Cultura
Guarda che storia! Scelti i 7 libri che potranno diventare film a Torino
Dalla scrittura all’immagine: “Guarda che storia! Racconti per lo schermo” è il nuovo progetto ideato e organizzato da Film Commission Torino Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino per individuare romanzi adatti a essere trasformati in lungometraggi o serie tv, e permettere alle case editrici di presentare il proprio libro a registi, sceneggiatori, produttori e decision makers del settore: un’iniziativa insomma nata per facilitare il dialogo tra il mondo editoriale e quello della produzione cinematografica e audiovisiva.
Per la prima edizione di “Guarda che storia!”, rivolta a romanzi o graphic novel editi tra il 2019 e il 2021, la cui call for application si è chiusa lo scorso 25 ottobre, sono stati selezionati sette libri, che saranno presentati venerdì 26 novembre alle ore 14.30, presso il Circolo dei lettori, in una presentazione “pitching session” organizzata nell’ambito di TFI Torino Film Industry – Production Days.
Conduce l’appuntamento Gino Ventriglia, sceneggiatore e story editor, che insieme all’autrice e sceneggiatrice Paola Mammini e a Marco Pautasso del Salone del Libro di Torino ha composto il comitato di selezione chiamato ad individuare i progetti finalisti dell’iniziativa lanciata lo scorso settembre.
Ad introdurre la presentazione delle sette opere saranno Paolo Manera – Film Commission Torino Piemonte e Marco Pautasso – Salone Internazionale del Libro di Torino.
L’evento è riservato agli accreditati a TFI – Production Days.
Il pubblico interessato potrà scrivere a segreteria@salonelibro.it per richiedere di partecipare, lasciando la propria mail e il proprio numero di cellulare. La prenotazione è obbligatoria. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.
Thriller, gialli, racconti di formazione, racconti di vite che si intrecciano con la Storia, legami con la terra delle origini, dolori familiari: sono le storie che più hanno suscitato l’interesse per una trasposizione per il cinema o la televisione.
In base a quanto richiesto nel bando, sono state privilegiate le storie ambientate in Piemonte, oppure collocate in altre regioni o nazioni o in luoghi non definiti, ma potenzialmente in grado di prevedere la realizzazione cinematografica e audiovisiva in Piemonte. Sono stati valutati positivamente i racconti dal fascino visivo preponderante, con una narrazione adatta a essere proposta per immagini, con un ritmo narrativo efficace e personaggi fortemente caratterizzati e particolarmente adatti ad una messa in scena cinematografica
«Film Commission Torino Piemonte da tempo ha ampliato il suo raggio d’azione, avviando nuovi strumenti per stimolare lo sviluppo e la realizzazione di progetti sempre più rilevanti, capaci di intercettare storie significative e rappresentative, e mettere in connessione talenti e filiere culturali e produttive diverse, unendo il cinema e l’audiovisivo a tutte le espressioni artistiche e le eccellenze del territorio. Così commenta il Direttore di Film Commission Torino Piemonte Paolo Manera, che aggiunge: “In questo caso la sfida è agevolare e accelerare il contatto diretto tra autori, editoria e audiovisivo, a partire da una città che ha nella scrittura e nel pubblicare una tradizione e un presente formidabile, insieme a un partner più che eccezionale e internazionale come il Salone del Libro di Torino».
«Film Commission Torino Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino per la prima volta insieme – commenta Marco Pautasso del Salone del Libro – per un progetto condiviso che speriamo possa crescere negli anni a venire, in un rapporto tra libro e film che può aprire nuove prospettive per il futuro dell’audiovisivo. Le scelte sui sette romanzi selezionati sono state prese all’unanimità, dopo un confronto approfondito tra le opinioni, lavorando con unità di intenti, portando ciascuno sul tavolo del confronto le proprie esperienze e professionalità».
Ecco i sette progetti selezionati da Film Commission Torino Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino (presentati in ordine alfabetico per editore).
Ade Zeno, L’incanto del pesce Luna, Torino, Bollati Boringhieri, 2020 – pg. 192
Gonzalo fa un mestiere insolito. Impiegato come cerimoniere presso la Società per la Cremazione di una grande città, si occupa di organizzare e presiedere funerali laici nella Sala del Commiato dell’antico Cimitero Monumentale. È sposato con Gloria, conosciuta tra i banchi universitari, e ha una figlia, l’adoratissima Inés, che all’età di otto anni cade in uno stato di coma profondo a causa di una misteriosa malattia. Tra padre e figlia si instaura un dialogo silenzioso fatto di presenza e di musiche ascoltate insieme. Tra queste le canzoni e il tip tap di Gene Kelly, l’unico in grado di indurre sulle palpebre di Inés quello che sembra un accenno di vitalità. La speranza, sempre più labile, di trovare una cura in grado di svegliarla, un giorno viene inaspettatamente riaccesa da Malaguti, uomo equivoco e affascinante che propone a Gonzalo di lavorare per lui, o meglio per la sua anziana padrona. In cambio della promessa di ricoverare Inés in una clinica esclusiva, Gonzalo abbandona la vecchia occupazione per passare alle dipendenze della signora Marisòl.
Ade Zeno ha esordito nel 2009 con il romanzo Argomenti per l’inferno (No Reply), finalista al Premio Tondelli, seguito da L’Angelo esposto (Il Maestrale, 2015), autore e regista di cortometraggi premiati in diversi festival (Torino Film Festival, Premio Ozu, Festival Collebeato, selezione David di Donatello) e di un radiodramma, L’attimo più breve, andato in onda su Rai Radio3 nel 2012 in diretta dal Teatro Filodrammatici di Milano.
Andrea Monticone, Carne mangia carne, Torino, Buendia Books, 2020 – pg. 96
Una ragazza fatta a pezzi, un pensionato dal cuore strappato. In una Torino blindata dal Coronavirus, il colonnello Sodano deve affrontare la mafia nigeriana.
Andrea Monticone, caporedattore del quotidiano CronacaQui e Premio Vitaliano Brancati 2020 per il giornalismo, con una lunga esperienza di cronaca tra Torino e Milano, ha creato la serie thriller del capitano (ora colonnello) Gabriele Sodano. Tra le sue opere, il noir-rock Marsiglia Blues, il cult Ultimo Mondo Cannibale, Un assist per morire (secondo classificato al Premio Letterario Internazionale Festival Giallo Garda 2019) e i racconti Drew e La mano del morto.
Riccardo Humbert, Il cappotto di Bea, Torino, Graffio, 2021 – pg. 318
Il vecchio François Bernard muore senza lasciare eredi e viene sepolto e portato al cimitero, secondo le sue volontà, in una bara posizionata su una slitta utilizzata pe il trasporto del fieno e della legna. Siamo in pieno inverno, c’è la neve e la bara è seguita da un fisarmonicista intirizzito che esegue un brano della tradizione occitana, come da desiderio del defunto. La ricerca degli eredi porterà a tre beneficiari: una giovane single laureata in Scienze Forestali, un architetto torinese di interno e un piccolo editore di Lione con relative famiglie. Le realtà dei tre personaggi, inserite in un contesto montano di varia umanità, dovranno forzatamente incontrarsi per risolvere e dirimere il problema della scomoda eredità.
Riccardo Humbert è regista televisivo, autore, giornalista. Lavora per Rai, Fininvest, Montecarlo, Capodistria. Tra le sue opere recenti: Angeli su Torino (Ellin Selae, 2005), Exilles, giochi, favole e leggende e del paese altre faccende (Il Bugigattolo, 2008), Torinesi. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù (Sonda, quarta edizione 2008), La foto ingiallita, storia di un partigiano valsusino (Edizioni del Graffio, 2016).
Francesca Manfredi, L’impero della polvere, Milano, La nave di Teseo, 2019 – pg 169
Valentina ha dodici anni, una nonna religiosa e severa, una madre selvatica, bellissima e inafferrabile. Il padre è andato via da qualche tempo, ogni tanto torna a trovarla nella vecchia casa di campagna dove vivono le tre donne. In paese la chiamano “la casa cieca”, ha i muri spessi con poche finestre, le fondamenta forti, un impero di polvere che sembra durare da sempre. È l’estate del 1996, arrivata sommessa eppure improvvisamente decisiva: il corpo di Valentina cambia e tutto intorno sembra ribellarsi al segreto che lei sceglie di tenere per sé. La mamma e la nonna diventano sempre più distanti ed enigmatiche e la casa stessa prende a vibrare e animarsi di strani presagi al ritmo di un suo sangue e di misteri ulteriori. Mentre rane, zanzare e cavallette le si affollano attorno, Valentina esplora libera il terreno insidioso e stupefacente della sua adolescenza.
Francesca Manfredi è copywriter, editor e insegnante alla Scuola Holden. I suoi racconti sono apparsi sul Corriere della Sera e Linus. Ha collaborato all’antologia Brave con la lingua (2018). Con la raccolta Un buon posto dove stare (La nave di Teseo, 2017) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima ed è stata finalista al Premio Chiara, Premio Settembrini, Premio Berto e Premio Zocca Giovani. È tra gli autori di 6Bianca, serie teatrale in sei episodi da Stephen Amidon.
Marco Zambelli, Fine corsa. Una storia giunta al capolinea, Alessandria, Puntoacapo, 2021 – pg. 354
C’è un nuovo caso pe l’investigatore privato Andrea Rainoldi. Si tratta di far luce sulla morte di un ragazzino, avvenuta sei anni prima e all’epoca archiviata come incidente stradale. Il recente ritrovamento di alcuni disegni, datati il giorno prima della tragedia e attribuibili alla vittima, ha indotto la madre a chiedersi se dietro la morte del suo unico figlio non ci sia da cercare un’altra verità. L’indagine porterà Rainoldi a muoversi tra Asti, la sua città, e Alessandria, dove la giovane vittima abitava con la sua famiglia.
Marina Visentin, Cuore di rabbia, Milano, S.E.M., 2021 – pg. 349
Giulia Ferro, giovane vicequestore, è tornata a vivere a Milano, una città con cui ha un complesso rapporto di odio e amore. Per lei allontanarsi da Milano aveva significato lasciarsi alle spalle un passato che voleva dimenticare. Ora ha ritrovato una città completamente diversa, dove ci sono turisti, grattacieli nuovi. E omicidi. In questo contesto le tocca affrontare il caso di una ricca vedova scomparsa, suocera di un assessore regionale, noto per essere passato da un partito all’altro nella sua lunga frequentazione della vita politica milanese. Quando viene ritrovato, il cadavere della donna è in parte bruciato e privo della testa. In un primo momento, la pista seguita è prevalentemente quella della famiglia, poiché nelle vene dei suoi membri non sembra circolare molto affetto, ma piuttosto un fluido mefitico composto in parti uguali da avidità e rancore. Ma c’è un altro caso che ossessiona Giulia Ferro, un caso che appartiene al suo passato: l’omicidio di una ragazza poco più che ventenne, sua amica e compagna di università, il cui corpo carbonizzato era stato ritrovato molti anni prima in una villa sul Lago Maggiore. L’assassino non è mai stato scoperto, ma Giulia non riesce a darsi pace. E così, oltre all’indagine ufficiale sulla morte della vedova, ne inizia una privata, che la porta in quella zona fra pianura e montagna compresa tra il lago Maggiore e il lago d’Orta, dove è nata e cresciuta, ma da cui è scappata non appena ha potuto.
Marina Visentin, nata a Novara, vive e lavora a Milano. Laureata in filosofia, è traduttrice, consulente editoriale e ha collaborato con varie testate nazionali, scrivendo di cinema. Ha pubblicato testi di critica e storia cinematografica, libri di filosofia e psicologia. Dopo la fiaba noir Biancaneve (Todaro Editore, 2010), ha scritto La donna nella pioggia (Piemme, 2017).
Giuliana Cutrona, La sposa sola (opera in 3 volumi), Torino, Zedde, 2018/2019 – pg. 560
Cronaca di un’esistenza intrisa dell’impeto di vivere. Dall’infanzia nella guerra fino ai giorni nostri, in mezzo alla Storia del nostro paese, facendo rivivere i contesti delle ferite più profonde.
Il teatro della narrazione è Torino, città, nel secolo scorso, della grande fabbrica e del… Grande Torino di Valentino Mazzola, la cui entrata in scena scompaginerà il quadro di famiglia dell’autrice bambina. La protagonista percepisce l’essenza della solitudine del femminile, già nel viaggio, pur molteplice, desiderato, scelto e plurale. Nel noi, degli anni irripetibili del grande volo. L’affresco colora i contesti: gioia di partecipare, gioventù, esultanza per diritti strappati con rabbia e fatica, lutto per morti e feriti di sconfitte. E amore. Tanto. La solitudine delle donne si annida negli affetti, amori, famiglia, mala educazione civile, sentimenti e sesso. Ma anche nella grande assenza del femminile nel potere.
Giuliana Cutrona, figura storica del femminismo torinese con lo pseudonimo di Giuliana Galli, si è principalmente occupata dei temi della protesta degli anni Settanta e delle lotte operaie, anche come autrice e interprete di canzoni politiche e non solo. Giornalista radiofonica nell’emittente Radioflash, è stata corrispondente negli anni Ottanta per l’agenzia nazionale di stampa AREA e per la rivista Avvenimenti.
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