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Il miracolo sportivo dell’Atalanta è made in Torino e Piemonte: le storie di Gian Piero Gasperini e Luca Trucchi.

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’Atalanta prima in classifica nel campionato di Serie A che da anni ottiene successi in Italia e Europa ha delle profonde radici piemontesi e torinesi : Gian Piero Gasperini e Luca Trucchi.

Torinese, nato a Grugliasco e cresciuto calcisticamente nella Juventus, è l’allenatore Gian Piero Gasperini considerato uno dei migliori mister di’Italia e d’Europa.

Gian Piero Gasperini classe 1958 ha giocato come centrocampista nella Juventus, Reggiana, Palermo, Cavese, Pistoiese, Pescara, Salernitana e poi Vis Pesaro.

Il 10 settembre 2019 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Bergamo e il 27 novembre 2019 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Sauze d’Oulx.

Come allenatore ha iniziato con le giovanili della Juventus portando la squadra Primavera al successo nel Torneo di Viareggio 2003. E’ iniziata poi la sua carriera a Crotone portando la società calabrese alla promozione in Serie B.

Nell’estate 2006 diventa allenatore del Genoa che guida alla promozione in Serie A nel giugno 2007 e poi addirittura al quinto posto in serie A e quindi in Europa League.
Nell’estate 2011 firma un contratto di due anni con l’Inter che pero dura meno di un anno per cui a settembre 2012 diventa l’allenatore del Palermo dove rimane per meno di un anno per poi tornare al Genoa raggiungendo anche il 6º in Serie A.

Il 14 giugno 2016 inizia la sua avventura a Bergamo con l’Atalanta che in pochi anni è diventata uda della maggiori protagoniste del calcio italiano, riconosciuta per un calcio spettacolare e spumeggiante. L’Atalanta ha anche guadagnato visibilità e credibilità in Europa sia in Europa League che in Champions League.

Con Gian Piero Gasperini ha continuato a lavorare come preparatore atletico in tutti questi anni Luca Trucchi che è oramai considerato uno dei migliori in Italia.
Luca è figlio d’arte di una famiglia di grandi sportivi, il padre Giuseppe Trucchi è stato per anni direttore tecnico dell’ISEF di Torino e preparatore di Juve e Toro, il fratello Fabrizio è medico specializzato in ortopedia. Dopo una buona carriera in diversi sport e la laurea all’ISEF ora Suism Luca Trucchi ha iniziato a seguire alla fine degli anni 80 le giovanili del Toro, per poi passare alla Juventus e diventare collaboratore storico di Gian Piero Gasperini dal 2006 a oggi.

Luca Trucchi si racconta in una intervista di Sledet

Quando ha mosso i suoi primi passi come preparatore atletico?
Ho iniziato nel 1988/89 con i piccolini del Torino, e diciamo che in questo contesto mi occupavo della “preparazione atletica” a partire dai pulcini, fino agli allievi.

Era aggregato a qualche squadra?
Non ero aggregato a una squadra in particolare, ma facevo un intervento su diverse squadre; un giorno da una parte, un giorno dall’altra. Era più un intervento sull’aspetto della coordinazione della tecnica di corsa, piuttosto che del controllo di alcune situazioni delicate, come potevano essere ad esempio dei difetti posturali: quindi era un lavoro mirato non tanto alla preparazione in sé, ma più a un controllo e ad una didattica. Questo ovviamente era all’inizio.

Poi?
Poi ho continuato per altri sei anni col Torino, per poi lavorare con alcune squadre nell’hinterland Torinese, come la Pro Settimo Torinese. Era una cosa molto soft, infatti, andavo una volta alla settimana. E’ stato un modo per tenermi aggrappato al calcio, in attesa di qualche nuova proposta.

La proposta arrivò?
Per una combinazione fortuita l’allenatore della Pro Settimo mi chiese di andare ad allenare il Moncalieri, una squadra vicino a Torino, e sostanzialmente senza farla troppo lunga, mi sono trovato ad allenare la prima squadra, che a quel tempo faceva l’Eccellenza. Il Moncalieri era una squadra molto forte in cui militavano anche giocatori che avevano giocato in Serie A, e in due anni siamo riusciti a salire in C2.

Da lì è arrivata la svolta?
La svolta è stata dopo l’anno della serie D, quando mi telefonò il preparatore atletico della Juventus che a suo tempo era Giampiero Ventrone. In un primo tempo mi inserì nei quadri della prima squadra, quindi, facevo un salto gigantesco dalla serie D alla serie A della Juventus.

Però non andò subito nella prima squadra?
Esatto. Non andai subito nella prima squadra, perché al tempo non avevo nessun titolo della Federazione che mi consentisse di allenare una squadra professionistica. Per questo, l’anno successivo, feci in fretta e furia il corso da preparatore atletico e, preso questo titolo, entrai a tutti gli effetti nella Juventus come preparatore della Primavera, e lì la svolta è stata conoscere Gian Piero Gasperini, con cui ho lavorato per tre anni, tra l’altro riuscendo a vincere un torneo di Viareggio, proprio nel 2003.

Poi Mister Gasperini andò via dalla Primavera?
Sì. Nel 2003 lui andò via, e io non me la sono sentita di seguirlo.

Per quale motivo?
Perché lui andava al Crotone che era in serie C, e io avevo un figlio in arrivo, quindi decisi di restare a Torino nel settore giovanile della Juventus per altri tre anni, in una situazione che era molto meno brillante di quella di prima, nonostante siano arrivati i risultati.

Nel 2006 arrivò la telefonata da parte di Gasperini che la voleva nuovamente al suo fianco?
Esatto, nel 2006 improvvisamente arrivò la telefonata di Gasperini che, finito il suo contratto col Crotone, sarebbe dovuto andare ad allenare il Genoa, e quindi mi chiese di seguirlo.

Stavolta accettò?
Per come allena Gasperini si può dire che andrebbe seguito sino in capo al mondo.

E’ quindi dal 2006 che, nel bene e nel male, segue Gasperini?
Direi proprio di sì, ho seguito Gasperini nel bene e nel male: ho infatti fatto quattro anni al Genoa, poi siamo andati all’Inter e al Palermo.

Poi siete rimasti per un breve periodo senza squadra?
Sì, e qui le nostre strade si sono divise per un anno: ho avuto una chiamata dal Toro per potermi occupare degli infortunati, e quindi ho fatto un anno al Torino, e al tempo come allenatore vi era Ventura, e posso dire che quell’anno non andò molto bene in quanto lo staff della prima squadra fece in modo di lasciarmi sempre ai margini dell’attività.

Poi cosa accadde?
Gasperini mi richiamò perché lui stava allenando il Genoa, un’esperienza che è durata due anni.

Dopo il Genoa è arrivato l’attuale contratto con l’Atalanta?
Esatto. La stagione dell’Atalanta quest’anno è partita se possiamo dire in “sordina”, e invece adesso si sta rivelando un “crescendo rossiniano”.sime.

Chi è un preparatore atletico?
Un preparatore atletico è una figura un po’ variegata nel mondo del calcio, perché ne esistono di tutti i tipi. Io ritengo che sia una figura importante più per quel che riguarda la prevenzione degli infortuni che nella preparazione stessa. Lavorando con un allenatore come Gasperini, che è straordinario sotto il profilo delle proposte di allenamento sul campo, in realtà l’intervento del preparatore atletico potrebbe limitarsi ad un lavoro di palestra, quindi ad un lavoro preventivo da eseguire prima dell’allenamento.

Da quanto dice si evince che la figura del preparatore atletico sia anche quella di tramite tra allenatore e giocatori?
Diciamo che è una figura che può fungere anche da tramite tra il giocatore e l’allenatore; nel senso che l’allenatore ha una sua autorità, che è indiscussa, e il giocatore, specialmente se è giovane, fa fatica ad affrontarla, e magari a questo punto parla con il preparatore atletico che, calandosi spesso nella parte dello psicologo, fa da tramite fra le due parti. Ovviamente io parlo per la mia esperienza, e questo è quello che spesso mi capita.

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