Alessandria
Cartier approda in Piemonte: nel 2023 a Torino e nel 2024 a Valenza
Cartier apre a Torino nella zona dei ‘bassi della Stura’ una sede con 450 persone a inizio 2023 e raddoppia con un sito da 200 addetti alla sola produzione a Valenza, nell’alessandrino, nel 2024, dove l’azienda di gioielleria ha già uno stabilimento più piccolo. Ad annunciarlo l’Ad di Cartier Italia, Jacques Lemeray, durante il convegno all’Unione industriali di Torino sulle imprese estere in Piemonte. “Apriremo a inizio 2023, faremo questo nuovo sito di più di 10.000 mq”.
Spiega l’agenzia Dire:
Lemeray tratteggia il futuro di Cartier Italia in Piemonte: “La base sarà a Torino. A Torino avremo produzione e sviluppo, a Valenza solo la produzione”. A Torino Cartier ha acquisito dieci anni fa la ditta Marchisio, per “avere una base” in Italia. Poi la scelta di aumentare nel sito torinese “abbandonato da 10 anni” di via Ramazzini. Un sito “trovato un po’ per caso”, ammette Lemeray: “Il mondo del lusso deve essere sempre una combinazione tra modernità e tradizione, e il sito torinese che abbiamo scelto rappresenta la tradizione”, che con un intervento di ristrutturazione “molto profondo abbiamo modernizzato per trasformarlo in un sito d’eccellenza del mondo della gioielleria e del lusso”.
Nelle sue nuove sedi piemontesi Cartier spera di valorizzare la “forza dell’Italia”, che combina “l’artigianato della Francia e la capacità industriale della Svizzera”, due qualità entrambe utili nella gioielleria. Lemeray assicura che sarà uno stabilimento attento all’ambiente. Ma cita un problema: “Il problema, non solo nostro, ma di tutto il settore, è trovare giovani che vogliano fare l’orafo”. Una questione di cui “abbiamo parlato anche con Federorafi. Sembra una questione semplice da risolvere ma così non è”, ha aggiunto Lemerai, ricordando che lo scorso gennaio dentro la sede di Cartier a Torino “abbiamo creato un’Accademia che abbiamo chiamato l’Officina dei talenti, per formare le 150-200 persone di cui abbiamo bisogno. Accogliamo i giovani che escono dalla scuola e, attraverso una formazione di qualche mese, diamo le abilità che servono a noi”.
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