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Cultura

Al Glocal si parla di prevenzione del suicidio con ‘I’ll Stand by You’ e La Tazza Blu

Gabriele Farina

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Si parlerà anche di depressione e prevenzione del suicidio al Glocal Film Festival di Torino. L’occasione sarà la proiezione del documentario ‘I’ll Stand by You’ del torinese Maximilien Dejoie e di Virginija Vareikyte. Il film segue con grande empatia le vicende di due donne, una psicologa e un’agente di polizia, che si dedicano al difficile compito di ridurre il numero record di suicidi nella loro rurale cittadina lituana, Kupiškis.

Il film verrà proiettato domenica 13 marzo alle 19.30 al cinema Massimo ed in sala saranno presenti i due registi e le due protagoniste, la dott.ssa Valija Sap e Gintare Meskiene. Sarà un’occasione fondamentale per approfondire il tema, vista anche la presenza di Rocchina Stoppelli, fondatrice e direttrice dell’associazione torinese La Tazza Blu, creata in memoria di Giulia, ragazza sedicenne che nel 2017 si è tolta la vita. L’associazione si occupa proprio di prevenzione del suicidio tra gli adolescenti.

‘I’ll Stand by You’ è un ritratto delicato di una situazione specifica che diventa facilmente simbolica per affrontare una questione quantomai attuale che evidentemente riguarda gran parte del Pianeta. Il linguaggio filmico e fotografico usato dai registi è perfettamente funzionale al racconto. Le grandi distese bianche, gli enormi silenzi che vediamo nel film sembrano dare serenità e contrastare col tema, ma finiscono invece per rappresentarlo al meglio, portando lo spettatore a comprendere quella solitudine che spinge i protagonisti verso la depressione.

A questa situazione estrema si contrappone la forza e la solarità delle due protagoniste, capaci di portare il loro buonumore e soprattutto far sentire la loro presenza. Maximilien Dejoie e Virginija Vareikyte le seguono nei loro incontri con le persone che aiutano, ma anche in momenti privati, quando la tensione e la difficoltà, anche la paura di non farcela, si stemperano in una risata, in una battuta. Valija e Gintare fanno un gran lavoro, offrendo soprattutto empatia e attenzione.

La linea del documentario è di seguire le protagoniste in maniera silenziosa, senza interventi diretti degli autori, lasciando alle immagini il compito di raccontare e allo spettatore quello di interpretare e lasciarsi coinvolgere dal racconto, cosa che accade con estrema naturalezza, solleticando l’empatia di chi guarda lo schermo.

“Il suicidio è una componente drammatica all’interno nel documentario, – dicono Vareikytė e Dejoie – tuttavia le nostre protagoniste sono animate da una forte positività interiore, da una toccante compassione e da un grande senso dell’umorismo… Per evidenziare questi due stati d’animo, alterniamo momenti di osservazione della routine dei personaggi a pause poetiche di riflessione in cui spostiamo l’attenzione sui dintorni della cittadina di Kupiškis. Esplorando la campagna, i paesaggi della natura… vogliamo rivelare le sensazioni e il mondo interiore delle nostre protagoniste e degli abitanti del villaggio.”

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