Ambiente
Giornata mondiale dell’acqua: la situazione idrica in Piemonte
La Giornata mondiale dell’acqua, istituita nel 1992 dall’ONU, si celebra ogni anno il 22 marzo per ricordare l’importanza della risorsa idrica come anche indicato nell’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”.
Come sta la risorsa idrica in Piemonte?
L’incremento delle temperature e l’aumento della frequente di periodi di non pioggia, connesse ai cambiamenti climatici in atto, stanno determinando sempre più spesso episodi di siccità con conseguenti impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e risvolti negativi sull’attività produttiva in campo agricolo e sull’ambiente.
In questo contesto diventa sempre più importante disporre di un quadro conoscitivo puntuale e in costante aggiornamento sulla situazione delle risorse idriche disponibili anche per la gestione dinamica degli scenari di scarsità idrica di cui alla Delibera di Giunta Regionale n. 27-4395 del 22 dicembre 2021.
Si tratta di regole predeterminate e rese preventivamente note a tutti gli attori (Autorità locali, utilizzatori delle acque pubbliche, gestori di servizi idropotabili, etc.) e che partono dalle risultanze dell’Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto del fiume Po valorizzando il sistema di monitoraggio meteoidrologico a scala dell’intero territorio regionale gestito da Arpa Piemonte. Sono linee di indirizzo tese a prevenire i fenomeni estremi, attraverso una gestione razionale della risorsa sin dalle prime avvisaglie di fenomeni di scarsità, che forniscono indicazioni circa gli accorgimenti da mettere in pratica in modo progressivo rispetto all’eventuale aggravarsi della situazione nel corso degli eventi critici di scarsità e siccità (event management) e che definiscono le procedure per accedere agli istituti di deroga.
Ma vediamo ora la situazione in Piemonte alla luce dei dati raccolti dall’Agenzia: un autunno 2021 con precipitazioni leggermente al di sotto della norma climatica degli ultimi 30 anni, circa un terzo delle quali concentrate nell’evento alluvionale del 3-5 ottobre; una stagione invernale 2021-22 tra le più anomale mai osservate negli ultimi 65 anni, caratterizzata da un marcata anomalia positiva nelle temperature e un forte deficit pluviometrico, accompagnata a numerosi episodi di fohn che, dalle Alpi, si è spesso spinto fino alle pianure del nord Italia.
Infine, un inizio di primavera ancora una volta avaro di precipitazioni, tanto che il contatore delle giornate consecutive in Piemonte con precipitazione media inferiore a 5 mm ha raggiunto il valore di 104, il terzo più lungo degli ultimi 65 anni.
Non sorprende che un periodo così lungo caratterizzato da precipitazioni scarse se non addirittura assenti abbia finito per erodere sensibilmente le risorse idriche in regione con impatti importanti che stanno iniziando ad interessare anche il settore idropotabile e che mettono in allerta in vista dell’apertura della stagione agricola.
Dall’inizio di marzo 2022 una unica debole perturbazione ha interessato la nostra regione a metà del mese apportando un contributo irrisorio alle precipitazioni cumulate nel mese, e per lo più concentrata in montagna sui confini con la Francia.
Dopo che l’inverno 2021-2022 si è chiusa con un deficit pluviometrico importante di circa il 70% rispetto alla norma del periodo, e questo solo grazie alle precipitazioni cadute nella prima decade di dicembre, la siccità è proseguita anche nel mese di marzo nel quale finora sono caduti soltanto 8.5 mm medi di neve e pioggia in regione che lo pongono come il 6° marzo più secco degli ultimi 65, molto vicino ai 8.1 mm del marzo 2021. Si tratta di un deficit percentuale medio del 90% sulle pianure e sugli Appennini e di circa il 60% sulle Alpi.
Considerando che la modellistica meteorologica a breve termine non mostra, ad oggi, precipitazioni significative sul Piemonte per i prossimi 10 giorni, questo mese di marzo si candida ad essere uno dei più secchi osservati negli ultimi anni. Se questo periodo prolungato di scarsità di precipitazioni proseguisse la maggior parte dei bacini della regione verrebbe a trovarsi in condizioni di siccità estrema e di siccità moderata.
Dopo un lungo periodo asciutto, tra il 13 e il 15 marzo sono state registrate nuove nevicate soprattutto sui rilievi del cuneese con apporti che hanno localmente raggiunto i 50 cm; altrove invece non sono stati superati i 25cm di neve fresca cumulata. Le nevicate recenti, subito seguite da un periodo più caldo, non sono state sufficienti a risanare la pesante situazione deficitaria: dai settori meridionali a quelli settentrionali l’innevamento continua ad essere abbondantemente sotto la media del periodo.
Le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario della Regione presentano ovunque importanti scostamenti negativi, rispetto alla media storica di riferimento. Su alcuni bacini meridionali si è superato il -90%, ma anche in quelli settentrionali la situazione è decisamente critica, con deficit che raggiungono il -80% sul Sesia. Lungo le aste del Tanaro e del Po aumenta ancora, rispetto ai due mesi passati, lo scarto tra i valori osservati e quelli di riferimento, con deficit superiori al -80% sul Tanaro e circa -70% sul Po. La figura seguente riporta un aggiornamento allo stato attuale delle portate in alcune stazioni idrometriche non interessate da prelievi, nella quali, quindi, si misura un deflusso naturale non influenzato dall’azione antropica.
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