Ambiente
Siccità: sta cambiando l’habitat nelle aree protette del Po piemontese
Il monitoraggio condotto dall’Ente Parco rivela gli effetti di questa siccità anomala sull’habitat delle aree protette del Po: addio ad anfibi e ontani e moria di pesci autoctoni sono alcune delle conseguenze.
Tra gli animali la siccità e il cambiamento dei cicli stagionali mettono sotto forte stress proprio gli anfibi, per natura legati alle aree umide: nell’area del Meisino, nel territorio di Torino, lo scorso anno la natalità è stata pari a zero. E progetti di ripopolamento, come quello dedicato al pelobate fosco insubrico, noto anche come ‘rospo della vanga’, devono segnare il passo: a causa della scarsità d’acqua la stagione riproduttiva è fortemente ridotta.
Si aggrava la decimazione di pesci: la siccità sta falcidiando specie tipiche del luogo quali lo scazzone, la trota marmorata e la lasca, a vantaggio delle specie esotiche più adattabili, tra le quali il pesce siluro e il cobite asiatico. Muoiono le querce e patiscono gli ontani neri abituati ad affondare le radici nell’acqua, gli subentrano frassini e altre specie frugali.
Si diffondono invece le specie esotiche: nel parco naturale della collina di Superga, ad esempio, si stanno diffondendo le palme.
Anche le attività di riforestazione devono essere adattate ai cambiamenti e l’Ente Parco sta puntando sulla messa a dimora di specie più resistenti come l’orniello o il cerro (Quercus cerris), meno bisognose di acqua.
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