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Cultura

Dall’elfico di Tolkien al Klingon di Star Trek, l’UniTo organizza un evento sulle lingue inventate

Vincenzo Spinello

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Dal 13 al 20 luglio l’Università di Torino ospita una mostra, un workshop e un convegno internazionale sulle lingue inventate, in particolare per scopi ricreativi, artistici e di intrattenimento. Il convegno, dal titolo I-CONlangs 2022 – International Conference on Constructed Languages si svolgerà giovedì 14 e venerdì 15 luglio nella Sala Lauree del Dipartimento di Lingue e Letterature e straniere e Culture Moderne(Palazzina Aldo Moro, III piano; Via Sant’Ottavio 18, Torino). Ospiterà contributi significativi in tutti i principali campi della linguistica direttamente correlati alle lingue inventate, le cosiddette conlang (ovvero constructed languages, “lingue costruite”).

L’obiettivo di I-CONlangs I 2022 (programma) è costituire un forum accademico per la condivisione a livello internazionale di conoscenze e risultati relativi alla teoria, alla metodologia e alle applicazioni nel campo (attualmente ancora poco studiato) degli studi sulle conlang. Il convegno mira a mettere in contatto ricercatori interessati a indagare le diverse dimensioni dello studio dell’invenzione di lingue (conlanging) e delle lingue inventate stesse, fornendo un’opportunità per accademici e linguisti in vari campi di colmare questo divario di conoscenze e promuovere la ricerca sull’argomento da una prospettiva scientifica.

Una attenzione particolare sarà riservata al fenomeno delle artlang (ovvero artistic languages), le lingue inventate per universi finzionali (letterari, cinetelevisivi ecc.). In anni relativamente recenti, l’enorme successo di alcune produzioni cinematografiche e televisive nella costruzione dei cui universi finzionali le artlang hanno un ruolo centrale ha infatti contribuito in modo decisivo a sdoganare presso il grande pubblico il fenomeno dell’invenzione di lingue, in particolare per scopi artistici, che da “vizio segreto” (come lo definiva J.R.R. Tolkien all’inizio degli anni Trenta) giunge a essere fenomeno di costume e parte integrate dell’industria dell’entertainment.

Mercoledì 13 luglio, quale evento di inaugurale del convegno, avrà luogo il workshop J.R.R. Tolkien and his Elvish Languages tenuto da Edouard Kloczko, noto studioso delle lingue dell’opera di Tolkien e fondatore della World Elvish Language Association (WELA). Il workshop intende offrire un approccio alle lingue elfiche così come J.R.R. Tolkien le ha “realmente” costruite. E sarà accompagnato dalla mostra Mazarbul, i segreti dei Nani, a cura dello stesso Kloczko e di Beatrice Mazzoleni, visitabile dal 13 al 20 luglio nell’Atrio della Palazzina Aldo Moro (Via Sant’Ottavio 18).

Scopo della mostra è illustrare il progetto originale di Tolkien relativo al Libro di Mazarbul, il testo che nell’universo finzionale di Tolkien la Compagnia dell’Anello rinviene nelle miniere di Moria. Si tratta di un brillante gioco filologico con il lettore, che purtroppo Tolkien non riuscì a portare a compimento durante la sua vita. I manoscritti originali furono infatti pubblicati postumi dal figlio Christopher, insieme a una presentazione di parte del testo, ormai ben 44 anni fa. Da allora la conoscenza del contenuto del Libro di Mazarbul è rimasta sostanzialmente ferma: la mostra vuole rendere partecipe il pubblico della scoperta di quanto si cela nelle pagine del Libro, offrendo la ricostruzione completa dei manoscritti e la presentazione di sezioni mai decifrate prima d’ora. Attraverso le pagine del Libro di Mazarbul, i visitatori saranno guidati alla scoperta di ciò che realmente accadde alla compagnia dei Nani alla riconquista di Moria e potranno conoscere e apprezzare meglio la creazione tolkieniana, gli alfabeti e la concezione stessa della lingua secondo Tolkien. Workshop e mostra nascono dalla collaborazione tra il Dipartimento di Lingue e Letterature e straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino e la WELA.

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