Salute
Sanità. Canalis (PD): “Su case di comunità e medicina territoriale Cirio spreca occasione”
«Sulla riforma della medicina territoriale in Piemonte si rischia di sprecare una grande occasione. Al di là della mancanza di confronto preventivo con le forze politiche, le parti sociali e gli enti locali, riteniamo che questo modo di fare programmazione sia frammentario e dis-organico. La Giunta Cirio sta ridisegnando questo settore della sanità senza neanche una bozza scritta del nuovo Piano socio sanitario e senza i dovuti chiarimenti sulla sanità ospedaliera.
Come si fa a garantire la necessaria integrazione dei binomi “ospedale-territorio” e “sanità-sociale”, se la programmazione della sanità territoriale non va di pari passo con la programmazione della sanità ospedaliera e con la programmazione sociale? Questo è vero soprattutto per quei territori in cui dovranno essere edificati nuovi presidi ospedalieri: il VCO, l’ASLTO5 e l’ASLTO4. Se prima non si decide dove verranno ubicati i nuovi ospedali, come si fa a decidere la corretta ubicazione delle case e degli ospedali di comunità?
Il rischio è che le scelte siano dettate da criteri arbitrari e di vicinanza politica e non da criteri tecnici oggettivi e che ci si riduca a operazioni edilizie senza chiarezza sul contenuto sanitario.
Facciamo qualche esempio:
· ASL ASTI: cancellazione della casa di comunità a Villanova d’Asti;
· ASL TO5: cancellazione della casa di comunità a Santena, completa esclusione di una città grande come Moncalieri, nessuna definizione del destino dei tre presidi ospedalieri esistenti (Moncalieri, Chieri, Carmagnola) in attesa che si decida la sede del nuovo ospedale unico;
· ASL TO3: esclusione di Airasca, Perosa Argentina e Cumiana, e previsione di due case di comunità in comuni confinanti come Cavour e Vigone, con bacino d’utenza troppo piccolo;
· ASL TORINO CITTÀ: una sola casa di comunità nella popolosa circoscrizione 5 (ex Marco Antonetto di Strada Villardora 220) e incertezza del finanziamento della casa di comunità nell’ex Maria Adelaide.
La Giunta Cirio avrebbe dovuto fornire alle ASL dei criteri regionali aggiuntivi, oltre a quelli ministeriali (ad esempio vincolare il bacino d’utenza per evitare concentrazioni di strutture nello stesso territorio, vietare il consumo di suolo e rilanciare le case della salute pre esistenti), ed invece ha fatto scelte non chiare e in molti casi arbitrarie.
Non è dato sapere, inoltre, quali siano, tra le 91 case di comunità del Piemonte (82 finanziate dal PNRR), quelle di nuova costruzione che implicheranno consumo di suolo.
Infine, nella DGR della Giunta, manca un chiarimento sul ruolo dei Distretti, sull’assistenza domiciliare e sulle case di comunità spoke, e manca un’attenzione ai territori decentrati o privi di patrimonio immobiliare pubblico.
Insomma, un provvedimento monco, poco concertato, poco trasparente e poco visionario. Un’occasione mancata, che conferma ancora una volta che questa Giunta regionale va avanti ad annunci e non è capace di fare programmazione».
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