Ambiente
Perchè gli operatori di trasporto combattono la mobilità sostenibile?
Ci ha scritto un cittadino per denunciare le difficoltà a viaggiare in maniera sostenibile nel nostro Paese. L’accusa è che proprio chi dovrebbe incentivare il trasporto sostenibile finisce per ostacolarlo. Ecco il suo racconto:
“Il treno che torna dalla Liguria in questi giorni è interrotto a Ceva a causa di lavori sulla linea. Quindi chi è diretto a Torino, scende a Ceva e trova degli autobus sostitutivi ad aspettarlo.
Mi occupo di promuovere la mobilità sostenibile e trovo inconcepibile che anche chi è più vicino al tema (gli operatori di trasporto) non abbia la sensibilità necessaria a far sì che la gente scelga i mezzi sostenibili e si comporti in modo da farli odiare ai cittadini.
Vorrei raccontare una storia:
Domenica alle 15 un ragazzo scende dal treno con il suo monopattino pieghevole, deve proseguire il viaggio per Mondovì.
L’autista della compagnia Sassi Luigi (di Minervino delle Puglie) che ha l’appalto per il servizio sostitutivo decide che il ragazzo col monopattino non può salire. Il ragazzo spiega che viaggia normalmente così e che gli fanno mettere il monopattino nei portabagagli sotto il bus.
Niente, l’autista si impunta e non lo fa salire.
Il ragazzo è straniero e non se la cava con la lingua. Il senso di impotenza verso un’ingiustizia è forte. Intervengo per chiedere spiegazioni. Viene citato un fantomatico regolamento, delle locandine (inesistenti) che avremmo dovuto leggere chissà dove. Vengo rimandato ad un “responsabile del servizio” di Trenitalia che mi guarda come dire “boh, di solito fanno salire”, poi spalleggia il suo compare autista e dice “secondo il regolamento è a discrezione dell’autista”. Quale regolamento? “Non lo so”. “Non lo sa perché secondo me non esiste.”. Confabula con gli altri, non lo trova. Se anche ci fosse un regolamento che contiene questo articolo andrebbe subito cambiato. Se il monopattino può viaggiare su un treno, su un bus urbano, su una metro… non si capisce perché sul Bus di Sassi Luigi non possa farlo.
Se sono su un treno con un monopattino, devo poter seguire il viaggio. Cosa fate mi lasciate a piedi a Ceva?
Il “responsabile” si rifiuta di darmi la sua matricola, dice che non è responsabile, gli altri di Trenitalia e RFI si nascondono dietro divisioni societarie, uscite di servizio, passavo di qui per caso.
Insomma nessuno si prende cura di offrire un servizio decente ad un poveraccio che ha deciso di fare un viaggio sostenibile: treno + monopattino, invece di prendere la macchina.
Essendo ormai la sua posizione insostenibile, dopo 20 minuti di discussioni l’autista fa salire il ragazzo e il viaggio procede come doveva essere.
Giusto per “Muovere il paese verso un futuro sostenibile” – come recita il sito di Trenitalia, 8 bus aspettano mezz’ora con il motore acceso (per fantomatiche ragioni di servizio e per tenere accesa l’aria condizionata – così mi dice l’autista di Cavourese – ci sono 18 gradi e le porte del bus sono aperte, non ce n’è nessun bisogno), mentre una legge VIETA DI SOSTARE con il motore acceso, ma lui sostiene il contrario.
“È fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso; dalla violazione consegue la sanzione amministrativa del pagamento di una somma pecuniaria “.
Così recita il testo dell’art. 157 comma 7-bis del Codice della Strada, imponendo per chiunque non rispetti questo divieto l’obbligo di pagare una sanzione pecuniaria, compresa tra i 218 e i 435 euro.
Situazioni analoghe qualche mese fa accadevano tutti i giorni con i servizi sostitutivi del Carmagnola-Bra.
Come cittadino vorrei che che queste cose non succedessero più. Vorrei che le persone lavorassero con la responsabilità di offrire un buon servizio ai loro clienti. Vorrei che nei contratti di servizio di Trenitalia sia specificato bene che la gente deve poter proseguire il viaggio anche con bagagli e monopattini al seguito o bici pieghevoli e che gli autisti siano informati e formati per offrire un servizio decente a chi viaggia con i treni.
Altrimenti continueranno ad andare tutti in auto.”
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