Economia
Nasce Diversity&Inclusion per analizzare gender gap e divario generazionale nelle imprese piemontesi
Nasce a Torino Diversity&Inclusion, un programma di analisi e monitoraggio delle politiche di genere e generazionali, legate all’inclusione e alla diversità, nelle imprese del nostro territorio piemontese.
Un’alleanza importante quella tra OGR Torino, Unione Industriali Torino, Fondazione ISI e Talent Garden, il più grande player in Europa nella Digital Education per dimensione e footprint geografico. L’obiettivo è raccogliere dati sullo stato dell’arte di queste tematiche nelle imprese del territorio e soprattutto raccontare le migliori buone pratiche.
“Il programma Diversity & Inclusion rappresenta un’importante occasione di applicazione della scienza dei dati a favore del bene sociale e dell’affermazione dei principi di uguaglianza e non-discriminazione. Valori che per Fondazione CRT e OGR Torino sono dei veri e propri obiettivi, – afferma Massimo Lapucci, CEO di OGR e Segretario Generale di Fondazione CRT.
Per questo, con lo European Data Science for Social Good Center alle OGR Torino, insieme a Talent Garden, Unione Industriali Torino e Fondazione ISI, abbiamo voluto lanciare questa importante iniziativa.
Dall’analisi intersettoriale del gender gap, incluso il tech, alle politiche retributive e di welfare, l’utilizzo della data science si conferma strumento prezioso per valutazioni efficaci e puntuali sulla situazione attuale, nonché sulle azioni messe in atto dal mondo produttivo, per la generazione di un impatto economico e sociale positivo per le aziende e per le persone come base imprescindibile per la qualità del nostro vivere comune”.
“Affrontare i temi della parità di genere e dei divari generazionali – ha commentato Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino – è fondamentale per la creazione di un mondo del lavoro sempre più equo e inclusivo. Associazioni come la nostra Unione Industriali hanno una grande responsabilità: impegnarsi per creare un ecosistema migliore anche grazie alla condivisione delle buone pratiche. Tra le nostre imprese ci sono già alcuni campioni della diversity e nell’attuazione di politiche di welfare, e dobbiamo aiutarle a valorizzare il loro buon esempio. In uno scenario sempre più competitivo, non possiamo permetterci di escludere dai processi decisionali e produttivi il contributo indispensabile delle donne e dei giovani. Questo passa anche dalla formazione su competenze digitali, da un migliore orientamento e inserimento nel mondo del lavoro, dalla conciliazione con le esigenze familiari e da strumenti di crescita professionale. In collaborazione con le Istituzioni, dobbiamo assecondare e promuovere questo cambiamento socio-culturale, necessario per la costruzione di un futuro migliore”.
“Siamo molto contenti di aver collaborato alla realizzazione di questo progetto e contribuiremo ai lavori che verranno realizzati insieme agli altri partner nel corso di tutto l’anno prossimo. Per noi di Talent Garden sono temi centrali: in particolare – ha detto Barbara Graffino, Amministratore Delegato di Talent Garden Fondazione Agnelli – crediamo, come si evince dalla ricerca, che la formazione delle donne su competenze tecniche e legate all’innovazione oltre che una formazione sul digitale per i giovani possa favorire il loro inserimento e crescita nel mondo del lavoro. L’inclusione diventa, in questo senso, un fattore di competitività per il territorio”.
I dati confermano che, anche in Piemonte, esiste un gender gap in ambito lavorativo. Dal Diversity&Inclusion, infatti, emerge che gli uomini in media guadagnano più delle donne, pur occupando la stessa mansione. Una forbice che si allarga ancora di più nel settore Tech, in cui – ad esempio – un esperto di sicurezza ICT guadagna circa il 33% in più di una collega. La differenza più significativa si riscontra nel ruolo di Production Manager, per cui lo stipendio medio di un uomo è più del doppio rispetto a quello di una donna. Un gap che non si riduce nemmeno con una maggiore seniority. Infatti, a parità di qualifiche e competenze, le donne continuano a ricevere un salario inferiore; una condizione che persiste anche a fronte di un livello di istruzione più alto. In media, ad esempio, un dirigente uomo guadagna il 10% in più rispetto a una dirigente donna con un percorso di studi più lungo.
In tema di occupazione femminile, lo studio esamina la situazione delle diverse province piemontesi. Asti è quella con la percentuale più bassa (5,9% di aziende con oltre la metà di dipendenti donne). Biella, al contrario, raggiunge il 30%. Rispetto ai ruoli dirigenziali, è Novara ad avere la percentuale più bassa di aziende con più del 50% di dirigenti donne (solo il 5,3%), a differenza di Asti che è in cima alla classifica con il 16,7%.
L’analisi evidenza, inoltre, uno squilibrio generazionale. In Piemonte non ci sono dirigenti – a prescindere dal genere – al di sotto dei 35 anni: oltre il 59% dei manager ha più 50 anni.
D’altra parte, dallo studio emerge anche che le aziende piemontesi sono impegnate nell’attuazione di politiche di welfare a favore dei propri dipendenti. Sono tra il 60 e il 70%, infatti, le aziende di Torino, Verbania, Biella, Novara e Asti a promuovere nuove forme di smart working e lavoro flessibile.
I principali punti dell’analisi:
Il pregiudizio nella mansione
Esiste già un primo “bias” nelle mansioni legate ad alcune professioni, che sono percepite o solo maschili o solo femminili come ad esempio la Segretaria di direzione.
Poco ricambio generazionale
L’età media degli addetti delle aziende del territorio, a prescindere dal livello e dalla dimensione aziendale, è superiore ai 40 anni. Non esistono dirigenti, indipendentemente dal genere, al di sotto dei 35 anni, e il 59% dei manager ha più di 50 anni.
Il paygap: una costante di diversità
Il divario di genere dal punto di vista salariale permane e unisce (negativamente) differenti settori e mansioni. Uno dei dati più significativi è che, a parità di qualifiche, pur con un’anzianità aziendale più elevata e un livello di istruzione più alto, le donne in media ricevono un salario più basso.
La leva del digitale e delle professioni stem
Solo nelle professioni digitali e nei profili più tecnici si assiste a un riequilibrio del gender gap, con donne anche meglio pagate e con più alti gradi gerarchici.
La collaborazione tra OGR, Unione Industriali Torino, Fondazione ISI e Talent Garden prosegue. L’obiettivo è realizzare un osservatorio permanente che, per la durata del prossimo anno e grazie alle borse Lagrange supportate da Fondazione ISI, si occuperà di monitorare la situazione nelle aziende piemontesi.
Appuntamento, quindi, tra un anno per vedere se lo scenario lavorativo regionale sarà in grado di evolvere verso un più favorevole e massiccio inserimento di policy di diversity e inclusion.
Le borse Lagrange
Il Progetto Lagrange, che Fondazione ISI conduce da 18 anni col supporto di Fondazione CRT, sostiene ricerca e formazione nell’ambito dei sistemi complessi e della scienza dei dati con impatto internazionalmente visibile. Le borse Lagrange, della durata di 12 mesi, sono rivolte a giovani laureati in discipline tecnico-scientifiche, e sono volte a formare la prima generazione di data scientist per l’impatto sociale della scienza dei dati.
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