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Il Senato ha approvato la riforma della giustizia della Ministra Cartabia, ora è legge: ecco cosa prevede
Nella mattina di oggi, giovedì 16 giugno, il Senato della Repubblica ha approvato la riforma della giustizia proposta dalla Ministra Cartabia. La riforma era già stata approvata dalla Camera dei Deputati a Montecitorio lo scorso aprile, quindi con l’approvazione del senato ora diventerà legge. Il testo della riforma prevede la modifica del rapporto tra magistratura e politica fino alla composizione del Consiglio Superiore della Magistratura.
I magistrati non potranno contemporaneamente esercitare funzioni giurisdizionali e ricoprire cariche elettive. Qualora vengano eletti in organi politici locali o nazionali, questi dovranno mettersi in aspettativa per tutta la durata dell’incarico elettivo, senza assegno nel caso di carica locale.
I magistrati che hanno ricoperto ruoli all’interno di istituzioni politiche o che abbiano ricevuto incarichi di governo per almeno un anno non potranno tornare a svolgere funzioni giurisdizionali, discorso diverso per i magistrati candidati ma non eletti, che per i 3 anni successivi non potranno più lavorare nella Regione in cui si sono candidati.
La riforma ammette un solo passaggio di funzione tra requirente e giudicante nel penale, entro 10 anni dall’assegnazione della prima sede. Nel calcolo non viene incluso il periodo di tirocinio di 18 mesi. Il limite non opera per il passaggio al settore civile, in quello dal settore civile alle funzioni requirenti e per l’ingresso in Procura generale presso la Cassazione
Si potrà accedere al concorso pubblico per entrare in magistratura direttamente dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, valorizzando i tirocini formativi. Decade quindi l’obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione
Alla Scuola Superiore della Magistratura si affida l’organizzazione dei corsi di preparazione al concorso in magistratura per i tirocinanti e per chi abbia svolto funzioni nell’ufficio per il processo del Pnrr. Per quanto riguarda l’esame, si prevedono tre elaborati scritti e una riduzione delle materie orali rispetto al quadro attuale.
Blocco delle nomine a pacchetto: non ci saranno più le cosiddette “nomine a pacchetto”: l’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi si deciderà in base all’ordine cronologico dei posti scoperti
CSM – I membri del Csm tornano 30: i membri del Consiglio della magistratura tornano a 30 dai 24 attuali. Insieme ai tre componenti di diritto – il presidente della Repubblica, il primo presidente di Cassazione e il procuratore generale della Cassazione – ci saranno 20 membri togati (due di legittimità, cinque pm e 13 giudicanti) e 10 laici. Per questi ultimi, viene specificamente richiesto che sia rispettata la parità di genere nella scelta delle candidature da parte del Parlamento.
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