Cultura
A Pianezza il teatro è fatto di Sguardi
Si apre giovedì 27 ottobre, nel comune di Pianezza, in provincia di Torino, la seconda edizione della stagione Sguardi, con la direzione artistica di Silvia Mercuriati, che quest’anno è dedicata a Storie non ordinarie. La stagione, organizzata con il contributo di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Comune di Pianezza, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal vivo, Villa Lascaris e Barrocco, è un “Progetto selezionato dal bando Corto Circuito 2022 – Piemonte dal Vivo”.
“Organizzare una Stagione teatrale in una paese di circa 15000 abitanti vuol dire costruire non solo un progetto culturale, ma anche sociale. La stagione presentata è una nuova piazza dove incontrarsi, ascoltare storie e confrontarsi. Sguardi vuole essere uno strumento di osservazione del mondo, di critica e di crescita collettiva attraverso il teatro, la danza e la musica.” Afferma la direttrice artistica, Silvia Mercuriati, che prosegue: “Il nome SGUARDI della Stagione Teatrale nasce perché vuole fornire al pubblico la possibilità di spaziare all’interno dell’offerta dei linguaggi dello spettacolo dal vivo. In quest’ottica, oltre al teatro, che è il linguaggio prevalente nella Stagione, abbiamo programmato spettacoli di danza contemporanea e di musica.”
Aggiunge Matteo Negrin, direttore di Piemonte dal Vivo: “Il progetto Corto Circuito porterà in dote alcune significative novità nella stagione 2022/2023, emerse in via sperimentale durante il periodo dell’emergenza sanitaria e confermate con convinzione nella programmazione – auspichiamo ordinaria – degli anni futuri qui a Pianezza per la stagione teatrale Sguardi. È dunque una programmazione in cui l’approccio innovativo, in cui l’incontro con il “nuovo” è inteso come pratica concreta di rinnovamento rispetto a ciò che è stato, è sempre organicamente culturale e sociale prima ancora che tecnologico e digitale”
Il fil rouge della seconda edizione della stagione SGUARDI sono le Storie non ordinarie: gli spettacoli presentati raccontano di personaggi reali e fantastici, spiegano fatti inventati o realmente accaduti e mettono in luce la condizione dell’essere umano oggi. Il contemporaneo è attraversato dalla prosa, dal teatro di parola, dalla danza e dalla sperimentazione musicale. Si alterneranno sul palco artisti di fama nazionale che focalizzano la propria ricerca sulla drammaturgia, sul lavoro dell’attore, sul corpo e sulla relazione con il pubblico.
Continua la direttrice: “Nel 2011 abbiamo scelto di lavorare sul territorio di Pianezza con un progetto di teatro sociale e di comunità, ancora oggi attivo. In questi 11 anni abbiamo creato una rete tra istituzioni, associazioni, cittadini e pubblico per costruire insieme la stagione teatrale. Un processo culturale che parte dal basso e che si fa strada in una città dell’area metropolitana di Torino priva di teatro, ma ricca di luoghi suggestivi che ospiteranno la stagione nel prossimo triennio. Un’occasione per portare il teatro fuori dal teatro, renderlo accessibile, per avvicinare un nuovo pubblico e valorizzare i luoghi della città.”
La stagione si svolgerà al BARROCCO, la Chiesa di San Rocco, dismessa ad usi profani dal 1982, per la quale nel 2002 venne avviato un grande progetto di ristrutturazione con fondi europei che la riqualifica come centro di cultura e spettacolo, gestito dall’associazione Il Coro Onlus.
Aprirà la stagione SHAKESPEAROLOGY di Sotterraneo, compagine teatrale associata al Piccolo Tetro di Milano, in scena giovedì 27 ottobre 2022 alle 21, 00. “È da un po’ di tempo che volevamo usare il teatro per incontrare Sir William Shakespeare e fare due chiacchiere con lui sulla sua biografia, su cosa è stato fatto delle sue opere, su più di 400 anni della sua storia post-mortem dentro e fuori dalla scena. – afferma il dramaturg Daniele Villa – Shakespearology è un one-man-show, una biografia, un catalogo di materiali shakespeariani più o meno pop, un pezzo teatrale ibrido che dà voce al Bardo in persona e cerca di rovesciare i ruoli abituali: dopo secoli passati a interrogare la sua vita e le sue opere, finalmente è lui che dice la sua, interrogando il pubblico del nostro tempo.” Sotterraneo, vincitrice di numerosi premi sia in Italia che all’estero, si forma a Firenze nel 2005 come gruppo di ricerca composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.
ENIGMA CARAVAGGIO di Progetto Zoran sarà in scena giovedì 17 novembre 2022 alle ore 21, 00. A distanza di 400 anni, la morte di Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, è una questione ancora aperta. La Storia dell’Arte ha sempre tramandato la figura di un pittore geniale, ribelle, un pittore maledetto. Caravaggio disse che i suoi peccati erano tutti mortali, ma qual è stato il peccato più grave compiuto? Qual era il vero messaggio contenuto nei suoi dipinti? Uno spettacolo interattivo, multimediale, una crime story che porta direttamente il pubblico ad indagare la morte del pittore, ripercorrendone gli spostamenti, in particolare quegli degli ultimi anni di vita. Una narrazione che analizza le figure a lui vicino, le sue muse, i suoi dipinti, attraverso una carrellata di più di 40 opere e documenti originali mostrati durante lo svolgimento dello spettacolo. Enigma Caravaggio è frutto di un’analisi approfondita sugli scritti biografici elaborati da critici e storici dell’arte; inchiesta, approfondimento artistico e poetico, criminologia, si intersecano in uno spettacolo che sottolineerà aspetti sorprendenti e poco conosciuti del pittore. Una delle compagnie di teatro sperimentale maggiormente attive nel panorama piemontese, PROGETTO ZORAN, è fin dalla sua fondazione impegnata in una costante e innovativa ricerca sia per il registro della scrittura sia per le caratteristiche della messa in scena. Peculiarità incisiva della produzione della compagnia è la scelta di collocarsi all’interno di spazi non convenzionali con un formale lavoro di destrutturazione dell’impianto narrativo. Ogni spettacolo riserva una attenzione particolare alla messa in atto di un sottile meccanismo capace di confondere i ruoli scenici, in un percorso che si allontana decisamente da ogni rigidità spaziale e temporale. L’importanza data ai contenuti degli spettacoli prodotti evita un approccio puramente estetico valorizzando il coinvolgimento emotivo di un pubblico che in nessun caso può rimanere indifferente.
Doppio appuntamento giovedì 15 dicembre 2022. Si inizia alle ore 21 con PESO PIUMA, regia, coreografia e interpretazione di Silvia Gribaudi, una performance ispirata a “La morte del cigno” e in particolare alla prima versione composta nel 1901, creata dal coreografo Michel Fokine e danzata da Anna Pavlova, andata in scena per la prima volta nel 1907 a San Pietroburgo. La performance si è sviluppata nell’ambito del progetto “Swans never die” promosso dalla Lavanderia a Vapore di Collegno, insieme ad altri partner nazionali, per interrogarsi sulla memoria di un’opera coreografica considerata una pietra miliare nella storia della danza. In che forme e in quali corpi è sopravvissuta nel tempo? Chi ne raccoglie l’eredità e perché? SWANS NEVER DIE è un progetto ideato da Lavanderia a Vapore – Centro di Residenza per la Danza (gestito da un raggruppamento temporaneo di organismi formato da Piemonte dal Vivo, Coorpi, Didee Arti e Comunicazione, Mosaico Danza, Zerogrammi); Operaestate Festival Veneto e Centro per la Scena Contemporanea CSC Bassano del Grappa; Triennale Milano Teatro; Fondazione Teatro Grande di Brescia; Festival Bolzano Danza – Fondazione Haydn; Il Cassero LGBTI+ Center – Gender Bender Festival; Mnemedance -Memory in Motion. Re-Membering Dance History – Università Ca’ Foscari Venezia; Ecole Universitaire de Recherche CREATES e Centre Transdisciplinaire d’Epistémologie de la Littérature et des Arts Vivants, Université Côte d’Azur; Università degli Studi di Torino – Corso di laurea in DAMS. A seguire, alle ore 21,15, OVERTOUR, documentario diretto da Andrea Zanoli. Silvia Gribaudi, una delle più importanti performer e coreografe italiane, nella sua costante ricerca su corpi insoliti e “invisibili” ha lavorato nel corso dell’ultimo decennio con donne over 60 di tutta Italia, tutte senza esperienza artistica o performativa, accompagnandole delicatamente a valicare i confini che la società impone loro. Un viaggio che inizia a 60 anni, un nuovo inizio per due donne che attraverso la danza e la loro relazione con Silvia e con la sua profonda ricerca artistica, riscoprono il loro corpo e la loro anima.
Silvia Gribaudi, coreografa italiana attiva nelle arti performative, dal 2004 focalizza la propria ricerca artistica sull’impatto sociale del corpo, mettendo al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer. Premio Giovane Danza D’Autore con A CORPO LIBERO (2009), finalista Premio UBU come migliore spettacolo di danza e finalista Premio Rete Critica con R.OSA (2017), Premio CollaborAction#4 2018-2019, finalista Premio Rete Critica 2019, Premio DANZA&DANZA 2019 come miglior produzione Italiana con GRACES e Premio Hystrio Corpo a Corpo 2021.
La serata del 15 dicembre, dedicata alla danza contemporanea, rientra nel cartellone di “We Speak Dance”, rassegna diffusa ideata da Piemonte dal Vivo, con appuntamenti in tutte le province, per scoprire il meglio della danza italiana e internazionale.
QUESTA SPLENDIDA NON BELLIGERANZA, di Marco Ceccotti, in programma il 26 gennaio 2023 alle ore 21,00 è lo spettacolo vincitore del premio In-Box 2022. Un figlio ossessionato dalla morte racconta finali a persone che sono alla fine della loro esistenza. Un padre, pacifista emotivo, si guadagna da vivere decorando sanitari per dei dittatori. Una madre, ironizzatrice cronica, cerca la felicità nei libri horror. Le loro giornate sono piene di abitudini rassicuranti, piccoli rimpianti, sogni rimandati, traumi ricercati e insalate scondite. Vorrebbero odiarsi quel tanto che basta per essere persone normali, ma è difficile odiarsi per chi non è mai riuscito a dirsi neanche un “ti voglio bene”. I tre sono in uno stato di pace e di tranquillità che li sta distruggendo, vivono un’esistenza fondata sul non detto, sul non fatto, sul non essere abbastanza, sul non riuscire. Il figlio non riesce ad andarsene da casa, ad avere contrasti con dei genitori che non gli hanno mai detto cosa fare e cosa non fare, così lui nella sua vita non ha mai fatto niente. Poi un giorno, arriva la guerra. “Mio figlio grossi problemi non ne ha. La sua unica colpa è quella che hanno tutti i figli:essere nati. Ma chi non è nato almeno una volta nella vita”.
Marco Ceccotti è attore, comedian, burattinaio. Autore di testi sia per adulti che per bambini, collabora con diversi autori e attori scrivendo contenuti per il web, per la pubblicità (tra gli altri Ministero Istruzione – Consiglio Superiore Sanità – WWF – ENAV) per i podcast (Treccani) e per la televisione (La7 e RaiTre). Dal 2009 lavora Al San Carino – Teatro Stabile di Burattini a Roma arrivando fino all’International Puppet Festival di Nashville e al New York Italian Museum, passando dal carcere di Rebibbia e le case delle persone ricche del quartiere Parioli di Roma. Nel 2019 è inserito dal Teatro di Roma tra le Sei Nuove Voci della Drammaturgia Italiana all’interno del Progetto Scritture condotto da Lucia Calamaro e Graziano Graziani. Nel 2012 fonda NANO EGIDIO, compagnia di teatro che sperimenta vari linguaggi comici mescolando elementi di teatro di figura e recitazione. Nel 2021 idea e scrive insieme a Simona Oppedisano e Francesco Picciotti “Cattivoni” e “I Misteri che hanno fatto scuola” due podcast per le scuole prodotti da Laudes e dalla Fondazione Treccani.
Elio Germano sarà ospite della programmazione con COSÌ È (O MI PARE), spettacolo con visori in scena giovedì 16 febbraio alle 21 al Cinema Lumiere, una riscrittura per realtà virtuale di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, adattato e diretto da Elio Germano, interpretato, oltre che dallo stesso Germano, da un parterre di attori e attrici composto da Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natalia Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca.
In un salotto dell’alta borghesia si sviluppa la commedia di Luigi Pirandello che mette in discussione l’idea di “verità assoluta”: un intero paesino viene turbato dall’arrivo del signor Ponza e della signora Frola, un genero e sua suocera che sembrano raccontare versioni diverse di una stessa storia con “protagonista” la moglie e figlia, la signora Ponza. I cittadini non sanno più a chi e a che cosa credere, ma non possono smettere di indagare alla ricerca di una verità che, forse, non esiste. Così è (o mi pare) cala il testo pirandelliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media. Lo spettacolo è stato infatti pensato per essere realizzato in realtà virtuale, un nuovo strumento tecnologico, tra cinema e teatro, in grado di porre lo spettatore al centro della scena. Tramite cuffie e visori il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all’interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all’interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto: il Commendator Laudisi, anziano padre di Lamberto, su una sedia a rotelle, invenzione non presente nel copione originale. Si apre così la possibilità di un’esperienza unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere lui dove e cosa guardare. Contemporaneamente, nello stesso spazio, altre persone fanno la sua medesima esperienza tanto che al termine è possibile confrontarsi rispetto a quanto visto e sperimentato. Esattamente come a margine di uno spettacolo teatrale o di un film.
QUESTA È CASA MIA. Dolor hic tibi proderit olim, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Blasioli, sarà in scena giovedì 16 marzo, alle ore 21, al Barrocco. Questa è casa mia è il racconto delle peripezie vissute dalla famiglia Solfanelli a seguito del terremoto d’Abruzzo del 2009, ma è anche la storia di un’amicizia, quella tra Paolo e il suo inseparabile compagno Marco, travolta anch’essa dalla potenza della natura e dall’iniquità umana. Un one man show vincitore di sedici riconoscimenti nazionali in cui, mediante i principi della Commedia dell’Arte e con una scenografia minimale, Blasioli alterna serio e faceto, folklore e denuncia, evidenziando la realtà di tutti i paesi che versano nella stessa condizione de L’Aquila, vittime dell’inefficienza statale prima che della natura, in uno dei Paesi europei a più alto rischio sismico.
Alessandro Blasioli, classe 1992, dopo aver conseguito il diploma e il Bachelor in Acting presso l’Università del Galles, studia Commedia dell’Arte a Parigi, presso l’Accademia A.I.D.A.S., con i maestri Carlo Boso, Nelly Quette, Elena Serra e Florence Leguy. Di ritorno dall’esperienza francese fonda, insieme ad altri colleghi, la Compagnia Sasiski! con la quale consegue diversi premi. Nel 2015 prende parte alla VI edizione del Festival Internazionale di Scherma Scenica Silver Sword di Mosca, ottenendo la Menzione d’Onore del Presidente di Giuria. “Questa è casa mia”, monologo di Teatro Civile sul post-sisma aquilano; la sua messa in scena al teatro India in occasione del festival Dominio Pubblico gli permette di essere insignito del premio Miglior Interprete maschile, bandito dal NUOVOImaie.
Giovedì 20 aprile, alle 21, sarà in scena CAZZIMMA&ARRAGGIA di Sacco/Zavatto. Scritto da Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto presenta Errico Liguori e Fulvio Sacco nei panni di due sciarmati alle prese con la più grande impresa manageriale e sportiva del XX secolo. Non hanno mezzi, non hanno possibilità, eppure ci riescono. Anno 1984, Barcellona, ultimo giorno di calcio mercato. I due improbabili dirigenti, chiusi da 59 giorni in una camera d’albergo, attendono da Napoli una telefonata: la conferma che i soldi per Diego Armando Maradona ci sono. “Siamo nati dopo l’arrivo di Maradona, troppo piccoli per vedere Carmelo Bene, troppo non-nati per piangere Enrico Berlinguer, troppo piccoli per ricordarci la festa dello Scudetto, troppo assenti dalla vita per vedere in scena Eduardo o bere un drink con Lucio Amelio. Nella nostalgia di un passato che non abbiamo mai vissuto, nel lutto per il corpo dei miti, nell’ironia della sorte, noi ci troviamo a nostro agio. Da tempo stavamo ragionando su una tematica precisa da portare in teatro: come si realizzano i sogni? E siamo partiti da qui, dal raccontare il più grande sogno di tutti i tempi, vincere sull’impossibile!”.
Fulvio Sacco, nato a Napoli nel 1987, ha lavorato in teatro con Lucio Allocca in La tigre di Murray Schisgal (2014) e Emigranti di Slawomir Mrozek (2015) e Mario Gelardi in Leopardi amava Ranieri (2016). In Francia invece è diretto da Nathalie Garraud in Revolutio(s) (2012) e da Anne Berelowich in Noel chez les Cupiello (2017). Al cinema è in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini (2018) e in Un giorno all’improvviso di Ciro d’Emilio (2018), mentre in TV fa parte della serie I Bastardi di Pizzofalcone 3 (2021) e Amore Criminale (2018 – 2021). Partecipa come Mimo d’Opera diretto da Davide Livermore in Don Giovanni (2020), Damiano Micheletto in Elisir d’amore (2018), Ugo Giacomazzi e Luigi di Gangi in La Norma (2016), oltre che da Mario Martone in Torvaldo e Dorliska (2017). Napoleone Zavatto, napoletano, classe 1988, si specializza nell’organizzazione in luoghi non teatrali – come Tecnico della Valorizzazione e Promozione dei Beni e delle Attività Culturali, qualifica rilasciata nel 2015 dalla Regione Campania – e di sviluppo di comunità attraverso le arti. Contemporaneamente, nel 2019, ha concluso il corso di studi in Sviluppo Manageriale presso LUISS Carlo Guido Carli di Roma. Nel 2021 comincia il Master di II livello in Impresa Cooperativa: Economia, Diritto e Management. Dalle prime esperienze in teatro, prima come tecnico e poi come aiuto regia, ha sempre curato la parte organizzativa fino a farla diventare il centro della sua attività.
MUSICA DA CUCINA di e con Fabio Bonelli, in scena giovedì 18 maggio, alle ore 21:00 trasforma l’ambiente della cucina in poesia e suono. Un concerto dove gli utensili diventano strumenti per costruire canzoni delicate, immersi in un flusso sonoro di armonie di chitarra, clarinetto e voci. Una performance che vive di piccoli dettagli e che parla di montagna e di terra, di madri e di figlie, di quotidianità e di incanto. Fabio Bonelli è l’artefice di questa trasformazione, un’alchimia musicale che evoca ricordi e immagini e che crea un dialogo intimo e diretto con il pubblico attraverso suoni e brevi racconti. Scolapasta amplificati, imbuti flauto, mestoli immersi in loop station, sbattiuova trasformati in tecno kick sono solo alcuni degli strumenti con cui viene creata questa empatia tra il musicista e l’ascoltatore. Nato come esperimento casalingo, il progetto è via via cresciuto toccando con I suoi concerti 20 nazioni diverse e pubblicando due album, usciti rispettivamente nel 2007 (City Living) e nel 2012 (Long Song Records).
Fabio Bonelli è un musicista e creativo cresciuto musicalmente come chitarrista dei Milaus. Dal 2007 ha sviluppato numerosi progetti, alla continua ricerca di un’unione tra quotidianità e incanto: Musica da cucina (concrete folk per chitarra e tavolo apparecchiato), Matita (collettivo di disegnatori ritmici), dBEETH (DJ set di musica classica su vinile), Kosmophon (concerto per chitarra e vecchi vinili di musica etnica), Sii Bih Dii (improvvisazioni aperte su vinili per birdwatchers). Ultima creazione, Il sogno di 100 candele, presentata al Danae Festival di Milano nell’autunno 2021. Ha creato colonne sonore per documentari e per teatro, creato installazioni sonore/sound design per rassegne collaborando con artisti visivi (Audiovisiva, Container Art, Tamara Ferioli, Dome Bulfaro, Leonardo Nava). Ha suonato, tra gli altri, alla Triennale e al Museo della Scienza e della Tecnica (Milano), MITO Fringe (Milano), Milano Piano City (Milano), Frison (Freiburg, Svizzera), MONA FOMA 2011 (Hobart, Tasmania), Linz 09 (Linz, Austria), Città dell’arte/Fondazione Pistoletto (Biella), Teatro Eliseo (Roma), Silencio (Parigi, Francia), RomaEuropa (Roma), Castello di Rivoli (Rivoli, TO), MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Roma).
Ultimo appuntamento della stagione CONCERT JOUET di Lombardo/Torsi, giovedì 1 giugno, alle 21 a Villa Lascaris. Scritto da Paola Maria Lombardo, diretto da Luisella Tamietto, con la voce di Paola Lombardo e il violoncello e gli arrangiamenti di Paola Torsi Concert Jouet è un concerto teatrale bislacco per voce e violoncello al femminile al limite della precarietà e dell’imprevedibile, nel quale sono presenti incidenti e situazioni comiche. Un’esibizione strampalata che guarda al mondo dei personaggi clowneschi con fallimenti e riprese inaspettate fuorvianti ma decisamente buffe e originali. Selezionato dal Tofringe nel 2017, ha avuto, in oltre 40 repliche in tutto il territorio nazionale, numerosi riscontri di pubblico e critica, fra cui il premio del pubblico presso il teatro DELinutile di Padova, premio sovvenzionato dal Comune di Padova e dalla Cassa di risparmio del Veneto.
Paola Lombardo, occitana d’origine, inizia la sua attività concertistica nel 1997 con ensamble di musica occitana e piemontese. Nell’ottobre 1997 prende parte in qualità di voce solista femminile alle Vijà, orchestra di musica della Regione Piemonte commissionata a Ethnosuoni di Casale Monferrato, tenendo numerosi concerti in Italia e all’estero. Entra a far parte del gruppo musicale Tri Muzike ensamble di musica del mediterraneo con alcuni musicisti della Teather Orchestra di Moni Ovadia. Nel corso degli anni collabora con Moni Ovadia, Michel Bianco, Boris Bacal, Mau Mau, Maurizio Martinotti, con il quale svolge numerosi concerti in Italia e all’estero, Assemblea Teatro. Nel 2002-03 è cofondatrice del trio vocale femminile Lombardo, Pinti, Zambruno con il quale tuttora svolge un‘intensa attività concertistica in Italia e all’estero e, nel 2004, è cofondatrice con Valeria Benigni di Trobairitz d’Oc, duo femminile vocale, rinnovando il suo impegno nella divulgazione della cultura e della lingua occitana. Nell’ottobre 2007, esce il primo lavoro discografico delle trobairitz d’oc “MARGOT VOU PA DANÇAR”, che riscuote numerosi successi di critica (tra cui il bollino BRAVOS sulla rivista TRAD MAGAZINE edizione marzo-aprile 2008), presentato con successo al salone del libro di Torino nel maggio 2008 in diretta su radio 3 –terzo anello.
Foto di Francesco Niccolai
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