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Cronaca

L’intervista a Chiara Appendino in vista delle elezioni del 25 settembre : da Torino all’Italia passando dal M5S

Redazione Quotidiano Piemontese

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Chiara Appendino ex sindaca di Torino e capolista nelle liste del Movimento 5 Stelle in Piemonte e in altre regioni ha risposto alle nostre domande .

Si tratta di una intervista a 360 gradi sulla sua esperienza come prima cittadina sotto la Mole e sul possibile futuro come parlamentare, sul presente e passato del M5S e sui problemi e sulle soluzioni potenziali per l’Italia e non solo. Questa è la prima di una serie di interviste che realizzeremo insieme a tutti i protagonisti della campagna elettorale in Piemonte delle varie forze politiche in campo. Le trovate tutte nello speciale elezioni.

Ecco le risposte di Chiara Appendino alle nostre domande

– Che hai fatto da quando hai finito il tuo percorso da sindaca fino ad oggi?

Ho avuto la fortuna di potermi dedicare alla mia famiglia e restituire loro tanto tempo che mi era stato dedicato per via del mio lavoro, è stato rigenerante.

– Quando hai deciso di candidarti per le politiche?

E’ stata una decisione ponderata e rapida allo stesso tempo. Quando si è capito che saremmo andati a votare

– Che ti resta dei tuoi anni da sindaca?

Tantissimo, è un’esperienza ineguagliabile. A livello umano sviluppi una capacità di ascolto e comprensione senz’altro importante, poi sicuramente ti fa conoscere ogni sfumatura della tua città.

– Non hai rimpianti di non esserti ricandidata ovvero se ti fossi ricandidata le cose sarebbero andate diversamente?

Quando ricopri ruoli di questo genere sai che è un’esperienza con un inizio e una fine e credo che sia anche utile vivere altre esperienze prima di rimettersi al servizio della comunità, non correndo il rischio di “affezionarsi” troppo al potere. Come ho detto altre volte, ha inciso la questione giudiziaria legata al caso Ream. La politica è tornata una strada percorribile dal momento in cui sono stata assolta in appello.

– E invece rimpianti di cose che avresti voluto fare da sindaca e che poi non hai potuto realizzare?

Avrei voluto finire di lavorare su tanti progetti di cui abbiamo gettato le basi, che credo sia il desiderio di ogni Sindaco. Ma in generale avrei voluto amministrare un Comune meno indebitato in modo da poter incidere di più sulla qualità della vita soprattutto nelle zone decentrate. Tutte le risorse disponibili le abbiamo dedicate a queste zone, penso ai 40 milioni di interventi dedicati alle periferie e al grande lavoro di rete per risolvere bombe sociali pronte ad esplodere come il campo rom abusivo di via Germagnano e l’ex-Moi, o al miliardo per la metro due. Ora c’è una grande occasione di riqualificazione che è il PNRR, per cui è fondamentale lavorare per sfruttare al massimo i fondi a disposizione.

Che ne pensi di quello che sta facendo Lo Russo a Torino e come vedi il futuro della città?

Penso che dovrebbe mostrare più coraggio su temi per me fondamentali come ambiente, rifiuti, mobilità sostenibile e diritti. Vedere Torino che ferma il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali dopo che grazie al Movimento è stata la prima città a renderlo possibile, fa male al cuore. Dovrebbe chiedere ai suoi colleghi di Milano e Bologna come si può continuare. Per il resto, mi fa piacere che stia portando avanti la quasi totalità dei progetti da noi avviati.

– Non dovresti avere problemi a essere eletta ma come andrà in generale al M5S in queste elezioni?

Non ho mai commentato né fatto ipotesi sui sondaggi, mi interessano le nostre battaglie per l’ambiente, la giustizia sociale, le opportunità per i giovani, i diritti. Sono queste le idee con cui ci presentiamo ai cittadini.

– Il M5S ha perso degli eletti e probabilmente dei simpatizzanti, ma è maturato,
si è strutturato meglio e si è posizionato secondo le classiche tassonomie politiche verso la sinistra. Ora è il momento della ripartenza?

Passando dalle piazze alle istituzioni è fisiologico perdere del consenso, ma vedo anche molto entusiasmo verso questo nuovo corso e ci sono tanti stimoli positivi.

– Il PNRR ha ancora un senso o occorre trovare nuove forme per far ripartire l’economia?

I fondi del PNRR saranno fondamentali ed è importante eleggere persone che conoscano e abbiano a cuore il territorio e che combattano per usare nel modo migliore le risorse. Sicuramente non può essere l’unico strumento in materia economica – e penso ad esempio all’intervento sul cuneo fiscale con abolizione dell’Irap per aiutare le imprese in difficoltà e la semplificazione fiscale, all’innalzamento del salario minimo da 9 euro l’ora e alla lotta al precariato per tutelare in particolare i nostri giovani – ma sarà un trampolino da sfruttare nel migliore dei modi. La cosa più urgente, però, è il contenimento dell’inflazione e il caro bollette.

– Come finirà in Ucraina e con quali conseguenze?

Non sono una veggente, quel che spero è che si arrivi alla pace il prima possibile. E’ impensabile continuare ad inviare armi in Ucraina senza far passi avanti verso la pace. Le conseguenze di questa guerra sono già gravissime e la crisi energetica è solo una di queste.

– Una eventuale Giorgia Meloni al governo avrà molti problemi da risolvere e alleanze da creare. Voi come vi porrete rispetto al potenziale governo di centro destra e del suo programma?

Che il governo sia di centrosinistra o di centrodestra, ciò che conta per noi sono i temi, su cui il confronto deve esserci sempre. Mi viene difficile pensare che Meloni sarà aperta al dialogo su temi come ambiente e diritti per esempio, ma noi combatteremo, senza sconti e senza compromessi, per quello in cui crediamo

Reddito di cittadinanza e superbonus: due successi o troppi problemi?

Misure utili? Certamente sì. Perfette? No. Ma fondamentali per dare risposte a due differenti problemi.

– Il tuo rapporto con Conte e Beppe Grillo?

Ho un ottimo rapporto con entrambi, nonostante abbiano due caratteri molto diversi. Con Grillo ci conosciamo da anni e mi è sempre stato di sostegno anche nei momenti più difficili, Conte da Presidente del Consiglio ha guidato egregiamente il paese nel suo momento più buio dell’emergenza covid. Inoltre ha aiutato molto Torino ed è un leader trasparente.

– Che deve fare il M5S per portare gli italiani al voto?

Non parlare per slogan ma convincere le persone della bontà delle nostre idee, dei temi che proponiamo, cosa che molti politici sembrano aver quasi dimenticato. Credo che, finalmente, siamo riusciti a dotarci di una nostra identità ben definita.

– Come mai il M5S fatica a contaminarsi con la “società civile” e il mondo della cultura?

Non condivido questo punto di vista. Il M5S è la forza politica più aperta di tutte nell’adesione e anche nelle candidature. molti nomi usciti dalle parlamentarie sono della società civile. Basti pensare alle recenti candidature di due magistrati di primo piano nella lotta alla mafia, Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato. E dal mondo della cultura sono in tantissimi a seguirci e darci consigli ogni giorno. E ne siamo lieti.

– Tuo marito come la vede di pensarti a Roma per 4-5 giorni a settimana? E i figli?

Mi lasci dire che mi dispiace che domande come queste vengano fatte quasi solo alle donne, ma non mi sottraggo: mio marito mi ha sempre sostenuto davanti a sfide impegnative che altrimenti sarebbero impossibili da affrontare. E credo che, al contrario, lui direbbe la stessa cosa. Nei prossimi anni probabilmente sarà lui la figura genitoriale fisicamente più presente nella vita dei nostri figli. Quando saranno più grandi, magari lo sarò io. Andrea è ancora troppo piccolo per capire ma ho promesso a Sara di andare a prenderla a scuola ogni giorno che trascorrerò a Torino, altrimenti non mi avrebbe dato il permesso di candidarmi.

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