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Indagine Ipsos: torinesi preoccupati dalle bollette ma non disposti a non usare l’aria condizionata

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Sono stati pubblicati i risultati della ricerca Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che ha esaminato come si stanno
modificando i comportamenti e le attitudini dei cittadini di Torino nella quotidianità dell’attuale scenario di crisi energetica e le loro preoccupazioni nel contesto della crisi bellica in Ucraina per via delle difficoltà di approvvigionamento di energia e del rincaro dei prezzi. A Torino, è il perdurare della dipendenza dalle importazioni di energia dall’estero la principale preoccupazione legata alle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina (37%) – dato di poco superiore alla media nazionale (35%).

L’indagine è stata realizzata presso un campione rappresentativo della popolazione nazionale di età 16-74 anni (oltre 44 milioni di individui) e dei residenti nelle principali Aree Metropolitane (oltre 13 milioni di individui), secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste, condotte mediante metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing: metodologia di raccolta dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web).

La costruzione di nuovi gasdotti per le importazioni di gas naturale è la principale preoccupazione solo per il 3% dei torinesi, mentre il 5% individua come conseguenza meno auspicabile la costruzione di nuovi rigassificatori per le importazioni di gas naturale in forma liquida ed il 9% non vorrebbe innanzitutto vedere l’apertura di nuove centrali a carbone (o l’aumento di produzione di quelle già esistenti). Crea inoltre agitazione nel 29% il possibile ricorso all’energia nucleare; remora che si collega direttamente al rischio di non dare priorità alla transizione energetica e
all’approvvigionamento da fonti rinnovabili (15%).

Guardando invece alle preoccupazioni per l’aumento dei prezzi dell’energia più strettamente legate all’individuo e alla famiglia, più di 4 torinesi su 10 (41%) hanno manifestato il timore di trovarsi presto in difficoltà di fronte al pagamento delle bollette di acqua, luce e gas.
Mentre il 33% teme di aver problemi nel pagamento della benzina, il 29% si preoccupa invece delle spese mediche (e il 39% di quelle dentistiche), il 31% degli adempimenti per la casa (mutuo o affitto) ed il 19% delle spese per l’istruzione dei figli (attività, libri, tasse, ecc.). L’ansia più diffusa resta comunque, come per le altre aree Metropolitane prese in analisi, quella di non riuscire a far fronte a una spesa imprevista (52%).

Il 68% degli abitanti del capoluogo piemontese sarebbe pronto ad adottare comportamenti virtuosi volti a ridurre gli sprechi di energia.
L’impegno a risparmiare acqua calda non lasciandola scorrere quando non occorre è garantito dal 72% dei torinesi, primi fra i cittadini delle altre aree Metropolitane (a fronte, infatti, di una media nazionale del 64%). Il 54% sostiene di non azionare lavatrici/lavastoviglie se non quando sono a pieno carico, il 47% di utilizzare lampadine a led al posto di quelle a incandescenza; solamente il 20%, invece, pensa a interventi di carattere più strutturale e ha già installato (o progetta di installare) pannelli fotovoltaici. Se, d’altra parte, il 55% si dice pronto ad abbassare la temperatura dei termosifoni con il ritorno del freddo, molti meno sarebbero pronti a non utilizzare i condizionatori (o a ridurne l’utilizzo) in questa torrida estate: solo il 32%. Tale scelta è comunque condivisa dal resto degli italiani, in quanto la media nazionale si attesta al 31%. Il posto più basso del podio in questa classifica spetta però ai milanesi, fra cui solo il 22% afferma di essere disposto a rinunciare all’aria condizionata.

Per quanto riguarda la riduzione delle spese per gli spostamenti con mezzi propri, direttamente collegata al caro carburanti, quasi 1 torinese su 2 (45%) afferma di escludere l’acquisto di una nuova auto entro i prossimi due anni, mentre solo il 17% dei rispondenti avrebbe scelto di pianificare comunque questa spesa.
Il 10% dei rispondenti, invece, ridurrà l’impiego dell’auto di proprietà per gli spostamenti quotidiani nei prossimi 6 mesi. Si registra infatti un’oscillazione che va dall’81% di utilizzatori abituali della propria automobile oggi – primo posto fra le città italiane coinvolte nello studio, a fronte comunque di un secondo posto per uso dei mezzi pubblici (31%) e della biciletta (33%) –, ad un 71% che sostiene che continuerà invariabilmente ad utilizzarla ogni giorno fra sei mesi. Pensando anche alla sostenibilità ambientale, circa 1 torinese su 4 (24%) sostiene comunque di essere intenzionato a ridurre i viaggi in auto a favore dell’utilizzo di mezzi pubblici, biciclette, mezzi elettrici in sharing o
semplicemente scegliendo di camminare, quando possibile.

Rispetto ad un’ipotesi di un possibile utilizzo dell’energia nucleare, il 19% dei torinesi non avrebbe un’opinione precisa, facendo così della città della Mole la più indecisa: si attestano infatti attorno al 13% gli indecisi negli altri grandi centri oggetto dello studio.
Il 34% si dichiara invece contrario all’impiego di energia nucleare, o partendo dalla convinzione che questa presenti più rischi che vantaggi (24%) oppure per una questione legata alla non convenienza economica e all’idea di costi nascosti non immediatamente identificabili (10%). Il 38%, infine, sarebbe al contrario favorevole – se pur diviso fra un 18% di assolutamente convinti e un 28% che vorrebbe comunque poter avere maggiori garanzie sulla sicurezza delle attuali tecnologie e del modo di gestirle

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