Cultura
La LMX Sirex in mostra al Museo dell’Auto di Torino
Si è aperta al Museo dell’Automobile di Torino la mostra “Sportiva d’Autore. LMX, un Sogno italiano degli Anni Sessanta”. Un percorso nato per raccontare la storia di LMX Sirex, un’automobile fatta di persone, idee, design, coraggio. Una storia “dimenticata”, breve ma intensa, come il coraggio di quegli uomini che l’hanno sognata, desiderata, voluta e amata. Una mostra che vuole rendere omaggio a questa sportiva d’autore, un’avventura pensata a Milano e realizzata a Torino, straordinaria nel successo e nel fallimento. Cinque vetture esposte, provenienti dalla collezione privata di Renato Montalbano e di suo figlio Giorgio, tra i pochissimi esemplari rimasti al mondo.
“Ne hanno fatte poche, le realizzavano a Torino” – afferma Renato Montalbano – “Della storia di questa macchina si è sempre saputo pochissimo. Nel corso degli anni me ne sono appassionato e poco per volta ho iniziato a conoscere le persone che ne hanno fatto parte. Ognuno di loro mi ha raccontato un piccolo pezzo. E l’insieme di questi puzzle ha composto un mosaico che ha dato vita a una storia affascinante che purtroppo è finita come tante vicende italiane. Con tante genialità e creatività, ma scarsi mezzi economici”.
Cinque LMX, 4 coupé e 1 spider, oltre ad un telaio e una scocca, riunite tutte insieme dopo 50 anni, pronte per essere ammirate, conosciute, studiate e apprezzate per lo stile e la forza che esprimono e la storia che si portano dietro. La mostra, curata da Raffaello Porro, è illustrata da pannelli descrittivi di una storia che Renato Montalbano ha raccolto negli anni per poter testimoniare e tutelare l’importanza tecnica e storica di queste affascinanti vetture.
Mariella Mengozzi, direttore del Mauto: “Nell’affascinante percorso del MAUTO, la storia dell’automobile è un susseguirsi di evoluzioni stilistiche e innovazioni tecniche, di intuizioni geniali e di passioni indomabili, che hanno accompagnato, modificato, e talvolta anticipato, lo stile di vita della nostra società. Un racconto che si arricchisce oggi con la interessante mostra dedicata alla LMX Sirex, vettura di grande pregio estetico e funzionale, che riporta alla luce un intero sistema di relazioni, collaborazioni e valori propri di un’epoca in cui le sfide sono il vero motore del cambiamento, e anche il sogno di andare sulla luna diventa realtà. Un modello che unisce il talento di Franco Scaglione e il genio di Gioachino Colombo, l’intraprendenza milanese e il know-how torinese: un’ispirazione per chi vuole sognare ancora. Ringrazio il collezionista Renato Montalbano per averci dato l’opportunità di raccontare questa storia bellissima”.
Renato Montalbano – collezionista LMX Sirex ha dichiarato: “È una rassegna che si propone di ricordare attraverso queste autovetture gli uomini che dietro ad esse vita e forma. Perché quella della LMX è soprattutto una storia di uomini. Di personaggi di eccezionale professionalità che, nonostante avessero dato vita a un’avventura caratterizzata da genialità, coraggio e grande spirito imprenditoriale, erano stati dimenticati come le auto che avevano creato. Uomini che ci hanno lasciato un’auto innovativa disegnata con un occhio all’America e l’altro alle nuove suggestioni stilistiche della fine degli anni 60. Grandi professionisti che vogliamo ricordare attraverso una vera e propria “sportiva d’autore”.
Stefano Chiminelli – Amministratore Delegato di ASI Service ha dichiarato: “L’ASI (Automotoclub Storico Italiano) ha nel suo DNA la capacità e la determinazione di scoprire e valorizzare storici e appassionati che con le proprie opere possono aggiungere un tassello a quel “mosaico” affascinante e avventuroso che è la storia del Motorismo Mondiale. È il caso di questa interessantissima mostra dal titolo:” Sportiva d’Autore LMX – Un sogno italiano degli anni Sessanta”, frutto di una ricerca capillare durata quasi tutta una vita e di un libro, di prossima pubblicazione con ASI, scritto con maestria da Renato Montalbano che ci racconta la storia dimenticata di questa Casa Automobilistica Milanese/Torinese che negli Anni Sessanta ha firmato pagine importanti nel mondo dell’automotive”.
Raffaello Porro, curatore della mostra: “Le LMX sprizzano energia, s’impongono nel Mauto come un fuoco d’artificio colorato. Ho proposto una mostra leggera, veloce ed elegante come il design di queste bellissime automobili. Il visitatore scoprirà la LMX Sirex in tutte le versioni, coupé, spider, corsaiola e persino una scocca semilavorata con il suo telaio a fianco, una vera sopravvissuta al proprio destino. Questa celebrazione al Mauto, insieme all’ASI, è il giusto riconoscimento non solo agli imprenditori che la vollero 60 anni fa ma anche a Renato Montalbano e alla sua determinazione costante nel cercare e raccogliere, anno dopo anno, ogni possibile frammento di un puzzle che ora per la prima volta si rivela al grande pubblico.”
La mostra “LMX Sirex, un Sogno Italiano degli Anni Sessanta”, aperta al pubblico fino a domenica 20 novembre, è un percorso immersivo che si sviluppa lungo 7 differenti aree tematiche: Intro, La Storia, Lo Spider, Il Coupé, Il Telaio, La Scocca, La Tecnica, La Sovralimentazione Turbo.
Il percorso, uno spazio immersivo tra auto e video che porta il visitatore agli inizi del viaggio nel 1969, si apre con la LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ. Motore V6 – 2.300 cc – 126 CV – Modello 1971 Sedili Alti. Venduta da Eurostyle in Italia nel 1971. Eurostyle era un’azienda torinese; negli Anni ‘60 a Torino si era creata una straordinaria concentrazione di aziende specializzate nel design e nella produzione automobilistica, con laboratori caratterizzati da standard qualitativi fra i maggiori al mondo. Da questo eccezionale insieme nacque la nuova vettura LMX Sirex, concepita in due configurazioni, coupé e spider, con una linea elegante creata dal maestro del design Franco Scaglione, il quale diede vita a uno stile che testimonia l’evoluzione dalle linee curve dell’Alfa Romeo 33 stradale a quelle esasperatamente tese, caratteristiche della successiva Intermeccanica INDRA.
Prosegue con la LMX Sirex High Compression Sport SPIDER, con Motore V6 – 2.300 cc – 126 CV – Modello 1969. Venduta dalla concessionaria Ferrari di Barcellona (Spagna) nel 1970 – Esemplari costruiti: cinque. È quindi una dei pochissimi esemplari al mondo di quest’auto nata in Italia nel 1969, figlia del sogno di Gianni Mandelli, imprenditore, e di Michel Liprandi, progettista. I due avevano creato a Milano la Limaplas e vollero realizzare una sportiva che fosse un concentrato di innovazioni tecniche, a partire da un telaio creato dall’ingegner Liprandi derivato da un progetto dell’ingegner Gioachino Colombo. A questo scopo si rivolsero all’Eurostyle di Torino, un “atelier” diretto da Ivo Barison e specializzato nella costruzione di prototipi su misura e auto esclusive, realizzate su richiesta di facoltosi committenti.
Segue la LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ con Motore V6 – 2.300 cc – 126 CV – Modello 1969 Sedili Bassi. Venduta dalla concessionaria FORD Plasman di Bruxelles – Consegnata nel Granducato del Lussemburgo nel 1970.
Un telaio di una LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ segna metà del percorso della mostra. Il telaio è completo di Motore V6 – 2.300 cc – 126 CV – Modello 1971 con organi meccanici di vettura in restauro. Tale auto fu venduta dalla Samas di Alba e consegnata in Germania nel 1972 all’importatore tedesco LMX Hans Muhl. Si evidenzia che il telaio nasceva da un progetto dell’ingegner Gioachino Colombo, modificato da Liprandi nella parte anteriore, che prevedeva una struttura monotrave in lamiera scatolata con fori di alleggerimento, così da ottenere un intero blocco telaio di soli 74 kg. Un risultato eccezionale in termini di leggerezza della vettura. Il tutto predisposto per utilizzare componentistica di serie fornita dalla Ford, unitamente a un propulsore a 6 cilindri a V, cosa che garantiva elementi affidabili e reperibili attraverso le reti di assistenza della Ford europea.
Il percorso continua con la LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ SCOCCA NUDA in restauro – La struttura interna è in fibra di vetro. Il colore azzurro esterno è quello tipico del gelcoat della vetroresina impiegata all’epoca. Fra le innovazioni più importanti fu il corpo leggerissimo della carrozzeria in poliestere rinforzato con fibra di vetro che garantiva un risparmio di peso di circa il 20% rispetto a una carrozzeria in lamiera realizzata con metodi convenzionali. Garantiva inoltre una maggiore resistenza agli agenti chimici corrosivi oltre a maggiore insonorizzazione e isolamento termico. Offriva infine maggiore resistenza agli urti, poiché il materiale impiegato aveva un potere assorbente delle masse d’urto sette volte superiore rispetto alla comune lamiera, con una quasi irrilevante propagazione dell’onda d’urto in caso di incidente e maggiore sicurezza per gli utenti.
Per la tecnica è stata esposta la LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ. Motore V6 – Preparata “corsa” – Modello 1970. Allestimento alleggerito per le competizioni. Il progetto LMX prevedeva infatti la realizzazione di una carrozzeria estremamente leggera che unitamente al motore sei cilindri Ford, garantiva ottime prestazioni. Fra le innovazioni, interessante fu l’adozione di un compressore monostadio Costantin (del tipo usato dalla polizia francese per le proprie auto). Tale soluzione permetteva di elevare la potenza del motore da 126 a ben 180 cavalli. Problemi di affidabilità portarono ad altre scelte.
In chiusura la LMX Sirex High Compression Sport COUPÉ TURBO. Motore V6 – 2.300 cc – 210 CV – Modello 1971 Sedili Alti. Venduta da Samas nel 1973. Furono allestite vetture potenziate attraverso un sistema di sovralimentazione sviluppato dal pilota di Formula 1 ed ex tecnico Ferrari, l’ingegnere svizzero Michel May. Una scelta, quella dell’adozione del turbo, che anticipò lo sviluppo frenetico della sovralimentazione tramite turbina degli Anni ‘80 e divenuta oggi di uso comune.
Quella di LMX Sirex è l’avventura imprenditoriale di Gianni Mandelli e Michel Liprandi che finì precocemente nei primi anni 70, dopo che erano state prodotte 42 vetture (37 coupé e 5 versioni aperte), delle quali oggi sopravvivono pochissimi esemplari. Un’avventura caratterizzata da genialità, coraggio e grande imprenditorialità, ma con scarsi mezzi economici, che ci ha lasciato un’auto disegnata con un occhio all’America e alle nuove suggestioni stilistiche della fine degli Anni ‘60 e con l’altro all’Italia, maestra di stile e indiscutibile riferimento al mondo per eleganza ed equilibrio delle proprie vetture, autentiche icone di classe e di design.
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