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L’Università di Torino al terzo posto in Italia nella classifica dei migliori Dipartimenti

Vincenzo Spinello

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L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha reso nota la classifica dei migliori Dipartimenti delle Università italiane, valutando il ruolo attivo di ogni Ateneo.

Della prima tranche di risultati, che ha identificato i primi 350 migliori Dipartimenti a livello nazionale, UniTo conferma il trend positivo degli ottimi risultati già ottenuti sulla VQR : 18 Dipartimenti Unito sono candidabili al ruolo di “Dipartimenti di eccellenza”.

Il nuovo brillante successo dimostra che l’Università di Torino si colloca fra i migliori Atenei d’Italia al terzo posto per numero di Dipartimenti di eccellenza in vetta alla classifica (solo dopo Padova e Milano), al terzo per qualità della ricerca e, ancora al terzo per la valutazione della ricerca dei neoassunti (subito dopo Padova e Milano e prima di Milano Bicocca, Bologna, Pisa, Milano Politecnico, Firenze, Napoli Federico II, Politecnico di Torino e Roma la Sapienza). Anche sotto il profilo della formazione alla ricerca, l’Ateneo si è classificato al secondo posto tra le università di grandi dimensioni, dietro al Politecnico di Milano. Di rilievo anche il posizionamento nelle attività rivolte al territorio e alla società – la cosiddetta “terza missione” – per le quali l’Ateneo è attivo su tutti gli ambiti del trasferimento tecnologico e del public engagement.

I risultati conseguiti confermano il ruolo di UniTo come centro produttivo di un sapere all’avanguardia. Le scelte strategiche a sostegno della ricerca e la presenza di centri e laboratori avanzati stimolano l’attività delle ricercatrici e dei ricercatori, incoraggiando le collaborazioni interdisciplinari e intersettoriali e favorendo la presenza in rilevanti network nazionali e internazionali.

L’Università di Torino, come previsto dalla Legge di Bilancio 2017, potrà quindi beneficiare di una rilevante dotazione finanziaria per il quinquennio 2023-2027, che permetterà nuovi investimenti in capitale umano, infrastrutture e attività di alta qualificazione.

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