Cronaca
“Fuori le associazioni antiabortiste dai consultori”, bagarre in Consiglio Regionale
“Fuori le associazioni antiabortiste dai consultori”. Così recita lo striscione esposto in Consiglio Regionale del Piemonte questo pomeriggio da alcuni consiglieri di opposizione contro al fondo pro-vita voluto dall’assessore Maurizio Marrone destinato alle associazioni che promuovono e realizzano progetti di tutela materno infantile, aiutando economicamente le donne che scelgono di non abortire.
Nel question time la consigliera regionale del M5S Sarah Disabato ha chiesto se non si possano ravvisare la violazione del principio di libera scelta e la discriminazione delle donne che decidono di portare avanti una gravidanza.
L’assessore alle Politiche sociali ha risposto che si tratta di un percorso tutt’altro che improvvisato e che intende dare attuazione a quanto previsto all’articolo 1 di una legge dello Stato, la 194, in cui si prevede che “Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovano e sviluppino i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”. Le associazioni pro-vita individuate dalla Regione hanno effettuato regolare accreditamento presso le Asl regionali e sono state selezionale, ha garantito l’assessore, sulla base di esperienze e personale qualificato.
Per la capogruppo del M5S la Giunta regionale è ancora in tempo per tornare sui suoi passi e aiutare le donne in difficoltà in maniera giusta e onorevole, ma diversamente: potenziando ad esempio i consultori e i servizi sanitari, affidando le donne a personale qualificato, prevedendo forme di sostegno diretto che passino tramite criteri oggettivi, senza il coinvolgimento di altri enti o associazioni. Sempre senza criminalizzare chi sceglie di esercitare liberamente il proprio diritto all’aborto.
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