempio, come ( quando necessario) saper andare allo scontro. Credo per chiunque, per una scrittrice o uno scrittore in particolare, sia molto istruttivo poter fare, almeno una volta nella vita, un’esperienza simile.
* Avere una grossa responsabilità in un’istituzione così importante ti rende meno libero sul piano personale. In diversi casi devi mettere da parte l’io per far prevalere l’istituzione che rappresenti (i due aspetti possono andare in conflitto). A un certo punto quella libertà mi è mancata. Quella che ritroverò dopo maggio 2023, sarà però una libertà diversa da quella che avevo prima – più consapevole.
* Il Salone ha superato delle “prove impossibili” (molti lo davano per spacciato: ci sono emeroteche sul tema) perché alle peggiori difficoltà ha opposto una meravigliosa consonanza di cuori, spiriti e intelligenze del gruppo di lavoro. Questo approccio ha trovato accoglienza e rilancio nelle centinaia di migliaia di persone che si sono ritrovate insieme, anno dopo anno, come una grande comunità. C’è stata una liberazione di energia, di bellezza e di creatività palpabile, travolgente. Io questa “magia” non l’ho creata, ho provato a orchestrarla e a proteggerla. Ma quante volte nello stesso posto (parlo di me) ti può riuscire la magia?
* Infine. Fare il Salone del Libro ha significato stare lontano più di quanto volevo da amore e affetti personali. In questo c’è la mia rivendicazione di egoismo.Chi arriverà al mio posto (conosceremo il nome se non ho capito male tra poche settimane) sarà la benvenuta o il benvenuto, proverò a trasmettere tutto ciò che ho imparato, nella certezza che farà meglio di me.
Quanto a me, al Salone ci sarò felicemente fino a maggio del 2023.
Sono al lavoro come sempre su molti progetti e molti fronti. Si apre una stagione di avventura e di ricerca.
Grazie!
Nicola
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