Alessandria
A Casale un incontro per affrontare la crisi del riso in Piemonte
Si è svolto lo scorso sabato al Castello di Casale Monferrato il convegno organizzato da Cia Alessandria dedicato alla risicoltura e alla grave crisi che ha attraversato in questa annata senza precedenti.
In sala, agricoltori e dirigenti Cia (ad aprire i lavori il presidente Cia zonale Marco Deambrogio e a fare le conclusioni il presidente regionale Gabriele Carenini), oltre alla partecipazione del sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi e dei parlamentari Enzo Amish (alla sua prima uscita pubblica da onorevole) e Riccardo Molinari. Sono intervenuti con le loro relazioni Manrico Brustia – responsabile Settore Riso Cia Piemonte, Mario Fossati – direttore Anbi, Paolo Carrà – presidente Ente Nazionale Risi, Marco Protopapa – assessore regionale Agricoltura.
Brustia ha evidenziato la tendenza ad avere minori produzioni e di minore qualità in Piemonte, proponendo soluzioni quali un maggiore rilascio dei bacini idroelettrici, la sommersione invernale per ricaricare la falda, la realizzazione di invasi, senza nascondere le criticità riscontrate dalla pianificazione di alcune misure di PSR e Pac (Farm to fork, set aside) e il nuovo rischio delle importazioni dall’Est Europa.
Fossati ha presentato i dati aggiornati Arpa, con il numero che ha poi portato allo stato di calamità: la portata di acqua disponibile per l’agricoltura è stata di 227 milioni di metri cubi a fine stagione, quando la portata ordinaria è di un miliardo e 750 milioni (quindi è venuto a mancare un miliardo e 250 mila metri cubi di acqua). Il deflusso minimo del Po è stato il più basso degli ultimi 65 anni. In previsione dell’aumento da 2 a 4 gradi di temperatura entro il 2030, Anbi suggerisce di rimpinguare le falde con la sommersione invernale, sfruttare le risorse del Pnrr per le opere infrastrutturali e migliorare le reti idriche.
Carrà ha spiegato i passaggi che hanno segnato l’estate 2022, auspicando una svolta in fatto di burocrazia e gestione dell’emergenza. I dati mostrano che sono stati persi 3 mila ettari di risaie nel Novarese e 23 mila nella Lomellina. Il discorso, ha commentato, va affrontato a Bruxelles a livello europeo anche per la questione dell’apertura alle importazioni.
Protopapa ha spiegato la differenza riscontrata tra territori in Piemonte e le risorse destinate dalla Regione per il prossimo Psr, che non devono trascurare la gestione degli impianti e le semine in sommersione. Inoltre, l’Assessore ha ribadito il ruolo del Piemonte e della Lombardia nei confronti dell’Italia per il settore risicolo: le due regioni coprono infatti da sole la quasi totalità della produzione nazionale.
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