Cronaca
Torino, investito da un pirata della strada mentre attraversava sulle strisce: il racconto di Emanuel Cosmin Stoica
“Sono stato investito sulle strisce. Ora sono al pronto soccorso e volevo avvisarvi che nei prossimi giorni non usciranno più miei video”. Lo scrive e lo racconta Emanuel Cosmin Stoica, ragazzo con disabilità grave e membro della Consulta per le Persone in Difficoltà, investito lo scorso 12 luglio in via Verolengo, a Torino.
Emanuel, tiktoker che nel suo canale parla di disabilità con ironia, ha raccontato poi alcuni dettagli dell’incidente. Riporta Webboh:” Detto ciò voglio dirvi che: 1) il tizio mi ha investito in pieno pomeriggio. 2) Si era fermato vicino alle strisce poi ha accelerato quando io stavo attraversando. 3) Dopo avermi scaraventato a terra ha provato a passarmi sopra e scappare ed è stato bloccato dai passanti e dal compagni di mia mamma. 4) Ha fatto sedere al posto di guida una persona più anziana mentre sono arrivate le forze dell’ordine. 5) Quando sono arrivate le forze dell’ordine l’autista ha provato a scappare a piedi. Da questa mia brutta esperienza vorrei dirvi di fare più attenzione possibile, ma sarebbe inutile. Per quanto uno provi a fare attenzione, coglioni alla guida ne esisteranno sempre”.
Ma c’è di più. Emanuel ha raccontato e denunciato anche la situazione in ospedale. “Per fare la radiografia l’infermiera o la dottoressa, non ricordo, si è messa a urlare, chiedendo perché avessi i pantaloni addosso e dicendo che lei non me li avrebbe tolti perché non era compito suo”, rende noto in un comunicato la Consulta per le Persone in Difficoltà. Alla fine “i pantaloni me li ha tolti mia madre che mi ha mosso la parte posteriore. Se mia madre fa un’operazione di questo tipo per togliermi i pantaloni perché non potevo mettere qualcosa di morbido? A questo punto sono scaturiti i primi litigi dove questa persona della radiologia ha spinto mia madre”.
E conclude: “Comunque sono passate un’infinità di ore prima che mi liberassero il coccige. Mi hanno poi messo in uno stanzino dove avevano le loro forniture del Pronto Soccorso, hanno messo sia me che il compagno di mia madre, e ci hanno dimenticato lì. Nel senso che nessuno si è fatto più vivo. Abbiamo trascorso la notte, a me avevano detto che in teoria avevo solo la spalla rotta, che mi avrebbe visto l’ortopedico e poi si decideva cosa fare. La mattina dopo è venuto il medico per visitarmi, dicendo: bene l’ortopedico ti ha visto, pe me sei da dimettere”.
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