Cronaca
Le pignorano la prima casa, ma lei chiede di verificare se il contratto con la banca per il mutuo sia usuraio
E’ una storia che arriva da Massa ma la protagonnista è torinese. Alfreda Pistone si è trasferita in Toscana da Torino nel 1982 e qui ha aperto un negozio da fioraia. Nel 2007 compra casa e stipula un muto con la banca da 14o mila euro che prevede ne restituisca in 20 anni 241 mila.
Fino al 2015 Alfreda paga regolarmente le rate, poi si trova in difficoltà di liquidi. Difficoltà temporanee, tanto che il suo negozio è ancora oggi aperto e funzionante. La banca però chiede che vengano saldate le rate mancanti e quest’anno vende all’asta la casa a 370 mila euro, con la perizia del tribunale che gli riconosce un valore di 357 mila euro, venduta poi a base d’asta per un valore di 309 mila euro e con offerta minima di 235 mila euro.
Qui sta il punto, perchè la difesa della signora Pistone sostiene che il contratto siglato con la banca sia un contratto usurario e ha chiesto al giudice di verificarlo, nel frattempo chiede la sospensione del procedimento di esecuzione, che però non viene concessa. Il 19 settembre Alfreda dovrà lasciare casa.
Questo il suo racconto fatto in una conferenza stampa a Massa e riportate da La Voce Apuana.
“Mi presento, mi chiamo Alfreda Pistone, sono una Partita Iva dal 1987 e i miei genitori erano commercianti dagli anni 60 a Torino. Ci siamo trasferiti a Massa nel 1982 aprendo un’attività di fiori e onoranze funebri.
Vorrei prima di tutto ringraziare i miei figli che in questi anni mi hanno sostenuto e un grazie va a chi è venuto ad ascoltare la mia voce. Ho organizzato questa conferenza stampa per mettere a conoscenza l’opinione pubblica circa un tema che purtroppo è molto complesso ma che tocca molti di noi, perché la maggior parte delle persone ha o intende prendere un mutuo, un finanziamento. E’ un tema che riguarda il singolo consumatore, ma soprattutto gli imprenditori e i commercianti. Oggi sono qui per dare dei messaggi: il primo è che le persone che si trovano nelle mie condizioni non si devono vergognare e devono andare avanti, perché a tutti può capitare di fare degli errori di valutazione e non ci dobbiamo sentire dei falliti solo perché non siamo riusciti a pagare tasse e rate finanziarie. Sono qui per dire a queste persone di non fare lo sbaglio che ho fatto io, che mi sono fidata di una sola persona: dovete sentire più professionisti e valutare. In questi casi, quando non riusciamo a pagare una rata dobbiamo essere tempestivi e informati. Perché è vero che nel momento in cui non pago una rata divento, agli occhi del mondo e della finanza, una cattiva pagatrice, ma è possibile che lo stesso mutuo che ho stipulato insieme al direttore e in presenza di un notaio (sottolineo: è possibile), che sia usurario. Quindi bisogna essere informati. Mi vorrei rivolgere alla politica, a chi rappresenta i cittadini in Parlamento, perché solo loro hanno il potere di migliorare una procedura che è ferma al medioevo e che è quella delle aste immobiliari. Lo Stato tutela il compratore, ma il debitore vittima di usura da chi è protetto? Lo Stato è diventato un’agenzia immobiliare. Quando una casa occupata va a pignoramento e il valore della casa è più alto del debito, il debitore deve rimanere in casa finché non gli viene saldata la differenza che gli spetta. Voglio dire alla politica che la prima casa non si tocca. Ma soprattutto che nel momento in cui io faccio notare allo Stato che c’è una possibile usura , la procedura si deve fermare automaticamente per dare la possibilità allo Stato di verificare se è vero che il mutuo è gravato dall’usura. Solo al momento della conferma che non ci sia nessun reato e che quindi il contratto non è nullo, si dovrebbe procedere con il pignoramento. Perché purtroppo mi sono mossa tardi e la casa me l’hanno venduta, senza valutare se quello che ho denunciato sia vero oppure no. Ho contratto un mutuo da 140 mila euro ventennale per il quale la banca mi chiedeva 241 mila euro con 101 mila euro di differenza. Negli ultimi anni ho chiesto a qualsiasi istituto di credito liquidità per estinguere il debito, ma anche se la mia azienda risulta in attivo sono ormai diventata una persona non affidabile. Ho chiesto aiuto a fondi di garanzia regionali: a febbraio mi hanno risposto che anche se la pratica è idonea non possono procedere perché ho un contenzioso con la banca che eroga questi fondi. Ma a Massa c’è solo quella banca? Il mutuo era stato stipulato da mio babbo, mia sorella e mio fratello, con me come garante, per aiutare la mia attività: mio padre è deceduto a marzo del 2020 di Covid, il primo massese a morire per l’infezione covid, ma questo non ha fermato la procedura. Il 14 marzo ho richiesto di entrare nel fondo vittime di usura dello Stato e sto aspettando la risposta.”
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