Ambiente
Legambiente e i tigli deturpati a Biella
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Legambeinte Biella a proposito della potatura del tiglio dei giardini Zumaglini.
Egr. sig. Sindaco
Spett.li Dirigenti
I giardini di impronta vittoriana realizzati nel 1876 su progetto dell’Ing. Alfonso Danese, poi dedicati al botanico Maurizio Zumaglini, sono sempre stati un vanto della città poiché ospitano specie botaniche rare ed esotiche come Cedri del Libano, Sequoie, Abies glauca e Deodora dell’Himalaya, ecc., anche di notevole dimensione (alcuni alberi sono iscritti nel registro degli alberi monumentali).
Rispetto all’impianto originario – nel tempo – sono state apportate modifiche con l’ampliamento degli edifici pre-esistenti (sportello ATL, Bar Chalet, Bagni Pubblici, Edicola, il gabbiotto per gli autisti dei taxi), con la posa di nuovi monumenti o l’introduzione di nuove attività o elementi: il parco giochi su via Garibaldi, la giostra fissa, la pista ciclabile, le pensiline per i bus, l’asfaltatura di alcuni viali, ecc.
La buona gestione e manutenzione di tale giardino richiede elevate risorse ed attenzioni. Purtroppo negli ultimi anni gli interventi per cura delle piante ammalate o la ri-piantumazione delle alberature cadute (rimandata per troppi anni o nemmeno effettuata) sono stati condizionati dalle difficoltà economiche della PA.
Pur comprendendo le difficoltà oggettive questa associazione si scandalizza laddove riscontra pratiche che nulla hanno a che vedere con la buona tecnica arboricola e gli stessi regolamenti comunali relativi al gestione del verde.
La potatura del tiglio di pertinenza dell’edificio comunale ex Capannina, ora ristorante Garden, è francamente scandalosa.
Prima della ristrutturazione i tigli presenti con la chioma ben più ampia erano due. A seguito della ristrutturazione fu abbattuto uno dei tigli e la potatura sul tiglio rimasto fu, già allora, condotta abominevolmente, pura macelleria.
L’abolizione di un tiglio consentì (vero obiettivo) la realizzazione di una pavimento con lastre prefabbricate in calcestruzzo per esterni, impermeabilizzando così tale terreno, ovvero la trasformazione in “terrazza” del precedente patio in terra battuta/brecciolino ombreggiato dall’alberatura.
Sul muretto che delimita la terrazza fu inizialmente posata una recinzione, ora sostituita da elementi vetrati. E’ stata inoltre recentemente aggiunta una pergola, struttura non fissa ma permanente, strutturalmente in grado di consentire una copertura. E’ molto probabile che l’obiettivo dell’esercente, da conseguire a piccoli passi, sia quello di realizzare un dehor vetrato semi chiuso, che darebbe luogo ad una indubbia alterazione volumetrica e paesaggistica
A queste trasformazioni si aggiungono, a detrimento:
l’eccessivo taglio della cortina a verde sul lato ovest dell’edificio, offrendo la non certo gradevole “magnificazione” dell’impianto fumi e dei depositi;
la ri-tardata sostituzione delle alberature, anche se non identiche, che costeggiavano l’edificio: il bel ippocastano sul lato nord, caduto nel 2014 è stato sostituito solo recentemente ma non il Cedro dell’Atlante posto a sud, abbattuto
dopo che un fulmine lo aveva danneggiato.
Recentemente sono visibili, depositati a fianco della struttura, ben 10 bancali con 68 lastre prefabbricate in calcestruzzo per esterni ciascuno, un quantitativo sufficiente la copertura di ben ulteriori 110 mq di superfice; ovvero è presumibile che vengano ulteriormente trasformati e impermeabilizzati gli spazi esterni alla struttura, e non è da escludere che vi sia l’intenzione di ampliare con ulteriore pergola e strutture vetrate il realizzando dehor vetrato semi chiuso sulla terrazza.
L’attività commerciale, si riscontra, è condotta senza particole attenzione al contesto in cui è ubicata: sovente si nota il prolungato parcheggio di autovetture non finalizzate al solo carico e scarico sul lato nord dell’edificio e la musica è tenuta “tutto volume costante”, ai fini attrattivi, in un luogo che dovrebbe essere deputato alla quiete, all’ascolto della natura.
Quest’associazione registra in sostanza un lento ma progressivo degrado dei giardini Zumaglini non solo conseguente il deficit nella sua cura e gestione ma anche per la diversa finalità a cui sono oggi destinati, di fatto, questi giardini: non più il giardino pubblico volto a soddisfare l’interesse botanico e finalizzato ad offrire la quiete, la frescura la magnificenza delle belle alberature ma un giardino prettamente funzionale alle conduzione di alcuni esercizi commerciali o eventi, ad essi sostanzialmente subordinato. Diversamente non si spiegherebbero certe vergognose potature e le trasformazioni in corso.
Legambiente confida dunque che l’amministrazione comunale intervenga severamente laddove si sia operato in difformità con il regolamento del verde e arresti la continua trasformazione e ampliamento dell’ex Capannina.
Le strutture di servizio e la loro conduzione, in un giardino pubblico, dovrebbero sempre essere valutate, inserite e svolte con un approccio discreto e mimetico. Non è certo il caso dell’ex Capannina dopo la trasformazione a ristorante.
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