Enogastronomia
Trend positivo degli agriturismi torinesi, ma pesano i rincari
È appena terminata l’estate ma non si arresta il boom degli agriturismi in provincia di Torino che, anche per ottobre e novembre, hanno già un buon indice di riempimento delle camere e di prenotazioni per la ristorazione. Una tendenza che viene sottolineata in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, istituita dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto).
Si tratta di settore ricettivo che rappresenta una quota importante del turismo del Torinese con ben 154 strutture, 1.796 posti letto e circa 5.000 coperti. Un settore con oltre un milione 824mila euro di fatturato nel 2021, anno ancora claudicante per l’emergenza covid, ma oltre due milioni 604mila euro di fatturato nel 2019.
«Gli agriturismi rappresentano una quota importante dell’offerta ricettiva del Torinese con la rete delle strutture di Terranostra particolarmente apprezzata per la cucina ispirata al territorio, le materie prime di grande qualità, la cura nell’ospitalità» conferma Jacopo Barone, presidente di Terranostra Torino, l’associazione provinciale che rappresenta le fattorie agrituristiche di Campagna Amica-Coldiretti.
Sono soprattutto gli short break dei weekend a tirare le prenotazioni autunnali con una prevalenza di italiani di provenienza da medio raggio ma con una conferma di significative quote di stranieri.
Da un’analisi Coldiretti/Ixè diffusa proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, emerge che i turisti cercano sempre più il contatto con il mondo agricolo. Quasi sei italiani su dieci (58%) in vacanza in Italia al mare, in montagna o nel verde scelgono di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori, ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola. Nella stessa ricerca si evidenzia che il cibo rappresenta addirittura per il 17% degli italiani la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza. Solo un 4% dichiara di non prenderlo per niente in esame
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