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Il nuovo argine del Chisola rischia di far chiudere due aziende agricole a Tetti Rolle

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Un nuovo argine sul Chisola rischia di fare chiudere due aziende agricole: Coldiretti Torino chiede di riprogettarlo per tenere fuori le due cascine. L’argine che compromette l’attività agricola si trova a Tetti Rolle e fa parte del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po e del Piano di gestione del rischio alluvionale del distretto idrografico del fiume Po, relativo al torrente Chisola, da Cumiana alla confluenza Po.

«Ancora una volta l’agricoltura non viene considerata – dichiara il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici – I progetti di difesa contro le alluvioni nell’area di confluenza tra Chisola a Po compromettono la sicurezza di due aziende agricole. Ricordo che l’agricoltura è presidio idrogeologico e che l’agricoltura non è responsabile delle cementificazioni scellerate che stanno rendendo sempre più difficile l’assorbimento delle piogge».

«Il Progetto di aggiornamento del piano stralcio – spiega Gian Luigi Surra, dell’Ufficio territorio di Coldiretti Torino – è stato esaminato sentendo i coltivatori interessati dalla realizzazione degli interventi in progetto e delle aree inondabili per la piena, con tempo di ritorno 200 anni, in particolare per il tronco 4 – dal ponte della strada provinciale 143, di Vinovo, alla confluenza in Po, a Moncalieri. Sono state preparate le osservazioni, inviate al Settore opere pubbliche difesa suolo della Regione Piemonte, all’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, all’Aipo e agli amministratori di Moncalieri».

Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, riassume così le osservazioni: «Secondo gli agricoltori il principale intervento, la nuova linea arginale a protezione dell’abitato Tetti Rolle, prevista fino al rilevato della E70, per poi continuare a valle, è stata progettata troppo in prossimità dell’abitato della frazione. Questo significa che, se verrà confermata all’interno della nuova area golenale, rimarranno ricompresi i centri aziendali di due aziende agricole: I Ronchi, di Mauro & Guido Meinardi, in Borgata Tetti Rolle 5, e l’azienda di Matteo Pandolfo, in strada Vinovo 61, sempre a Moncalieri. Questi due recenti centri aziendali, sono stati regolarmente autorizzati senza specifiche prescrizioni e si trovano all’esterno della Fascia C del PAI oggi vigente. Inoltre i terreni ricompresi nel nuovo argine sono coltivati da diverse altre aziende agricole».

Il presidente dei berretti gialli torinesi prosegue: «Non è stata prevista alcuna difesa per i due centri aziendali che saranno così interessati sia dalle piene del Po, sia del Chisola, peggiorando l’attuale situazione idraulica, con un sensibile innalzamento del livello di piena in seguito alla realizzazione del nuovo argine, con possibili danni a persone, animali allevati e alle strutture civili e produttive. Inoltre le due aziende agricole in futuro non avranno più la possibilità di ampliarsi, anche solo per adeguamenti alle nuove normative. Non sarà possibile realizzare nuovi fabbricati aziendali, in quanto le norme del Piano regolatore che recepiranno la variante al PAI impediranno l’aumento del carico antropico. La viabilità poderale oggi esistente per raggiungere gli appezzamenti sarebbe completamente stravolta, con la necessità di realizzare nuovi accessi e relative nuove servitù. Anche la rete irrigua, che serve anche per il deflusso delle acque di pioggia, verrà stravolta, con la necessità di ricollocare le strutture irrigue, attualmente posizionate in prossimità del futuro argine. Inoltre, il nuovo argine, oltre a sottrarre suolo agricolo fertile, sarà causa di frammentazione delle particelle, con conseguente riduzione del valore fondiario dei terreni».

Bruno Mecca Cici prosegue: «Con la realizzazione del nuovo argine e a fronte dell’andamento climatico, che purtroppo sempre di più alterna periodi di siccità a precipitazioni intense e violente, i terreni ricompresi nella nuova area golenale, in seguito alle esondazioni, subiranno danni alle coltivazioni. Per questo Coldiretti segnala che i futuri quadri economici delle opere in progetto dovrebbero ricomprendere non il solo costo dell’esproprio, ma anche prevedere il valore del danno aziendale da rimborsare alle imprese agricole. Inoltre il nuovo argine si presume avrà dimensioni tali da causare un pesante impatto ambientale. Osserviamo inoltre che la variante in questione pare non avere analizzato gli eventi idraulici riconducibili al canale Mongina che, in passato, ha causato l’allagamento della zona Borgo Mercato e la zona industriale di Carpice, site nel Comune di Moncalieri. Questo canale, proviene da Vinovo e confluisce a monte nel Po, ed è recettore delle acque dei canali Leira e Grivassola, e Gambrè. Negli anni indietro nel Mongina confluivano tra l’altro anche le acque dell’area industriale tra Nichelino-Vinovo, in zona Sotti-Vernea, e già così si verificavano situazioni di criticità idraulica. Negli ultimi anni, in seguito alla cementificazione delle aree interessate dal complesso commerciale di “Mondojuve”, oggi anche queste acque di pioggia confluiscono nel Mongina aumentando così il rischio idraulico. E’ facile prevedere che il nuovo argine fungerà da “sbarramento” con probabilità di allagamenti anche per la borgata Tetti Rolle».

«Alla luce delle nostre osservazioni – chiude il presidente Bruno Mecca Cici – Coldiretti Torino chiede di riconsiderare gli interventi previsti per il tronco 4 – dal ponte della strada provinciale 134, a Vinovo, sino alla confluenza in Po, a Moncalieri, operando con un potenziamento dell’arginatura oggi esistente, adeguandola così al contenimento della piena con TR200 (tempi di ritorno), operando con interventi di manutenzione del torrente per migliorane e rendere più efficiente la sezione. Si segnala anche che i terreni siti nell’attuale area di golena della ex cava Monticone, nel corso degli anni sono stati riempiti con materiali inerti, eliminando così un’area importante di laminazione del Chisola. In seconda battuta Coldiretti chiede di riprogettare il nuovo argine, riposizionandolo oltre i due centri aziendali agricoli degli imprenditori Meinardi e Pandolfo, più vicino al Chisola per ricomprendere anche le due aziende agricole nella fascia di protezione che si vorrà realizzare per la borgata Tetti Rolle, riducendo così l’area golenale di deflusso delle piene».

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