Cronaca
Processo Cerbero su ‘ndrangheta in Piemonte: confermate 40 condanne
Si è concluso a Torino il processo d’appello Cerbero sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. È terminato con la sentenza, letta nell’aula bunker delle Vallette al termine di un rito abbreviato, che conferma in appello almeno quaranta condanne.
Le pene inflitte in primo grado, il 16 Marzo 2021, sono state comminate a una delle famiglie più potenti della ‘ndrangheta del nord ovest italiano, la famiglia Agresta, grazie anche alla collaborazione del 32enne Domenico Agresta, collaboratore di giustizia e membro della stessa famiglia. Il bilancio della sentenza di primo grado è stato di 46 condanne su 62 imputati per un totale di 237 anni di carcere.
I giudici di appello, secondo quanto si ricava da una prima analisi del dispositivo, ne hanno però rimodulate alcune al ribasso e hanno disposto altre assoluzione parziali.
L’imputato Antonio Agresta, 62 anni, considerato dagli inquirenti una figura di vertice della “locale” di Volpiano (Torino), era stato condannato a 10 anni e non aveva presentato ricorso. Al figlio Michele, a differenza della sentenza di primo grado, è stata riconosciuta la partecipazione ad associazione di stampo mafioso. In aula l’accusa è stata rappresentata dal procuratore generale Paolo Andrea Fiore, secondo il quale “è stato confermato l’impianto della sentenza di primo grado che aveva riguardato vicende molto gravi sulla penetrazione della ‘ndrangheta nella nostra regione”.
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