Cittadini
Riapriamo il Maria Adelaide: la vertenza ai passi decisivi
Riceviamo e pubblichiamo da Assemblea Riapriamo il Maria Adelaide:
Dopo oltre un anno di lotte, la vertenza per la riapertura dell’ex ospedale Maria Adelaide volge i suoi decisivi passi finali.
In questo anno, partendo dal quartiere dove sorge lo stabile, la lotta si è allargata alla città di Torino, divenendo nel suo piccolo un importante punto di dibattito sul futuro della gestione sanitaria regionale.
Attraverso sit-in, cortei, assemblee, progettualità condivisa con cittadini, medici e operatori, manganellate, volantinaggi e una raccolta di più di mille firme, siamo riusciti a imporre una interlocuzione non scontata su temi sepolti da decenni e che faticano in questa crisi pandemica a trovare la loro centralità: la medicina territoriale, una la sanità pubblica, il decentramento delle grandi strutture ospedaliere, la non speculazione sugli immobili destinati ai servizi pubblici, la gestione orizzontale dei fondi sanitari, nuova occupazione e migliori condizioni di lavoro per gli operatori della sanità, una efficace integrazione fra le diverse figure e funzioni sanitarie, l’efficienza e il libero accesso universale ai servizi.
Di fatto la lotta per il Maria Adelaide è diventata più di una semplice vertenza: è un passo, simbolico e insieme pratico, in direzione di un diversa visione della tutela della salute. Grazie a questa lotta, le istituzioni locali di ogni grado non si sono potute sottrarre dal prende posizione su questo tema, neanche nel marasma retorico della campagna elettorale.
Tuttavia, seppur abbiamo ottenuto alcuni risultati, come la promessa dell’apertura di un centro di riabilitazione (fra 5 anni) all’interno del futuro Maria Adelaide, le istituzioni rimangono sorde al progetto strutturale che abbiamo proposto dal basso: la riapertura dell’ex ospedale come casa della salute e centro integrato e polivalente di servizi sanitari territoriali.
Agli ultimi incontri la Regione nel silenzio (assenso?) anche della nuova amministrazione comunale, ha confermato di voler destinare la grande maggioranza degli spazi allo studentato per le Universiadi (da gestire attraverso privati, come previsto dal PNRR). Universiadi che fra l’altro non vedono più neanche l’adesione ufficiale delle università torinesi. Una chiara speculazione che, anche a fronte di tanti spazi abbandonati nella città, continua inspiegabilmente a contrapporre il diritto allo studio con quello alla salute.
Purtroppo i tempi per le decisioni finali stanno per volgere al termine.
All’interno del PNRR, che sarà definitivamente approvato per la fine di dicembre, il Maria Adelaide non solo continua a non essere menzionato come struttura sanitaria, ma si intravede una gestione privatistica di tutte le future case della salute, in assenza di adeguati finanziamenti per l’assunzione di personale medico e paramedico per farle funzionare. E sarà “giocorza” affidarne la gestione alle imprese private, che saranno ridotte a strutture poco efficienti anche a causa delle poche risorse da destinare alla loro conduzione.
Anche qui la vertenza del Maria Adelaide si pone come simbolo di una futura gestione dei fondi sanitari che segneranno i prossimi decenni del sistema sanitario.
I tempi di attuazione stabiliti dal PNRR sono intransigenti: come le nostre richieste.
Questo diviene di conseguenza un nostro importante appello per un passaggio importante della lotta a tutta la popolazione: sindacati, associazioni, comitati e collettivi che a diverso titolo hanno attraversato il percorso del Maria Adelaide, e che vogliono far sentire la propria voce sul tema della medicina territoriale, delle case della salute e di una gestione diversa dei fondi del PNRR e del sistema sanitario.
Proponiamo dunque un presidio informativo itinerante su questi temi. Vogliamo fare rumore e farci vedere: chiediamo ancora una volta, in questo nuovo contesto, la riapertura del Maria Adelaide e una gestione dei fondi del PNRR incentrata sui bisogni della popolazione; per dar forza non solo agli ultimi passi della vertenza, ma alla possibilità che un nuovo concetto di salute sia possibile.
Appuntamento giovedì 16 dicembre alle ore 18 in via Alfieri 15 davanti al consiglio regionale.
Per discutere di questo passaggio, della lotta e delle prospettive future, chiamiamo anche un’assemblea pubblica per giovedì 9 dicembre ore 18, negli spazi di Manituana, largo Maurizio Vitale, 113.
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