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Cultura

1° marzo 1922: i cento anni di Beppe Fenoglio

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Langhe e resistenza, partigiano e scrittore: oggi ricordiamo Beppe Fenoglio, uno dei più importanti narratori del Novecento italiano, a cento anni esatti dalla sua nascita.

Giuseppe Fenoglio, Beppe, nasce ad Alba (Cuneo) il 1° marzo 1922. Nella sua città natale, importante centro commerciale delle Langhe, frequenta il ginnasio da cui partirà la sua profonda cultura letteraria sui poeti e sugli scrittori inglesi, e sulla civiltà anglosassone nel suo complesso, che ammirava come antidoto e rivalsa sulla meschina realtà provinciale del fascismo.

Ad Alba trascorre quasi tutta la vita. Nel 1940 si iscrive alla facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Torino, che frequenta fino al 1943 quando è chiamato alle armi e si arruola nel regio esercito come allievo ufficiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre torna a casa e diventa partigiano “badogliano”, cioè parte di uno dei gruppi combattenti autonomi, sino alla Liberazione. Finita la guerra inizia a scrivere e a tradurre; entra in contatto con Italo Calvino all’Einaudi e conosce Elio Vittorini, ma di certo non conduce una vita da intellettuale e letterato. Si impiega, anzi, in una ditta vinicola di Alba, per cui tiene la corrispondenza estera.

Esordisce nel 1952 con I ventitré giorni della città di Alba cui seguì, nel 1954, La malora. Nel 1959 appare il romanzo Primavera di bellezza, diretto riflesso della sua esperienza nell’esercito italiano. Il 18 febbraio 1963 a Torino il male inguaribile si porta via Beppe Fenoglio a 41 anni.

A farne un vero e proprio scrittore della resistenza le sue opere postume: Il partigiano Johnny e Una questione privata che vede come protagonista il partigiano, e studente universitario Milton, sorta di alter ego dell’autore, tormentato dall’amore per Fulvia. ”Il libro che la nostra generazione voleva fare adesso c’è e il nostro lavoro ha un coronamento”, scrive Italo Calvino del testo fenogliano. Postumi sono apparsi anche il volume di racconti Un giorno di fuoco (che comprendeva Una questione privata) e il romanzo giovanile La paga del sabato.

Nel 2005 gli venne attribuita Honoris causa post mortem a Torino quella laurea in Lettere che non era riuscito a prendere.

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