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Regione Piemonte stanzia un fondo da 400mila euro per non far abortire le donne: è polemica

Vincenzo Spinello

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La Regione Piemonte ha stanziato 400.000 euro da destinare alle donne in gravidanza che per motivi economici non possono tenere il bambino e sostenere le spese e quindi decidono di abortire. A comunicarlo è l’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, che ha presentato il progetto “vita nascente”. “Vita Nascente” è un progetto realizzato dalla Regione che destina 400.000 euro alle destinazioni, molte sono di quelle pro-vita e antiabortiste, che promuovono per l’appunto progetti di tutela infantile. Questi soldi serviranno per aiutare economicamente le donne che scelgono di abortire per problemi finanziari ma che potrebbero tenere il bambino se aiutate nelle spese.

Queste le parole dell’Assessore: “Abbiamo deciso di dare finalmente applicazione ad una misura prevista dalla legge nazionale 194, ma fino ad ora mai applicata in Piemonte. Il nostro obiettivo è garantire il vero diritto di scelta della donna, che può anche essere la scelta della vita, intervenendo a sostegno delle donne in situazioni di fragilità sociale”.
Questa misura è solo l’ultima di una disegno più ampio, cominciato con la scelta della Regione di accreditare le associazioni antiabortiste e pro-vita all’interno dei consultori, come conferma lo stesso Assessore: “è il coronamento di un cammino iniziato con il bando per l’accreditamento presso le Asl delle associazioni di tutela materno infantile, proseguito con un tavolo di confronto trasversale partecipato anche dalle opposizioni, che ora con questo nostro intervento in bilancio vede la Regione Piemonte agire concretamente in tutela di quelle tante donne in difficoltà che abortirebbero solo per mancanza dì alternative. La vera libertà è poter scegliere anche di mettere al mondo un figlio, sapendo che le istituzioni saranno al proprio fianco con un sostegno psicologico, medico ed economico-sociale”.

Dalle opposizioni si alza la polemica definendo questa scelta come una “Campagna popolazionista neofascista”, Marco Grimaldi di Leu: “Non bastava fare entrare le associazioni pro-vita nei consultori e organizzare spazi all’interno di Asl e ospedali, non bastava disapplicare le linee guide del Ministero sulla somministrazione di Ru486 anche in consultorio; ora Marrone annuncia 400 mila euro per il Fondo ‘Vita nascente’ dedicato a progetti di ‘tutela materno infantile’ promossi da quelle stesse associazioni che definiscono l’aborto prima causa di femminicidio. Siamo in piena campagna popolazionista neofascista”, con due mani tese a soggetti che praticano forme di pressione e terrorismo psicologico sulle donne che scelgono l’interruzione di gravidanza”.

Gli fa eco Sarah Disabato, capogruppo regionale M5S Piemonte: “L’Assessore Marrone continua a portare avanti una becera propaganda sul corpo delle donne nel silenzio più assoluto dei colleghi di Giunta, che dovrebbero invece chiedere maggiori risorse per il potenziamento dei Consultori e dei servizi dedicati alla salute della donna, oltre che per implementare le misure messe in campo a livello nazionale per sostenere le neo-mamme. In un contesto in cui vengono tagliati 5 milioni di euro sui capitoli destinati al welfare riteniamo inaccettabile questo emendamento dal contenuto ideologico e moralista, volto ad affidare le donne non nelle mani di strutture adeguate con personale qualificato, ma di associazioni spesso promulgatrici di messaggi criminalizzanti nei confronti di chi sceglie di esercitare liberamente il diritto all’aborto”.

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