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ANPI: referendum del 12 giugno tecnici e settoriali, scarsamente comprensibili

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“L’istituto referendario, così come è stabilito dalla Costituzione, rappresenta un elemento essenziale della democrazia partecipata e nella recente storia del nostro Paese si è più volte dimostrato strumento indispensabile per la realizzazione della sovranità popolare.”

E’ la posizione dell’ANPI nazionale in relazione ai referendum di domenica 12 giugno. Trovate qui il dettaglio sui referendum.

Continua l’ANPI:

Così è avvenuto, solo per fare alcuni esempi, in occasione dei referendum sul divorzio, sull’aborto, sulle centrali nucleari, ed ancora in occasione dei referendum costituzionali del 2006 e del 2016, quando in entrambi i casi, a difesa dello spirito della Costituzione del 1948, la maggioranza dei votanti ha bocciato le proposte di modifica.
Siamo oggi però davanti a cinque referendum, sui quali si voterà il 12 giugno, molto tecnici e settoriali, scarsamente comprensibili da chiunque non sia specificamente competente in materia giuridica, irrilevanti ai fini di una seria e complessiva riforma della giustizia.
Colpisce che siano stati ammessi tali referendum e bocciati altri referendum, molto più comprensibili e vicini all’interesse e al sentimento popolare, come quello sulla cannabis e sul fine vita.
L’attenzione va perciò rivolta ad una urgente riforma del sistema giudiziario, che attui pienamente lo spirito e il disposto costituzionale, a cominciare dall’art. 101, che dispone che “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”.
Ciò che occorre è salvaguardare il diritto dei cittadini ad avere accesso a una giustizia più rapida, più giusta, più efficiente, in cui vengano in ogni modo tutelate l’imparzialità e l’autonomia del sistema giudiziario, la professionalità dei giudici, siano garantiti tempi certi alla giustizia penale ed alla giustizia civile, si salvaguardino i tre gradi di giudizio.

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