Cittadini
30 milioni di ristori dalla Regione Piemonte danneggiati dal covid e dai rincari energetici
Ammonta a 30 milioni e mezzo di euro l’importo complessivo dei nuovi ristori per le difficoltà provocate dalla pandemia che verranno erogati dalla Regione ad una ampia serie di categorie economiche.
A 23.642 attività verrà assegnato un contributo a fondo perduto di 1.000 euro: 11.187 appartengono al settore del commercio, 11.078 all’artigianato, 1.079 al turismo, 298 allo sport.
Le risorse derivano dal decreto legge n.41 del 22 marzo 2021, che stanziava ulteriori fondi per diverse categorie, tra le quali il commercio e la ristorazione nei centri storici, gli organizzatori di matrimoni e di eventi privati, il trasporto turistico di persone mediante autobus coperti, gli esercenti di parchi tematici, acquari, parchi geologici e giardini zoologici.
Per determinare i beneficiari del contributo la Regione si è confrontata con le organizzazioni e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei vari comparti, che hanno segnalato le attività in particolari condizioni di difficoltà, individuate attraverso i relativi codici Ateco.
Altri ristori saranno assegnati ai proprietari di bus turistici e di veicoli con conducente (4,6 milioni), ai negozi di abbigliamento al dettaglio ed a quelli ubicati nei centri commerciali (1,5 milioni) e ai gestori di piscine (800.000 euro).
Le richieste di contributo potranno essere presentate nel mese di giugno (la data di avvio e le modalità verranno comunicate sul sito della Regione).
Il Presidente della Regione, insieme agli Assessori alle Attività produttive, al Commercio e Turismo, ai Trasporti e allo Sport, sottolinea che questo nuovo stanziamento si aggiunge alle altre risorse che il Piemonte ha erogato in questi due anni per supportare le tante realtà economiche colpite dalle conseguenze e dai rincari energetici e delle materie prime post pandemia. In tutto, 200 milioni di euro di ristori che si è fatto in modo di erogare con velocità e alleggerendo il può possibile la burocrazia, che spesso rappresenta una ulteriore zavorra per il lavoro e le imprese.
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