Ambiente
In provincia di Torino si chiude l’annata agricola più secca di sempre
In provincia di Torino siamo al termine della stagione di semina del grano tenero ultimo atto dell’annata agricola 2022. Anche se le temperature si sono abbassate e ottobre ha fatto registrare qualche precipitazione in più rispetto allo stesso mese del 2021 quello che è successo nella campagna agricola trascorsa, che si chiude tradizionalmente con la giornata di San Martino (11 novembre), è senza precedenti. Secondo dati Arpa elaborati con serie storica dalla Società meteorologica italiana, da dicembre 2021 a ottobre 2022 sono caduti solo 255 mm di precipitazioni: mai così poco in qualunque sequenza di 11 mesi consecutivi dal 1802, pari ad appena il 31 per cento della media trentennale. Le alte temperature hanno poi reso indisponibile la risorsa neve.
Se continua la scarsità di precipitazioni autunnali e invernali c’è il rischio che si perdano importanti quote di produzione come è già avvenuto per i raccolti dell’estate scorsa quando è mancato oltre il 30% del grano. E se dovesse ripetersi anche la primavera siccitosa registreremo nuovamente anche le perdite di mais e foraggi con aggravamento dei danni per gli allevamenti da carne e latte.
«Non possiamo lasciare trascorrere i mesi invernali senza fare nulla – dichiara il presidente di Coldiretti Torino – Dobbiamo iniziare a progettare le opere che servono a difendere la produzione di cibo dalla crisi climatica. Bisogna mettere in cantiere tutte le misure che possono mitigare l’impatto della scarsità di precipitazioni».
Alla notizia che anche le aziende di acqua imbottigliata rischiano di rimanere a secco Coldiretti Torino risponde quindi con la proposta di soddisfare insieme le diverse esigenze e creare bacini idrici che possano servire per usi diversi, tra cui l’irrigazione.
«Dobbiamo attuare su tutto il territorio provinciale il principio di uso plurimo delle acque. I bacini idroelettrici devono rilasciare acqua per l’agricoltura nei momenti di siccità mentre, per il medio periodo, va progettata la realizzazione di nuovi piccoli bacini ad uso idropotabile e irriguo in grado di trattenere le precipitazioni eccessive delle bombe d’acqua e utilizzare la risorsa in periodi di scarsità. Inoltre, vanno attuate fin da subito quelle misure che permettano di venire in soccorso alle aziende agricole già con la ripresa dell’annata agricola nella primavera 2023 come il taglio della burocrazia nella trivellazione di nuovi pozzi e la messa in rete irrigua dei reflui depurati».
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